Che sono imperfetta lo sapete già, quindi posso stare tranquilla.
Quando ho letto il tema del Blogstorming di questo mese…ho arricciato il naso: ecofamiglie, non è per me :pinch: . E chi la sente poi mia madre se mi metto a scrivere di comportamenti ecocompatibili? Lei che per 30 anni mi ha urlato di spegnere le luci e di chiudere l’acqua tra una spazzolata di denti e l’altra? :whistle:
C’è un però.
Si chiama “raccolta differenziata”.
La raccolta differenziata domiciliare a Reggio Emilia è stata introdotta in via sperimentale ormai 4 anni fa, allargata da un paio d’anni a qualche circoscrizione, ma estesa di recente alla zona dove abito io.
Beh, non c’è che dire…è una di quelle cose che ti stravolgono la vita.
Carta, plastica, vetro e barattolame, organico, secco residuo e sfalci: 5 contentori. :sideways:
Dopo il primo mese in cui passi il tempo spostando i rifiuti da un angolo all’altro della cucina nell’attesa di accumulare un mucchietto sufficientemente cospicuo da spingerti ad aprire la porta e a gettarlo nell’apposito contenitore (eh, non si può mica pensare che si esca in balcone ogni carta di caramella da buttare!), dopo questo mese di panico, dicevo, l’abitudine comincia a giocare in tuo favore.
Resta comunque una fatica mentale (ma forse un po’ anche fisica): stacca la parte in plastica delle buste e getta la carta nella carta e la finestrella nella plastica; stacca le etichette dalle bottiglie d’acqua; sciacqua i barattoli perché sennò è come non differenziare. :shocked:
Per la suddivisione poi serve una laurea ad hoc!
I tappi di sughero del Lambrusco dove vanno? E gli stecchi del gelato? Il tetrapack?
Le custodie dei CD dove vanno? Sono di plastica per cui…non vanno nella plastica. Chiaro no? Vanno nel secco residuo. Mi sembra logico.
I bicchieri e piatti diplastica? È tautologico! Se sono di plastica andranno…nel secco anche loro! Ma certo! Il perché non vadano nella plastica essendo di plastica non è dato saperlo.
In compenso piatti e bicchieri carta…dove vanno? No, no…non vanno nella carta.
E i cartoni della pizza? Sbagliato quel che stai pensando! Troppo semplice metterli nella carta! Eh, no, cari miei. Spesso sono unti e la roba unta non si può differenziare!
I brick dove li mettiamo? Metti un messaggio su FB e ti acorgi che ciascuna città differenzia il tertrapack a seconda delle disposizioni comunali. E io questo succo di frutta dove lo metto? Vai sul sito del comune e finalmente ti è chiaro: nella carta! Alè! Eh, ma mica è così semplice sai? Prima lo devi tagiare, aprire e sciacquare. Poi lo pressi e finalmente lo puoi seppellire in pace.
È avanzata un po’ di pasta e fagioli. Non è sufficientemente liquida da poterla far scivolare giù dal lavandino. Però è troppo liquida per poterla mettere nell’organico (i simpatici sacchetti dell’organico si biodegradano prima di arrivare al bidone sul terrazzo). Nell’indifferenziato (alias “secco residuo”) mi sembra assurdo…insomma è pur sempre cibo. E vabbè, buttiamola elegantemente nel water! Se ci vanno i prodotti fisiologici ci potrà andare anche un organico non ancora separato dall’organismo no?
Non parliamo del calendario dei ritiri appeso in cucina e venerato come un guru. Guai a chi lo tocca.
– Chi passa domani?
– Aspetta che guardo.
– Organico, plastica, vetro.
Poi c’è l’asterisco: nei giorni postfestivi passa l’organico, e giù di date starodinarie!
Il vetro passa ogni 14 giorni, la plastica e il giro verde una volta a settimana, l’organico due volte (ma in estate tre). Ricordarsi la sera prima del ritiro di esporre i bidoni. Non prima delle 21 però, perché non si può!
Non ce la faccio, ti vien da dire. 🙁
Però poi, con sorpresa, senza il bisogno di spiegare nulla ai bambini, succede che una sera Niccolò (3 anni) mi si avvicini e dica: in quale contenitore posso sputare il mandarino che ho in bocca? Oppure che Matteo (5 anni), un po’ scocciato, sbuffando: va bene, il naso me lo soffio, ma il contenitore lo scegli tu. Dove vanno buttate le altre cose l’ho capito ma il fazzoletto con il moccolo proprio no.
Beh, allora c’è speranza. Anche questo è educare.
Crescere in una famiglia che differenza, fa la differenza
(almeno, lo spero… :ermm: ).
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Questo post partecipa al blogstorming
Riferimenti
Raccolta differenziata domiciliare 2009 – Reggio Emilia
Il Rifiutologo – Sostituisce la laurea ad hoc :w00t:
Osservatorio Provinciale dei Rifiuti (OPR) – Reggio Emilia
ah ah ah…immagino tuo figlio che non sa cosa fare col suo nocciolino!!
Io vivo in prov.di Modena, e attualmente disponiamo del servizio ecologico per il ritiro della carta e di un contenitore per la raccolta della plastica..Ma niente di specifico per l’umido nel mio quartiere…
E’ vero che differenziare è impegnativo e non tutti ancora hanno voglia di farlo..Non sempre i servizi sono puntuali..Ma avete anche voi vicini di casa che per risultare tra i “bravi differenziatori” lasciano alla vista di tutti i visitatori del palazzo i rotoli della carta igienica e le scatole degli assorbenti e dei preservativi???? 😆 Una cosa o si fa bene e con civiltà o non si fà…Monica
ma sta a vedere che per produrre meno rifiuti li dobbiamo mangiare!!!!!!!!!!!
Cara la mia Signora Claudia, il problema non è di noi consumatori, ma dei produttori dei rifiuti,evidentemente disinteressati al problema che affligge il nostro Pianeta; se continuano a riempirci le case di “rusco”,cosa pensa che dovremmo fare?lo bruciamo come diceva una signora sopra? lo saprà la signora che brucia tutto nel camino che casa sua inquina come un inceneritore di vecchia generazione? il nostro Comitato tornerà presto a discutere una mozione di iniziativa popolare in Consiglio Comunale,chiederemo che sia presa una decisione:o si fa il porta a porta come si deve(cosa che non succede a Reggio Emilia), o si torna alla differenziata stradale.
Proprio in questi giorni, sulla nostra stampa locale è uscito un articolo di una signora che lamentava il mancato ritiro dei rifiuti del porta a porta da ben 15 giorni, sarà normale? il giorno dop è uscito un articolo dove diversi cittadini lamentavano la scorrettezza del ritiro rifiuti dove gli stessi operatori confermavano che loro stessi mescolano tutto. non certamente per loro volere.E intanto le bollette lievitano grazie al porta a porta, non lo dico io, bensì l’ATO.
E allora, adesso lo dico io!!
cordialmente
Nadia Borghi
Presidente Comitato Reggio Emilia
Ciao, sono una montanara reggiana, gran differenziatrice da moltissimi anni.
Ho vissuto due anni in Belgio dove la raccolta differenziata era non solo obbligatoria ma porta a porta. E devo dire che il sistema funzionava benissimo. Ovvio, non essendoci abituata mi ci è voluto qualche tempo per prendere i ritmi, ricordarmi i giorni per tirare fuori il sacchetto del colore giusto…ma dopo è andato tutto liscio per, appunto, due anni!
Io lo trovo l’unico sistema per essere sicuri che la gente differenzi veramente, perché differenziare non sia lasciato alla semplice buona volontà. E’ un dato che là dove la raccolta è fatta porta a porta ladifferenziazione aumenta molto.
Detto tutto questo, sono d’accordo con Mammaimperfetta, differenziare è un gran casino! Soprattutto la plastica (ci ho scritto un post recentemente nel blog di un progetto appena nato, Chilo avrebbe mai pesato: http://www.chilopesa.it) Ma anche per questo è questione di “studiare” un po’ e abituarsi…
E poi che dire…l’unica verità è che il miglior rifiuto è il rifiuto non prodotto, quindi stare attenti a buttare il meno possibile e che quello che si butta sia sicuramente differenziabile. Un’impresa, sì, ma ne vale la pena!
chiedo scusa, non è che non volevo farmi sentire ma sono stata impegnata a scrivere sulla stampa locale dei problemi che gravano sull’amministrazione della nostra città.
Allora, che differenziare sia importante non lo ha mai negato nessuno, tantomeno il comitato di cui io sono presidente, ma il porta a porta è un’altra cosa: non si possono costringere le persone a farsi una mini discarica continua in casa, perchè sappiate che non tutti dispongono di spazi da destnare al rusco.
Basta solo documentari un attimo per sapere che in Piemonte stanno tornando alla differenziata stradale perchè si sono indebitati abbastanza col porta a porta e non ce la fanno più,basta informarsi per sapere che Hera sta aumentando i cassonetti stradali mettendone di più per l’organico,basta controllare le nostre bollette per vederne gli aumenti che per ora sono ancora nulla in confronto a quello che verrà; e poi scusate, ma se lunedì 18 gennaio sciopereranno tutti i dipendenti di Enìa per protestare contro al Comune (loro Pagatore)ci sarà un motivo o dobbiamo ancora dire viva il porta a portaper quanto riguarda Bergamo ne conosco la realtà ma non devono tenere i bidoni sotto al lavandino per giorni!!!e allora?
E allora?
i piatti di plastica non si usano!al limte quelli compostabili 🙂
Che figura!!!
Stavo seguento il discorso sia su mammafelice che su mamma imperfetta e pensavo di essere dall’altra parte invece ero qui…
Scusate, d’ora in avanti presterò più attenzione…e dormirò qualche ora in più!
Confermo ciò che ha detto Luca, anche io sono della provincia di BG, e scrivo le stesse cose pochi giorni fa su un altro blog che trattava questo argomento.
Riciclare diventa anche divertente e solidale. Per esempio da noi la Piattaforma Ecologica è gestita da un gruppo di pensionati che lavora con passione, smista, sistema e qualcosa vende a poco a chi passa di lì e il ricavato va in beneficenza.
Ciao. :angel:
da noi a Bergamo si fa la raccolta differenziata da circa 20 anni, siamo stati tra i primi in tutta Italia e diversi comuni della provincia si contendono ogni anno il titolo di comune riciclone d’Italia.
E’ tutta questione d’abitudine, in poche settimane diventa tutto così naturale che quando poi vai in una zona d’Italia dove ancora non si fa la raccolta differenziata… ti sembra quasi di trovarti in un’altro mondo, te lo assicuro.
Importante poi è l’educazione verso i più piccoli, da noi si puntò tantissimo sensibilizzando scuole e asili ed oggi, possiamo dirlo, i buoni risultati di tutta la provincia lo confermano.
ciao!
Luca
A mio parere, la differenza la fa la differenziata (che anche noi facciamo da anni e che è buon senso civico) dalla domiciliare.
La domiciliare ti responsabilizza maggiormente, per lo meno io, sapendo che mi vengono sotto casa a ritirare i rifiuti, mi sento proprio in dovere di farla per bene.
Mi spiace che Nadia non sia tornata a dare risposta, mi interesserebbe sapere perchè dice che è uno sforzo inutile.
A che pro ce lo farebbero fare?
Silvia, l’ho letto il post 😉
Mi sono agganciata a questo tuo post per scriverne uno da noi che, come ti dicevo, avevo già in testa sullo stesso tema.
http://genitoricrescono.com/differenziamoci-anche-noi/
Io riciclo ma non bado a queste linee guida se non una, lavare i contenitori di qualsiasi materiale, per il resto tutta la plastica la metto insieme (pulita) e poi ci pensano loro a fare le divisioni e mica sono mandrake, la carta e il cartone li brucio perche’ ho il camino e non ho la legna e siccome la legna costa e di andarla a fare mio marito non ne vuol sapere toppo spesso, quando proprio lo vogliamo accendere per stiepidire bruciamo tutto l’accumulato, 5-10 minuti massimo e via andato tutto, resta la cenere e abbiamo anche se in modo diverso salvato alberi anche noi…certo non ci si puo’ cucinare cosi’…mentre con la legna una bella pizza accanto magari la fai o un polletto sul girarrosto… il tetrapack qui non lo riciclano cosi’ purtroppo finisce nella spazzatura normale ed ai residui di cibo ci pensano o i nostri gatti oppure maiali e galline dei vicini e anche noi cibi andati a male nel gabinetto o nel secchio a seconda del tipo. le bucce d’arancia o mandarino vanno nel fuoco che cosi’ profuma un pochino…quando c’è.
facendo i conti sono 18 anni che nel mio paesello si fa la raccolta differenziata porta a porta: devo dire che quando abitavo in appartamento era sicuramente più …puzzolente, ma adesso che abito in una casa singola è diventato molto più semplice, giù ho 5 bidoni e su in cucina ne ho 5 di piccoli, praticamente li svuoto ogni sera e orami è un’abitudine. spesso sento dire che nn è vero che riciclano, spesso sento dire il contrario.
trovo che dovrebbero farla tutti, odio l’idea che da noi siano 18 anni che la utilizziamo e nella grand emetropoli nn se ne parla ancora..
Si dai dopo un pò diventa normale differenziare!!!
Nel mio paese (provincia di BG) la raccolta differenziata si fa da decenni. Quando ti abitui non puoi più farne a meno. Ti senti male a buttare un vasetto di yogurt nella pattumiera o la carta. La carta? Anche per le mie figlie è automatico buttarlo nel cesto per la carta.
Quando andiamo in vacanza ci portermmo quasi la spazzatura a casa per differenziarla.
La speranza poi è che venga effettivamente riciclato il più possibile quello che portiamo alla discarica!
Noi sui cassonetti per ora abbiamo questi bei fumettini che ti spiegano cosa non puoi buttare anche se proprio non sai capacitarti del motivo 😉
Se poi hai un dubbio e vai sul sito…il dubbio spesso ti resta!
Ma consoliamoci: stiamo crescendo una generazione ecologica.
Perlomeno, ci proviamo. :blush:
ciao Silvia,
bellissimo modo di parlare della Differenziata: in effetti, se la vedo come uno stile educativo … posso farmi forza anch’io contro la pigrizia 😉
a presto S.
Salve Nadia,
ora correggo il link al suo sito perchè è stato inserito due volte l’http e non è visibile.
In realtà, questo post non voleva essere polemico con le istituzioni.
Ora mi informerò meglio, certo l’idea che tutto questo sacrificio sia inutile ai fini ambientali non mi rallegra molto.
Resta il fatto che l’educazione al rispetto del nostro mondo non è inutile se passata i nostri figli e un bambino di 3 anni che capisce la differenziata è pur sempre un traguardo educativo personale.
Non ho mai visto come raccolgono i rifiuti, in realtà.
Come vengono raccolti? Io vedo camion diversi che vengono a prelevarli.
Non è corretto?
dimenticavo: se vi lamentate del porta a porta che si sta allargando ora a Reggio Emilia, immaginate come lo viviamo noi di santa croce che essendo stati i primi ad averlo, non abbiamo subito modifiche, mentre voi, grazie al nostro comitato, lo state vivendo modificato.
resta però il fatto che è comunque una vergogna ed un disonore per la nostra città che non è mai stata sporca come adesso.
Consoliamoci pensando che ad Alessandria, dove è attivo un comitato amico, si sta tornando alla raccolta stradale, avendo costatato che il porta a porta è sporco, dispendioso ed infruttifero.Pensate solo che la città di Alessandria si è indebitata grazie alle spese sostenute per mettere a regime il porta a porta!!!
Nadia Borghi
sono felice che il porta a porta cominci a far discutere nella mia città (Reggio Emilia).
sono Presidente del comitato Reggio Emilia costituitosi 4 anni fa in occasione dell’introduzione del porta a porta presso la ex settima circoscrizione; ho lottato con i denti e con le unghie assieme ai membri del comitato affinchè venisse cambiato questo metodo troglodita e dispendioso;ho cercato di far capire alla gente che se differenziare è un dovere,non è certo un diritto del nostro Sindaco costringerci a detenere in casa la puzza che inevitabilmente producono i rifiuti.
Ho fatto collezione di verbali di soppraluogo dei tecnici USL la cui Direttrice si è messa a nostra disposizione denunciando al Sindaco e all’allora Ass. Montanari le problematiche da noi sollevate.
Abbiamo chiesto un referendum che ci è stato negato,siamo andati per vie legali e il Tribunale di Reggio ha obbligato il Sindaco ad indire il referendum; Delrio lo ha indetto per il 14 settembre 2008 per poi revocarlo 3 giorni dopo.
Se il nostro comitato ha fatto tutto questo, perchè a suo tempo nessuno di coloro che adesso si lamentano ci ha sostenuti?nemmeno una parola!Perchè adesso insorgono col dire che il porta a porta è assurdo? perchè è toccato anche a loro, ma se ci si fosse attivati tutti insieme, forse adesso avremmo già sconfitto il mostro.
Dal canto mio sono sempre disponibile con l’esperienza e le documentazioni acquisite negli anni,ad aiutare chiunque mi chieda aiuto perchè differenziare è giusto ma il porta a porta è illegale!! mi dispiace solo perchè sapendolo in pochi, preferite accettare pur di non incorrere in grane.
ma lo sapete che i vostri sacrifici sono inutili? avete mai visto come fanno i mezzi a raccogliere i rifiuti? controllate!!!
se volete, potete visitare il mio sito che vi darà parecchie spiegazioni in merito.
grazie per l’ospitalità
Nadia Borghi
Presidente Comitato Reggio Emilia
cittadini Santa Croce
io per sentirmi più ecologica ho optato per i pannolini lavabili e devo dire che anche per quello è solo una questione mentale, e lavare e stendere i pannolini oramai è diventata un’abitudine come lavare e stendere le mutande…un piccolo tassello per un mondo meno inquinato
Mamma al quadrato, la roba unta non si differenzia. E’ lo stesso motivo per cui vanno lavati i brick prima di gettarli.
Chccolain, sono ancora nella fase di iperattenzione a quello che faccio io per potermi permettere di guardare nei bidoni altrui…ma, appena passerà questa smania, inizierò a buttare l’occhio! 😉
My…l’ho premesso. Io NON sono una ecomamma.
Ma Matteo e Niccolò sono un po’ eco comunque. Basta poco. 🙂
una mamma ecologica non fa usare fazzoletti di carta!!!
imperfettissima!
😀
anche io da Roma non ho la raccolta differenziata a domicilio, pero’ mi sono comprata un bidoncino doppio x carta e plastica+metalli+vetro che mio figlio (di neanche 2 anni) adora e mi tocca pure trovargli pezzetti di riviste e buste della posta (a cui ho tolto la finestrella :)) da buttare piu’ e piu’ volte 🙂
ma mi fanno una RABBIA quelli che fanno il sacchetto di plastica con dentro la carta e poi buttano TUTTO nella carta… cioè che ricicli a fare se neanche usi il cervello x capire che se è carta il sacchetto di plastica che hai usato non ci va? oppure quelli che quando il bidone “normale” è strapieno per ripiego buttano la roba in quello della carta e della plastica… ma gli incivili sono tutti qua sotto da me o succede anche da voi?
Silvia mi hai preceduto!!! Questo post volevo scriverlo io da noi! A questo punto (oltre ad inserirti nel blogstorming) ripenserò il mio post con ampie citazioni al tuo.
Qui a Roma la “sperimentazione” ancora prevede solo il centro storico e noi ne siamo fuori, ma sta per arrivare.
Per il momento noi procediamo di nostro, con la semplice differenziazione su tre cassonetti: carta, plastica+metalli+vetro, resto del mondo…
Ma la vera differenziazione incombe… e, devo dire, alla fine ne sono anche un po’ contenta!
(scusami, ti inserisco nel bs da domani, siamo un po’ in ritardo praticamente su tutto!)
Io abito nell’hinterland milanese e da noi nessuno toglie le etichette dalle bottiglie, nel senso che nessuno ci ha detto di farlo. E i cartoni della pizza finiscono in mezzo alla carta. Mi vuoi dire che differenziamo a vuoto? No perché già mi era venuto questo sospetto… :cwy: