Bea e Serena, due storie di allattamento, diverse, ma simili.
Ben riuscite (dove “ben” sta per congruenti con i loro desideri), nonostante le difficoltà, le intrusioni, i consigli, i rimproveri, i pareri personali.
Come, sempre, la parola a voi, io risponderò, come voi, nei commenti.
Cara Mamma Imperfetta,
sono a raccontarti l’esperienza di allattamento che sto vivendo…per nulla facile in certe fasi, talvolta non supportata, ma tutto sommato soddisfacente nel risultato (per ora, si intende) .
Ti premetto che la facoltà di allattare al seno il mio bambino mi è stata a cuore già dall’inizio della gravidanza, l’ho considerata sempre un’esperienza speciale sia dal punto di vista emozionale (anche se credo che forse la mia aspettativa fosse troppo alta, forse stereotipata…), che dal punto di vista pratico, considerate le favolose proprietà del latte materno e la comodità di poter allattare dovunque e in qualsiasi momento.
Appena rientrata in stanza in seguito al taglio cesareo ho attaccato subito il bambino al seno. Un po’ per la scomodità di allattare da stesa, un po’ per la sua voracità, mi sono ritrovata nel giro di poche ore a patire dolori infernali causati dalle ragadi. Ho passato ore nella stanza dell’allattamento dell’ospedale, con le lacrime agli occhi, con risultati demoralizzanti, pochi grammi che non bastavano a sfamare il mio cucciolo di oltre 4 kg. Tornata a casa, forte del fatto che non volevo assolutamente desistere, che il piccolo non piangeva, e che probabilmente la quantità di latte sarebbe aumentata se adeguatamente stimolata, ho continuato ad attaccarlo esclusivamente al seno per ore.
Però, dopo il primo controllo con la pediatra, la fiducia nella mia capacità di allattare è stata demolita. Il bambino non aveva ancora recuperato il peso del calo fisiologico, in pratica non aveva preso un grammo da quando eravamo stati dimessi dall’ospedale. La pediatra mi ha detto che avrei dovuto comunque attaccarlo, ma offrendogli poi sempre un’aggiunta (si parlava di circa un etto di latte artificiale al 10° gg di vita, praticamente un intero pasto).
Tornata a casa ho passato circa 10 gg combattuta tra il desiderio di continuare ad allattare (il che corrispondeva a poppate, sempre molto dolorose, di circa 1 ora e più), e le aggiunte che di malavoglia mi sentivo obbligata a dargli.
Non so se sia stato perchè tutti quelli che mi dicevano di lasciar perdere e di passare direttamente all’artificiale (“tanto crescono lo stesso”) non riuscivano mai a risultarmi al 100% convincenti, o perchè in fondo la mia testardaggine era molto più forte di qualsiasi argomento, al 22° gg ho deciso di prendere in mano la situazione.
Supportata dalla mia omeopata e da una bio-zia aperta sostenitrice dell’allattamento al seno, ho agito su più fronti: integrando la dieta con alcuni preparati naturali che notoriamente favoriscono la produzione di latte, con risultati sorprendenti (dopo qualche giorno ho addirittura sospeso serenamente le aggiunte, mantenendone ancora per qualche giorno una soltanto alla sera perchè il pasto fosse il più possibile soddisfacente da garantirci qualche ora filata di sonno) , e prendendo appuntamento al consultorio di zona, dove ho potuto fare una poppata in diretta per verificare se il bambino si attaccava correttamente. Mi hanno dato davvero un grande supporto, soprattutto psicologico…la signora Elena, che non finirò mai di ringraziare, mi ha fatto capire che non essendo i bimbi tutti uguali, soprattutto nella fase post nascita le tabelle e i numeri così cari alla pediatra andrebbero presi “con le pinze” – probabilmente il fatto che lui alla nascita superasse i 4 kg ha fatto sì che avesse alcune riserve nutritive che non gli facevano sentire più di tanto lo stimolo della fame e il poco latte che trovava gli era sufficiente per sentirsi comunque sazio.
A che punto siamo ora, ormai alla soglia dei due mesi? Il latte c’è, e il piccolo lo beve di gusto, anche se, per pigrizia o sonno, non sempre mangia come e quanto dovrebbe. Allatto volentieri, perchè lo ritengo importante, malgrado non ne tragga tutto il piacere di cui tante donne parlano (saranno le poppate che durano ore? gli ingorghi? Mah…) e a volte, per riposare un po’ il seno, o forse perchè in fondo ho un po’ bisogno di sentirmi libera, gli dò serenamente un bel biberon veloce e soddisfacente per entrambi. C’è chi per questo mi riprende, c’è chi dice che non si fa. Ma questo per me è un gran sollievo…mi dà la sensazione di non essere del tutto svanita nel nulla.
Per trarre un’ultima conclusione a livello generale, posso dire che forse la donna che allatta, o che desidera farlo, non è ancora sostenuta come dovrebbe (se fosse stato per la pediatra della prima visita, avrei desistito sicuramente), colpa forse delle istituzioni che danno troppa poca voce alle associazioni e strutture a sostegno dell’allattamento.
Se non fosse per la caparbietà delle mamme…
Un abbraccio.
Bea
Ciao Silvia,
mi chiamo Serena e da 8 mesi e mezzo sono la felice mamma di Matteo.
Ho deciso di scriverti perchè mi sto ponendo alcune domande sull’allattamento, che continuo a praticare, e stasera, dopo averlo messo a letto, mi sono tornate in mente delle cose lette qualche tempo fa sul tuo blog.
Ad oggi allatto Matteo due volte al giorno, la mattina e la sera prima di dormire …oltre alla notte durante la quale continua a svegliarsi una o due volte.
A differenza di te, per me l’allattamento è stata un’esperienza meravigliosa, emozionante e dolcissima, come la prosecuzione della fortissima fisicità della gravidanza.
Quando ho cominciato a svezzarlo (a 4 mesi e mezzo) mi sono accorta che contemporaneamente “svezzavo” anche me! Nel senso che anche io dovevo abituarmi gradatamente a questo distacco fisico.
Fino a qualche settimana fa, la sera non lo allatavo: gli davo la pappa alle sei e mezzo e verso le otto lo mettevo a letto: non volevo che si abituasse al seno per addormentarsi.
Poi, spinta dai continui risvegli notturni e da amiche che mi consigliavano di dargli il latte prima che si addormentasse “per riempirlo di più”, ho iniziato a farlo e, come per magia, Matteo ha cominciato a non temere più l’ora della nanna, neanche dei pisolini che comunque erano una vera tragedia (e prima dei pisolini non lo allatto). Insomma, ha acquistato una serenità che a un certo punto aveva perso (verso i sei, sette mesi), quando appunto l’ora della nanna era l’apocalisse!
Allattarlo, come ti dicevo, mi dà gioia e un grande senso di tenerezza ma sono contemporaneamente preoccupata sia per l’abitudine che gli sto creando sia, soprattutto, per il forte legame che evidentemente c’è con la sua serenità.
Ho letto sul tuo blog una frase che mi ha fatto pensare. scrivi : “ho allattato i bimbi fino a quando l’hanno voluto loro”.
Mi ha colpito l’aspetto della “scelta” dei tuoi bambini, o così mi sembra di cogliere, il fatto che sia arrivato un momento in cui non hanno voluto più essere allattati…se così fosse anche per me sarebbe un grande sollievo!
Volevo sapere da te se la mia interpretazione era esatta, se arriva un momento in cui la loro voglia di autonomia li rende indipendenti da questo “rito” o se invece, come dice una mia amica, “la tetta è sempre la tetta” e non c’è minimamente da sperare che se ne separi volontariamente.
Ti ringrazio, qualunque tuo consiglio mi sarà di aiuto!
Serena
@monica, ciao e in bocca al lupo per la terza gravidanza! io ti consiglio di cuore di cercare qualcuno che ti possa sostenere nel portare avanti un tentativo di allattamento al seno…un’amica, un’ostetrica, una consulente de LLL, con cui iniziare un rapporto fin da ora…parlare delle difficoltà passate in precedenza per affrontare questa nuova avventura sarà senza dubbio un ottimo punto di partenza.
baci,
bea
ciao, sono una mamma di 2 meravigliose bimbe di 6 e 4 anni. la prima ho provato l’allatamento al seno ed è stato un disastro, dopo 2 mesi sono passata al biberon. con la seconda ci ho pensato, ma terrorizzata ho scelto subito il biberon. ora sono in attesa del mio terzo bimbo, arriverà tra 111giorni, DPP è il 19 maggio e non vedo l’ora. sogno e voglio allattarlo al seno vorrei con tutto il cuore riuscirci questa volta. prima di tutto credo che dovrei imparare ad essere piu’ rilassata, ma cosa posso fare x riuscire al meglio. grazie mille se qualcuno mi suggerisce. un bacio a tutte le mamme e future mamme. monica 78 :blush:
Vorrei anche io lasciare la mia testimonianza su questo splendido blog, che ho scoperto grazie al post sul cesareo.
Sono mamma da poco, pochissimo – 70 giorni – di un piccolo gioiello che abbiamo chiamato Irene. Devo dire che riguardo all’allattamento, sono stata molto fortunata ad avere vicine mia mamma e mia suocera che mi hanno incoraggiata a non mollare… Irene è nata con un cesareo d’urgenza e, come spesso capita con il cesareo, la montata è arrivata in ritardo… io mi stavo scoraggiando perchè dopo dieci giorni ancora il fatidico latte non si vedeva, ma le due donne fantastiche che ho avuto vicine nella mia prima settimana da madre mi hanno rimepito di mille attenzioni e accorgimenti (spugnature calde, tisane per il latte, etc) fino a che la notte del decimo giorno la piccola Irene ha bevuto il latte della mamma… che emozione! e che fortuna… perché Irene da allora dopo la poppata della notte dorme 9 ore filate e mi rendo conto che nemmeno a tre mesi questa è una specie di grazia divina! Silvia, complimenti per il blog e per lo spazio che concedi a noi per lasciare un pezzetto della nostra vita accanto alla tua
… Visto che ci sono così tante mamme entusiaste dell’esperienza dell’allattamento, vi trasmetto un’informazione che per me è stata molto utile!
Esiste una maglietta che si milkshirt e che ti permette di allattare con estrema facilità in ogni momento e in qualsiasi posto! non vi spiego come è fatta… andate direttamente a vederla sul sitohttp://www.40settimane.com (oltre alla maglietta, sullo tesso stile troverete pigiama e camicia da notte!)… geniale!!!
un bacio a tutte le mamme “mucche” 🙂
Non esistono mamme che non vogliono allattare? Presente. Io non ho mai voluto allattare: mi sembrava un’invasione del mio corpo e della mia intimità, un prolungamento dell’invasione della gravidanza. Badate che i miei figli li ho voluti entrambi, ma il periodo della gravidanza è stato un sacrificio, non il periodo benedetto che molte raccontano.
Ho provato ad allattare Amelia nonostante non lo volessi, perché “era bene per lei”. Mi sono fermata a un passo dal baratro, sfinita dalla fatica e dal dolore fisico.
Ettore forse sarebbe stato più sopportabile, ma Amelia era piccola ed era gelosa dei momenti delle poppate. Sarà sbagliato, ma ho preferito non insistere nel solo comportamento che suscitava la sua gelosia.
Se avessi il terzo figlio, penso che non ci proverei neanche, ad allattare. Mi rendo conto che sarebbe salutare, ma penso anche che la mia salute mentale sia più importante di un ipotetico (anche se comprovato) beneficio futuro.
Ciao a tutte!
è stato bello leggere tante esperienze, simili alla mia o semplicemente di condivisione, ed è incredibile come il rito di allattare il proprio figlio dia sensazioni così simili a tutte, ti fa capire quanto sia naturale e intimamente collegato con la radice della vita. E’questo secondo me l’aspetto più bello: sentirsi parte generante del corso naturale delle cose.
Sono stata contenta di leggere le storie di MammaEly, Linda e Alda, che hanno scritto di esperienze simili alla mia riguardo al problema della transizione dal seno al biberon. …o meglio, spero che la mia sarà simile alla loro! per adesso sfrutto i due pisolini diurni per insegnare a Matteo ad addormentarsi senza seno e senza storie. Quello che mi ha allarmato è stato il suo rifiuto (che va però migliorando) ad addormentarsi, che col seno – come ho già scritto – è scomparso. Il rapporto tetta-tranquillità-sonno mi spaventa ma dopo quello che ho letto posso sperare che le cose seguiranno un corso naturale. Tra l’altro, un paio di giorni fa mi sono tornate le mestruazioni e non so questo che conseguenze possa avere sulla produzione del latte, se diminuirà drasticamente oppure se continuerà a seguire le esigenze del bambino.
Comunque sia, a meno di non constatare un’eccessiva riduzione del mio latte, continuerò ad allattarlo finchè mi sembrerà che per lui è importante, cercherò di insegnargli a trovare tranquillità per addormentarsi anche da solo durante il giorno e magari tra qualche tempo introdurrò un biberon al posto di una tetta, anche se un paio di settimane fa ancora lo rifiutava…
grazie a tutte, a presto.
serena
Grazie Bea per il consiglio, avevo infatti pensato di contattare già da adesso la consulente provinciale della “La Leche Legue” (volontarie mamme preparate in tal senso). Mia madre ha il difetto, se così si può definire, di essere troppo mamma e di essere troppo emotiva, vorrebbe che per i suoi figli e i nipoti non ci fossero mai problemi! Ma come si dice: “il troppo stroppia”
Anch’io voglio condividere la mia esperienza.
Mio figlio è nato di 3.970 kg, l’ho attaccato subito e lui non ha avuto nessuna difficoltà. La prima settimana l’ho portato dalla pediatra perchè a volte succedeva che, appena finito di poppare, rigurgitasse quasi tutto il latte. La pediatra si è messa a ridere: aveva recuperato tutto il calo ponderale ed era cresciuto di 3 etti e mezzo. Semplicemente mangiava anche troppo!!!
Mi sono tranquillizzata ed ho continuato ad allattare a richiesta (ad 11 mesi se lui poppava dal seno destro mi usciva latte anche dal sinistro!!!).
Ho cominciato a svezzarlo a 5 mesi e mezzo. All’avvicinarsi dell’anno (le poppate erano diventate 2, alla sera e al mattino)ho pensato fosse venuto il momento di smettere.
Ho cominciato ad alternare la poppata della sera, una sera il mio seno ed una sera latte vaccino, senza nessun problema. Dopo una settimana ho cominciato con il latte vaccino tutte le sere. Un’altra settimana ed ho cominciato ad alternare la poppata del mattino. L’ultima gliel’ho data il giorno in cui lui ha compiuto 13 mesi. In questo modo il latte mi è andato via senza dover prendere pastiglie.
Ah, le ragadi sono venute anche a me ma ho risolto il problema con il paracapezzolo in silicone, non lo usavo quando allattavo ma lo tenevo varie ore durante il giorno. Dopo un paio di giorni mi sono passate!
Franz
A mammadicorsa mi sento di dare un consiglio…il cercare già da ora qualche persona fidata e con esperienza (un’ostetrica, un’amica o un’esperta in allattamento)che ti possa sostenere e aiutare con questo secondo bambino. Io sono stata fortunata perchè quando ne avevo bisogno di consiglio e conforto sono riuscita a trovare qualcuno che mi sapesse aiutare, ma se non fosse stato così probabilmente non ce l’avrei fatta. E per quanto riguarda la figura di tua madre (una figura probabilmente forte come lo è la mia), potresti spostare le sue energie e iniziative sul primo bambino, che sicuramente avrà bisogno di essere accudito, dato che tu sarai impegnata con il nuovo arrivo. IN BOCCA AL LUPO!!!!
bea
io ho allattato la mia emma fino ai 2 anni ovviamente non in modo esclusivo, mangiava regolarmente ai pasti ma come colazione, merenda, pre nanna e notte prendeva il latte da mè, mi è pesato solo il rientro al lavoro perchè non dormivo molto di notte ma la sensazione di tuttuno che mi ha dato l’allattamento penso che sia insostituibile, adesso sono alla 28 settimana, a gennaio nascerà francesca e se fosse possibile rifarei la stessa esperienza
penso ke allattare al seno è un esperienza meravigliosa, unica.guardare una mamma ke allatta il suo bimbo è come ammirare un dipinto. non esiste un gesto di amore più grande.io purtroppo con la prima bambina ,anche avendo abbastanza latte ho allattato solo x 3 mesi.terry aveva delle forti coliche e più piangeva e più si attaccava al seno peggiorando così le cose.poi come x ogni neomamma ho avuto mille consigli e con lo svezzamento ho smesso di allattarla.mi ripromisi allora ke nn avrei fatto lo stesso errore con il secondo bimbo.ma il caso volle ke tony nacque di kg.2.900 e nonostante tutti i miei tentativi di attaccarlo al seno di continuo lui si addormentava.allora fui costretta a tirarmi il latte e conservarlo in frigo appena sveglio.ma come prendeva il biberon aveva il rigurgito,da premettere ke in 1 settimana non aveva preso nemmeno 100 grammi.cosi iniziai il mio incubo cambiando ogni settimana tipo di latte fino a quando il mio istinto di mamma mi portò a svezzarlo forse troppo presto,ma con latte e crema di riso e altre pappette ,tony non solo non aveva più il rigurgito,ma cresceva sano e bello.nel frattempo io ho dovuto assumere la pillola x non avere più latte e credetemi è la cosa che mi ha fatto più male.questa è stata la mia esperienza e spero possa essere utile a qualcuno.mi sento di dire a tutte le mamme che non hanno dei seri problemi a non abbattersi e di essere pazienti ma vivete inpieno questo meraviglioso momento.
Grazie Silvietta perchè mi hai fatto riflettere. Durante la mia prima gravidanza ho allattato 3 mesi, ma poi la bimba cresceva poco, anche se era tranquilla, e io ero un po’ spossata. Ma avrei potuto farcela se solo non avessi avuto mia madre, santa ma troppo apprensiva, che continuava a spingermi verso l’allattamento artificiale. Ora capisco quanto sia stato forte il suo condizionamento, da sempre esistito (seppur fatto con amore). Ora che sono incinta del secondo sto cercando di mettere in chiaro le cose fin dall’inizio, ma ho i miei dubbi che lei capisca! Riuscirò a fare “orecchie da mercante”????
Cara Bea e Serena, sono mamma di due splendidi bimbi, Michela di 3 e anni e mezzo e Alberto di 17 mesi. Le mie due esperienze di allattamento sono state completamente diverse: la prima con ragadi nelle prime settimane, ma poi tutto tranquillo, sereno, facile, con il secondo, all’inizio (i primi 3 giorni!) bene, ma poi è scoppiato il reflusso e allora è stato davvero pesante, faticoso, impegnativo, ma sono andata avanti fino a quando proprio non ne potevo più (5 mesi). Anche il sostegno ricevuto in ospedale è stato diverso: con la prima sono stata seguitissima, perché era il primo figlio, con il secondo, praticamente abbandonata, perché tanto ero <>. Non sono un’accanita sostenitrice dell’allattamento, anzi, per me la cosa più importante è come si sente la mamma e come reagisce il bambino. Se non c’è da entrambe le parti serenità e interesse, forse è meglio lasciar perdere.
Cara Bea e cara Serena, vorrei condividere con voi le mie esperienze, molto diverse come molto diversi sono i miei bimbi. Quando è nato Pietro, con parto spontaneo, il reparto era pieno di neomamme con cesareo e in due giorni non ho mai visto un’ostetrica. Quindi Pietro l’ho attaccavo senza sapere come e se facevo bene. Dopo tre giorni dalle dimissioni ci siamo ritrovati all’ospedale, con lui disidratato perché il bimbo, abituato al colostro, una volta arrivato il latte, non ne voleva sapere. In neonatologia invece due ostetriche bravissime con una pazienza da sante mi hanno riattaccato il bimbo al seno, facendomi vedere come dove e quando. Da quel momento in poi è stato bellissimo e naturale: Pietro prendeva un chilo al mese, lo allattavo ovunque, era un bimbo sereno e felice.
Memore di quel trambusto iniziale, quando è nato Matteo di quattro chili, appena uscito dalla pancia l’ho attaccato al seno. Ma Matteo ha sempre pianto tantissimo e cresceva poco. E tutti a dirmene di tutti i colori. Per fortuna la mia pediatra (che è anche una mamma), mi ha veramente tranquillizzato e rasserenato. Non tutti i bambini devono crescere un chilo al mese! Anche adesso che Matteo ha 19 mesi non è un gigante, pur mangiando di tutto e in abbondanza!
Dalle mie esperienze ho tratto questo insegnamento: una mamma, con le giuste informazioni, DEVE seguire il suo solo istinto, e come fa fa bene! In bocca al lupo per i vostri cuccioli!
Angela
Ciao a tutte,
è la prima volta che scrivo ma è da qualche tempo che leggo questo blog e quelli di altre mamme. Ho scoperto un mondo nuovo e leggervi è diventato il mio appuntamento quotidiano! Ho deciso di scrivere sull’allattamento perchè per me è stata la mia prima difficoltà da affrontare ed insieme la mia prima vittoria!
Marco è nato con un cesareo d’urgenza all’una di notte e l’ho potuto rivedere la mattina dopo alle 10. Dopo dieci minuti si era già attaccato al seno nonostante flebo e sonnolenza da anestesia. Tornata a casa mi sono venute le ragadi ed il bambino voleva stare sempre attaccato anche due ore di filato. Io inesperta pensavo che non fosse normale e mi disperavo. Staccavo il bambino e piangeva allora gli davo il ciuccio e si calmava ma dopo un po’ piangeva di nuovo ed io lo lasciavo piangere ma mi si spezzava il cuore. Per le ragadi avevo messo un paracapezzolo che mi stava dando un po’ di sollievo. Dopo una settimana la pediatra mi dice che il bambino non era cresciuto quanto aveva fatto all’inizio e che provavamo ancora a vedere come andava per una settimana dopodicchè mi avrebbe dato un’aggiunta. Io tornai a casa disperata: non volevo arrendermi! Navigavo su internet alla ricerca di aiuto e non so come arrivai sul sito della Leche League la lega per l’allattamento. Lì fra le altre cose dicevano della possibilità di rivolgersi ad una delle consulenti ed io ho fatto così. Ho chiamato Valentina e lei mi ha ascoltato con pazienza dicendomi che andava tutto bene: il bambino poteva attaccarsi anche ogni mezz’ora e non c’era niente di male! Ho voluto prendere anche il manuale della Leche “l’arte dell’allattamento materno” e lì ho scoperto un mondo! Ho tolto il paracapezzolo, ho tolto il ciuccio ed ho attaccato Marco ogni quanto voleva (praticamente sempre): è stata una settimana durissima ma volevo a tutti i costi riuscirci! Dopo una settimana sono andata dalla pediatra: l’ha pesato e non ci poteva credere nenche lei: Marco era cresciuto tantissimo quasi 60 gr al giorno! Io ero felicissima..Marco ora ha sei mesi, lo allatto ancora e cresce benissimo! L’allattamento è molto di più che nutrimento: è calore, vicinanza, fiducia nel bambino e dei suoi bisogni. Ed è per questo che è difficile: fidarsi di lui vuol dire abbandonare le nostre idee e quelle degli altri permettendo al bambino di affermare i suoi bisogni! Per me l’allattamento significa questo: ascoltare Marco e dargli quello di cui ha bisogno per stare bene. Consiglio a tutte le mamme in difficoltà di rivolgersi con fiducia alle consulenti della Leche, vi parleranno da mamma a mamma e vi sapranno guidare con pazienza e affettuosa vicinanza.
Ciao a tutte!
cara Silvia, cara Bea e cara Serena,
mi unisco a questa chiacchierata con fatica perché per me l’allattamento – che non è ancora terminato – è stato così faticoso (causa ragadi aperte con carne viva scoperta per due cma) che ancora adesso ripensare ai primi tempi mi fa rabbrividire.
però penso sia il caso di parlarne, sempre e comunque.
eanche se le esperienze e i commenti precedenti sono così ricchi da farmi sentire superflua, voglio aggiungermi alla chiaccherata…
soprattutto vorrei che si sottolineasse quello che ha già scritto Vale: è troppo facile dare sempre la colpa alla donna: che attacca male, che non attacca, che attacca troppo ecc.
l’allattamento – anche se l’esperienza non è ancora terminata, mi lancio in questo giudizio – è una prosecuzione del percorso di gestazione in pancia. Silvia MammaImperfetta – mentre mi dibattevo nelle ansie della gravidanza – da brava tutorprenatale, mi aveva ammonito “duranta la gravidanza escono fuori le alghe della nostra vita, perché ci si faccia i conti”… ecco, mentre riflettevo sull’allattamento mi sono resa conto che per l’allattamento è quasi lo stesso.
anche se il bambino è “fuori”, è”nato” si tratta di un passaggio così delicato che tutto l’essere della mamma ne è coinvolto, con tutto il suo passato e sarebbe bello che una donna, in questi frangenti, potesse essere aiutata non con “norme standard” e “suggerimenti regionali per l’allattamento” ma con un accompagnamento alla sua scelta individuale.
le lettere che oggi vengono pubblicate hanno proprio questa splendida ricchezza. quella di persone che si sono sapute leggere dentro e hanno saputo fare la propria scelta. spero aiutino altri a trovare la propria strada.
grazie, ancora una volta, Silvia!
a presto, silvietta
Buongiorno a tutte, porto la mia esperienza di mamma che non ha allattato (con grandissima sofferenza) nessuno dei due bimbi. Purtroppo il primo bimbo ha dovuto abbandonare in anticipo la mia pancia per seri problemi renali scoperti al 7° mese di gravidanza, è nato con un cesareo e me lo hanno portato via per 3 giorni, io non riuscivo a camminare per andare in terapia intensiva a vederlo e nessuno si è preoccupato di questo, fin quando mio marito incavolato come una bestia mi ha portata praticamente in braccio! Inutile dire che l’allattamento, quello meraviglioso di cui parlavano al corso preparto, non ho potuto subito metterlo in atto, una volta a casa, con l’angoscia e la preoccupazione per la salute del bimbo, ho provato per due settimane a stimolare il seno con tiralatte, pastiglie per aumentare la produzione, fino a quando spossata dalle zero gocce di latte che uscivano, ho abbandonato, con grandissimi sensi di colpa e con la sensazione di sentirmi meno mamma per questo!!
Il secondo bimbo è nato con un parto naturale, 4 mesi fa, contentissima di poterlo allattare, mi sono stati di grande aiuto in ospedale e alla fine avevo davvero tantissimo latte, ma il bimbo non ne voleva sapere di attaccarsi, forse per il seno molto abbondante, forse per pigrizia del bimbo, ma io ero motivata comunque a dargli il mio latte, anche non dal seno ma comunque il MIO latte…purtroppo complicanze del dopo parto mi hanno costretta ad un ricovero in ospedale e terapie di farmaci incompatibili con l’allattamento e così piano piano il latte se n’è andato e il bimbo si è abituato ancora di più al latte artificiale e al biberon! Adesso mangia tantissimo ma non di mia produzione!
Avrei tanto voluto allattare serenamente e creare quel rapporto speciale con i miei bimbi, purtroppo non sono riuscita, certo il legame con i bimbi è fortissimo, ma mi rimane comunque quella sensazione di incompletezza, che credo non passerà mai, lo so che i bimbi crescono bene ugualmente, ma avrei tanto voluto creare quel legame di cui tutte parlate!
Forse avrei voluto mitizzare meno l’allattamento al seno!la citazione che qualcuna di voi faceva cioè che
tutte le donne hanno il latte: chi dice di non averne è perchè non ha realmente un desiderio profondo di allattare, forse sarà anche vera, ma a volte sono le circostanze che ci impongono delle scelte e noi possiamo fare ben poco, soprattutto quando c’è un bimbo da sfamare!
..Durante il corso preparto una pediatra ingambissima ha fatto una bellissima “lezione” sull’allatammento al seno… e parlando ci ha messo in guardia sul problema dell’assistenza in ospedale…
Infatti dopo il cesareo non son riuscita ad attaccare subito Ale al seno, stavo male e il mio seno da sempre piccolo non mi aiutava…in piu’ lui…ha dormito per i primi tre giorni
Le infermiere del nido non sono state molto di aiuto se nn a farmi confusione, ognuno diceca la sua …
Per rendere ancora piu’ tragica la cosa , oltra al seno piccolo, Ale pigro avevo anche i capezzoli poco adatti… Ho usato i paracapezzoli che nn hanno calmato l’impazienza di Ale…
In piu’ ero fuori ULSS , di conseguenza non potevo usufruire delle ostretrice a casa ….e nel mio paese non c’è nulla in merito…
Alla fine della fiera Ale è calato molto e ho dovuto dargli il latte artificiale,
mi son tirata il latte per il primo mese e ne veniva cmq sempre troppo poco
Alla fine ho mollato,era diventato troppo opprimente, attaccavo Ale al mio scomodo seno, lui agitato per la fame mi toglieva persino i paracapezzoli….e ci innervosivamo sia io che lui…
Forse nn mi sono impegnata abbastanza non lo so, io ci tenevo, ma ci tenevo anche ad essere serena per lui…cosi’ dopo il primo mese ho restituito il tiralatte….
mi piace parlare di allattamento…volevo raccontarti la mia esperienza, forse un po’ atipica. quando avevo la pancia abitata da giulia non volevo allattare, mi faceva impressione e non me ne fregava nulla di tutto ciò che mi raccontavano di quanto le avrebbe fatto bene perchè sapevo che i bimbi crescono bene anche con il latte artificiale, ed ero certa che avrei potuto nutrirla d’amore in mille altri modi.
sono tornata dalla sala parto sconvolta da ciò che il mio fisico aveva appena fatto e ancora più certa di non voler allattare, il mio corpo ne aveva già viste troppe. ho chiesta la pastiglia per togliere il latte…ma non l’ho presa. nei giorni passati in ospedale avevo giulia con me, ma non avevo il coraggio di attaccarla al seno, e fortunatamente al nido le davano del latte artificiale, giulia quindi si alimentava e io non avevo alcun senso di colpa.
il mio senon non dava segni di produrre il latte…ma io in fondo non lo avevo mai stimolato
a 4 giorni dal parto, una volta a casa ho trovato il seno che grondava di latte…e tutto ciò senza aver mai (e dico MAI) attaccato giulia…e così è iniziata la mia felicissima esperienza di allattamento. oggi giulia ha quasi 4 mesi, e le poche volte in cui le ho dovuto dare il latte artficiale non ti dico quanto sono stata gelosa perchè avrei voluto metter il mio seno al posto di quel biberon.
quanto mi ha cambiata la mia piccola giulia…e direi in positivo!
dimenticavo…sono grata alle ostetriche dell’ospedale per non avermi mai sgridata quando non attaccavo giulia, sono fatta male, e sarebbe stato controproducente, avrei preso quella pastiglia per togliere il latte….e invece mi han dato tempo e spazio…e così ce l’ho fatta arrivandoci da sola!
Leggo con il cuore in gola la storia della prima mamma che mi ricorda moltissimo le vicissitudini passate da me.
Per fortuna la sua caparbietà la ha aiutata tantissimo permettendole un allattamento efficace.
Dico sempre che si parla tanto dell’allattamento che andrebbe sostenuto ma sia negli ospedali sia dai pediatri poi c’è una facilità di passare all’artificiale senza sostenere le mamme che nulla avvalla la teoria.
Per fortuna di contro sono nati tanti centri a sostegno dell’allattamento.
E parlarne tanto, confrontarsi ammettere anche le proprie paure o dubbi aiuta tantissimo
“Tutte le donne hanno il latte: chi dice di non averne è perchè non ha realmente un desiderio profondo di allattare”
Mi riallaccio a questa frase di Chiara perchè è la stessa che è stata detta a me al corso preparto e che mi è stata ripetuta più volte nei giorni di ospedale quando la mia piccola, in un’ora e più di poppata riusciva a mala pena a succhiare 15 grammi del mio scarsissimo latte.
Alle mie richieste di “soccorso”, le infermiere del nido o ridevano, o si arrabbiavano, perchè “non avevo pazienza”. Non so che tipo di pazienza dovessi avere, già sopportavo un dolore fortissimo per le ragadi ai capezzoli, la mia bambina era l’unica che urlava quasi 24 ore per la fame disperata… ed io non ero in grado di sfamarla.
Quello che mi domando è come mai alle future mamme si parla tanto di allattamento PRIMA del parto e dopo tutti si girano dall’altra parte.
Non hai latte? E’ colpa tua, lo attacchi poco.
Hai le ragadi? E’ colpa tua, lo attacchi male.
Si attacca male? E’ colpa tua, sbagli posizione.
Chi ricorre all’allattamento misto è una madre snaturata?
Chi non ha una produzione di latte sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero del proprio bambino non è una madre? O lo è meno delle altre?
Io personalmente non credo che ci siano “mamme che non vogliono allattare” (altra frase sentita più volte al corso preparto). Credo che ci siano tante mamme che hanno bisogno di consiglio, supporto e incoraggiamento durante il periodo di allattamento, sia esso naturale o artificiale, ma che vengono molto spesso lasciate sole proprio da tutti quelli (medici, ostetriche, familiari, amici e conoscenti)che sono bravi a pronunciare tante “belle frasi”.
ancora una volta il blog di silvia diventa una stanza calda e ospitale in cui parlare di sè, dei propri sensi di colpa, di questo essere mamme sempre più informate ma sempre più abbandonate a noi stesse. abbiamo voglia di condividere ma sempre meno sono le persone competenti in grado di ascoltarci e consigliarci senza pregiudizi.
io ho allattato entrambi i miei figli in modo esclusivo per 6 mesi e ho smesso quando hanno compiuto 1 anno.
esperienze diverse, emozioni diverse, dinamiche diverse.Con Giulia ero inesperta e emozionata, allattarla era un rito, un compito di enorme responsabilità, un simbiotico modo di affrontare insieme ogni giornata e ogni notte.
con Luca ero più esperta: lui è stato allattato nelle circostanze più imprevedibili, con lui però ho avuto le ragadi, per questo con lui ho pianto e ho patito una delle esperienze più dolorose della mia vita.
per nessuno dei due ho avuto dei problemi nel passaggio al biberon, probabilmente perchè quando ho deciso di smettere di allattarli ero davvero convinta e tanto stanca. Allattare sarà poetico, sarà importante per la salute dei nostri figli, ma è anche tremendamente faticoso, difficile, impegnativo, di altissima responsabilità, poichè quello che mangi “passa” alla tua creatura, così come, non sarà scientificamente provato, ma, secondo me, passano anche le nostre emozioni
e da questa banalissima considerazione una valanga di preconcetti e pregiudizi… Giulia ha avuto delle coliche dolorosissime: secondo mia suocera dipendeva dal mio latte… e io sola so quanto ci ho pianto.
“tutte le donne hanno il latte: chi dice di non averne è perchè non ha realmente un desiderio profondo di allattare” questo mi hanno detto al corso pre-parto. e quindi come si deve sentire una donna che non riesce ad allattare? una mamma a metà? una mamma che crede di volere allattare ma in realtà non lo desidera? La cosa che mi lascia più amaro in bocca è che dall’esperienza che ho avuto i principali pregiudizi e preconcetti sono nati da donne. Gli uomini della mia vita, mio marito e mio papà, si sono limitati ad osservare spesso in silenzioso e religioso silenzio uno degli atti più naturali e allo stesso tempo miracolosi della vita…
Quando sento o leggo di queste storie dell’allattamento, provo un sano senso di invidia e di rabbia. Ho una bimba di 2 anni e 4 mesi che gode di buona salute, che è alta più della media e che pur non essendo cicciotella, pesa 15 kg. è nata di kg 2,7 ed era piccola anche di lunghezza, ma si è attaccata immediatamente al seno, tanto che ha avuto un calo fisiologico bassissimo. Non ho sofferto di ragadi e avevo moltissimo latte, ma lei cresceva pochino. Al terzo mese ha cominciato a lamentarsi molto durante la poppata della sera, il pediatra mi ha suggerito l’aggiunta. Ho preso la cosa malissimo, ho pensato che fosse il primo passo per smettere di allattare. E così è stato. Il mio fisico ha cominciato a soffrire e io mi sentivo male. Ho chiamato le ostetriche spiegando il mio problema, ma non ho trovato alcun aiuto. Sotto le varie pressioni, ho smesso di allattare. La bimba ha accettato il biberon in modo fantastico, data la sua scarsa pazienza (scoperta con la crescita): tutto e subito!!! Per molto tempo mi sono autoconvinta che sia stato meglio così, ma ora che aspetto un altro figlio, mi chiedo come andrà. IO non ho trovato aiuto nelle istituzioni e credo ancora occorra fare molto e non nella direzione dell’incoraggiare l’allattamento al seno, quanto nel supportare le mamme in quei momneti delicati!!!
Come sempre, non mi sento di dare consigli perché parto dal presupposto che ogni bimbo faccia storia a sé, però porto la mia esperienza nella speranza che possa aiutare qualcuna a trovare la soluzione più adatta al proprio caso.
Vorrei rispondere in modo particolare a Serena.
Io, che ho un bimbo di due anni con un passato recente da lattovora, avevo tantissimo latte e mio figlio si attaccava spessissimo. I primi due mesi li abbiamo vissuti in simbiosi sul divano: non si poteva nemmeno uscire perché a lui tutto faceva venir fame…. Cresceva tantissimo e nonostante io non trovassi l’allattamento così idilliaco soprattutto perché lui non era regolare nelle poppate, l’ho allattato esclusivamente fino alla soglia dei 6 mesi, poi ho ridotto piano piano fino ad eliminare anche la poppata prima della nanna notturna a 15 mesi e mezzo.
Ovviamente molte donne sapienti di una certa età sostenevano che sarebbe stato un calvario togliergli la tetta anche perché io non mi ero mai tirata il latte e lui non voleva saperne di biberon nemmeno per bere acqua che ha sempre sorbito soltanto dal bicchiere col beccuccio. A volte mi facevo prendere dall’ansia, poi ad un certo punto, quando le poppate erano ridotte a due (mattino e sera) ed io avevo molto meno latte rispetto alle sue aspettative ho provato a dargli il biberon al mattino sorprendendomi di come l’accettasse senza storie. Sono andata avanti con la poppata della sera ancora un mese, poi una sera sono uscita; mio marito, col quale il bimbo ha sempre avuto un ottimo rapporto, l’ha addormentato da solo dandogli il biberon e ha funzionato; la sera dopo invece di cercare me cercava il biberon. Probabilmente ha capito che dalla tetta non ce n’era più abbastanza, mentre dal biberon veniva giù latte a meraviglia.
Ora so di per certo che quello era il momento giusto ma se mi fossi accanita qualche mese prima quando lui rifiutava sistematicamente la “finta tettarella” anche per l’acqua sarebbe stata una galera! A chi mi chiede come sia stato togliergli la tetta rispondo che per noi è stato più semplice che fargli accettare di mettersi le scarpe le quali sono state un vero incubo per vario tempo!
A Bea invece volevo fare i complimenti per la caparbietà che ha avuto contro il parere di molti: sei riuscita a fare la scelta migliore per te ed il tuo bambino. Concordo inoltre sul fatto che non ci sia molto supporto per le neomamme che devono affrontare i primi piccoli drammi legati al loro nuovo ruolo, dall’allattamento a tutto il resto (Silvia le chiama giustamente dimissione sprotette dall’ospedale). Io, presa dal panico ad una settimana dal parto a causa delle montate lattee dolorosissime e dalle ragadi ho contattato l’ostetrica che mi aveva fatta partorire e sono andata a visita privata da lei.
Un saluto a tutte e un grosso in bocca al lupo.
ALDA
Credo sia giusto che una mamma venga aiutata nelle scelte che vuole fare, allattamento al seno o artificiale che sia… sostenendola… senza giudicare… questo sicuramente aiuterebbe tante mamme a non sentirsi inadeguate e i benefici si sentirebbero sia sul bambino che sulla mamma!
Io ho allattato mio figlio fino ad un anno.. ormai gli ultimi due mesi lui prendeva la tetta solo alla notte, qualche rara volta al mattino o durante il giorno.. poi di punto in bianco la notte non si è più svegliato. E non gli ho più dato il seno, perché lo rifiutava. In un anno ho pensato spesso di smettere perché i risvegli la notte erano difficili, perché rivolevo il mio corpo e la mia libertà (dopo un figlio forse non si hanno più entrambi!).. ma questo succedeva quando ero un po’ più stanca.. per me allattare mio figlio è stata un’esperienza indimenticabile. Ho “lottato” anche io con le chiacchere, con i consigli gratuiti non richiesti, con gli ingorghi.. ma il legame che si è creato è unico.. le emozioni che provavo quando lui si attacava a me e mi cercava sono indelebili nella mia mente…
Staccare è stato più difficile per me che per lui..
Ora.. rifarei ogni cosa come ho fatto… una mamma sa quello che è bene per suo figlio.
Lo sente dentro…
Linda
Ciao,
rispondo a queste lettere perché il tema dell’allattamento mi sta molto a cuore, credo di non sbagliare nel definirmi “estremista dell’allattamento”, forse perché ho avuto la fortuna di allattare al seno il mio bambino fino ai suoi 14 mesi senza mai integrare con latte artificiale.
L’allattamento, sebbene dopo un cesareo, per me è stato (a parte i primi giorni evidentemente dolorosi per tutte) un’enorme gioia, il modo di continuare ad essere “fisicamente” legata al mio bambino per mesi, di continuare a nutrirlo come in quei felici 9 mesi in cui l’ho nutrito nella mia pancia, il modo di avere dei momenti tutti nostri per volerci bene! Le lunghe sedute sul divano ad allattare erano sì estenuanti ma mi riempivano comunque di soddisfazione e sentivo che il nostro legame cresceva cresceva cresceva…..
Per rispondere a Serena: il mio bambino ha smesso praticamente da solo di prendere il latte dal seno e devo dire che questo “distacco” ha fatto soffrire molto di più me che lui, per lui è stato naturale, il normale proseguimento della sua crescita come i primi passi e le prime parole. A 10 mesi lo allattavo a colazione e la sera prima della nanna (cosa che ho sempre fatto e che assolutamente non gli ha dato dipendenza dalla “tetta” per la nanna), a 11 mesi lo allattavo solo più alla sera, a 13 mesi è capitato più volte di non riuscire ad allattarlo prima della nanna notturna perché eravamo in vacanza, spesso in giro e lui si addormentava in macchina senza prendere il suo latte continuando a dormire tutta la notte e non cercando il mio seno. Così mi sono accorta che mi stava dicendo Lui che era pronto!
Per lui è stato naturale, semplice, felice come ogni fase della sua vita; io ho sofferto parecchio il distacco, ma…come al solito, meglio una fase difficile per me che un problema per lui e ora…abbiamo altri momenti nostri in cui farci le coccole come un TI AMO TANTO prima di metterlo a nanna a cui lui risponde con un forte abbraccio e un dolcissimo SI SI MAMMA!