Oggi è una di quelle giornate che si vorrebbe non arrivassero mai.
Niente di brutto. Anzi. È la giornata di Viviana.
Viviana è una mia collega e da domani sarà in maternità.
Lavoriamo nella stessa azienda dal 2002, ma prima dello scorso anno avevamo mansioni differenti.
Poi è accaduto che lei è andata in maternità e, mentre lei era a casa, io sono rimasta incinta di Niccolò.
E così, lei, che nel frattempo si è trovata senza lavoro perché quello che faceva prima era stato gentilmente passato a una collega (senza figli ), è stata messa a sostituire me.
Quando io sono rientrata abbiamo diviso il lavoro, ma soprattutto, abbiamo condiviso la vita.
Perché in questi ultimi 4 anni, sono arrivati tra noi 4 bambini e, assieme a loro, è arrivato uno sguardo nuovo.
Sulle circostanze e sulle persone.
E così, io e Viviana, che fino all’anno scorso non ci eravamo mai avvicinate molto, forse a causa di qualche reciproco pregiudizio di troppo, ci siamo trovate ogni mattina per 16 mesi a scambiare passaggi e stralci di quotidianità, a incrociare ragionamenti profondi, a intrecciare un legame che io sento vero.
Abbiamo vissuto insieme istanti preziosi: percorsi tortuosi, gioie insperate, novità inattese, paure galoppanti, insicurezze congenite.
Siamo diverse. Profondamente diverse.
E questa diversità è stata una ricchezza immensa, come è sempre la diversità tra persone intelligenti.
Ci siamo contaminate, io le ho passato un po’ di passioni mie e lei un po’ di interessi suoi.
Abbiamo ragionato tanto, sui figli ma non solo.
Perché se è facile tra mamme disquisire di pappe e pannolini, non è altrettanto semplice, tra donne, costruire rapporti profondi, che trascendano a tratti l’essere madre (nonostante abbiano avuto origine da lì) per infilarsi marcatamente tra le pieghe della vita.
Queste pieghe di vita in questo anno sono state scandagliate con attenzione e serietà, con delicatezza e minuzia.
Non a caso l’immagine scelta per questo post di intitola “talking heads” (teste parlanti).
I legami sono pietre rare, da incastonare come solitari affinché l’occhio venga ininterrottamente richiamato al valore profondo.
Non so cosa ne sarà di noi, non so se ci troveremo mai più a lavorare insieme.
Quello che sento, però, è che oggi sono più ricca di un anno fa.
Quello che so è che quando parlo di lei non la chiamo più “collega” ma “amica”.
Quello che spero è di aver posto le fondamenta per un legame solido, perché di delusioni son già “piene le fosse”.
Quello che voglio è tenere la manina minuscola della sua piccola Valentina.
Quello che le auguro è di fare una figlia che somigli in tutto a lei.
Buon viaggio, DONNE.
Che brave che siete state a far crescere un rapporto così bello e così vero. Mi rammarico di non riuscire, nel mio ambiente di lavoro, ad avere un legame sincero con la mia collega
Ho letto www di questa amicizia che dovrai presto lasciare.
In effetti è, forse, la nota più dolorosa di questo trasferimento.
🙁
Questo post mi fa pensare all’amica che ho avuto la fortuna di incontrare qui a NY e che so gi mi mancherà da morire…
Grazie Silvia … sono quì che piango davanti allo schermo. Mi mancano le parole …
ho imparato insieme a te in questi anni che ci sono cose meravigliose che non si controllano e di fronte alle quali le parole non servono .. semplicemente nascono e crescono come i nostri figli e noi rimaniamo a guardarle… così è anche il nostro legame… e adesso io stò quì a sussurrare fra le lacrime grazie di tutto …
PS stasera a cena ti sistemo io
questo post mi tocca proprio.
ho degli amici, anzi dei fratelli, alle scrivanie accanto. Quando ci sono i presupposti, nessun luogo come un luogo di lavoro è cosi’ consono a far nascere amicizie viscerali..la quotidianità, le frustrazioni, il fatto di dover avere a che fare ogni giorno ogni giorno ogni giorno, quello brutto, quello bello, quello difficile.
nessuno ti conosce come un collega, sempre che ci siano i presupposti umani, ribadisco.
Ross, chi la sostituirà?

Io! Vuoi che prendano qualcuno da pagare?
Meglio far fare a una persona il lavoro di due no?
Sai già chi la sostituirà?
(non vi perderete, via. Certe esperienze legano più di tante parole, tante promesse. E quando Viviana ti leggerà, ne avrà la certezza)
Ciao Mari cara.
Dai, dai, io sono sempre qui. Anzi, sono più presente di "prima" ora che ho il Blog! 😉
Non so se vi ritroverete mai più a lavorare insieme, ma di sicuro vi ritroverete come Amiche.
Quel "di delusioni sono già piene le fosse" dice tanto.
Non so quanto possa valere, ma a me manchi tanto.