Io ho camminato a 17 mesi ma a due anni chiacchieravo più di ora. Matteo, il mio primo figlio, a 10 mesi non stava ancora bene seduto ma a 18 mesi ha coniugato il primo di una lunga serie di verbi. Niccolò, il mio secondo figlio, a 5 mesi gattonava, a 7 mesi bordeggiava, a 6 mesi ha ingannato tutti imparando a pronunciare la parola “buco” indicando tutte le serrature per godere della nostra enfasi. È nato un genio! E invece no. Fino ai due anni inoltrati poi non ha più aperto bocca.
Sappiamo che esistono fasi dello sviluppo del bambino, ma non dimentichiamo mai che esiste una variabilità fisiologica che spesso porta un bambino ad acquisire un’abilità o una competenza dopo o prima della media senza, per questo, rientrare in un quadro patologico di alcun tipo.
Ho notato, in tutti questi anni di scambi con le mamme, che davanti a una dissonanza tra l’idea che ci siamo fatti sul nostro bambino e la realtà, spesso capita che le donne rispondano con un senso di colpa dichiarato o latente: non dorme perché non lo allatto al seno. Non mangia da solo perché io sono al lavoro. Non cammina senza mano perché non si fida della babysitter. Non socializza perché l’ho mandato al nido troppo presto.
Ti aspetto sul blog Philps Avent per approfondire questo tema.
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