Domanda
Salve mi chiamo S. mamma di Alice 11 anni.
Da piccola è sempre stata una bambina introversa solo nei confronti dell’adulto, nel rapporto con i pari sembrerebbe tutto bene ha tanti amici e amiche solo che io la vedo poco perché sono sempre a lavoro.
Sembra che si nasconda da me anche quando è con me fa le cose di nascosto. Si esprime con semplici parole anche se ha letto molti libri, si vergogna ad usare parole nuove e se mi accorgo che fa qualcosa di bello e gli faccio un complimento lei diventa rossa.
Questo avviene da sempre. Adesso è migliorata però non riesce a uscire completamente dal guscio forse per pigrizia, forse alcune cose non le capisce anche perché non vive le esperienze con me. Si va in un posto e guarda il cellulare se glielo tolgo guarda tutto meno che il panorama. Sembra che lo faccia apposta, non gli interessa il mondo.
Vorrei che fosse come me ma non lo è, quindi per me ogni giorno è una delusione perché sono curiosa e voglio sapere tutto. Lei fa il contrario e lo sa che mi fa arrabbiare ma non le importa. A volte penso che mi odi, mi mette in competizione con mia sorella preferendo lei a me, giustificandosi che io sono una rompiscatole perché le dico cosa deve fare.
Gioca con le mie insicurezze perché sono mamma single.
Ho un bar pizzeria e molte responsabilità. Lei molte volte sta con altri che le fanno fare ciò che vuole. Con me si alza presto, fa colazione e i compiti, insomma una giornata normale. Con i nonni si alza tardi, salta la colazione e va direttamente al pranzo (sul letto davanti alla TV): le sembra normale? Io sono stanca!
Risposta
Cara Simona,
traspare tutta la tua stanchezza e mi dispiace. Credo non sia facile sentire sulle proprie spalle la responsabilità del lavoro e della crescita dei figli. Ma dall’ultima tua parola credo scaturisca il significato di tutto il resto.
Quando il nostro approccio al mondo e alle relazioni è vincolato alla stanchezza, all’insofferenza, all’idea di non riuscire a capire il punto di vista degli altri, i risultati ne conseguono.
Tua figlia sta vivendo un’età molto delicata: la sua adolescenza è vicina, e con questa anche le insicurezze, i dubbi, le indecisioni su chi essere e come comportarsi. Non è grande, non è piccola. Una buona quota di sua insicurezza è dunque fisiologica, e legata al grandissimo cambiamento interiore ed esteriore che sta per attraversare, che richiede da parte tua una parte aggiuntiva di comprensione e tolleranza.
Non credo che il problema sia che tu dica a lei quali sono le cose giuste da fare, perché è esattamente quello di cui lei ha bisogno. Tu sei il suo punto di riferimento, quella che le dà delle regole ma che rappresenta anche il suo confine, il suo contenimento, ciò di cui lei ha più bisogno.
Come credi che si senta quando si accorge che la guardi con gli occhi della critica, o della paura di non essere amata abbastanza se lei sta con la zia, o dell’insicurezza, quando non rispetti i suoi spazi di privacy?
Finché avrai paura di perdere il suo amore non riuscirete ad entrare in contatto profondamente, e questo vi allontanerà. È questo il lavoro che potresti avere davanti, per il quale potresti pensare a un professionista che possa sostenere il tuo ruolo non di certo facile e privo di fatica.
Vorresti che Alice fosse come te, ma lei non è te: è una persona che sta cercando di crescere, di diventare qualcuno, di trovare faticosamente un’identità che non ha ancora scoperto.
E perché, se ci pensi, dovrebbe essere come te? Non c’è in questo desiderio l’assunto che tu sei meglio di lei?
So che non è nelle tue intenzioni pensarlo, ma con questo sfondo di riferimento far emergere una figura che sia “se stessa” diventa davvero faticoso!
Forse, considerando le cose da questo punto di vista, potrebbe essere possibile appianare dei rancori infondati e lavorare su ciò che di buono esiste già tra voi due. Su ciò che di bello che c’è in lei. Alleggerire le tue spalle con un percorso personale potrebbe significare ridare leggerezza non solo al vostro rapporto, ma anche al suo diventare grande.
Gli adolescenti a volte possono essere goffi, ridicoli, buffi, sbagliati: solo riuscendo a cogliere la profonda bellezza che c’è nell’incertezza possiamo liberare la forza di una bellezza più grande e più matura che dispiegherà presto le loro ali.
Non c’è niente di più bello che vederli provare, e gli adolescenti provano. Sbagliando, cadendo, facendosi anche male. Ecco perché hanno bisogno di noi al loro fianco, a fare il tifo per loro.
Buon lavoro, care, ad entrambe.
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