Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo. (Maria Montessori)
Nell’errore è nascosta l’indipendenza dei nostri bambini.
È faticoso, ma fondamentale, lasciare che i nostri bimbi sbaglino, cadano e si rialzino, perché solo così possono costruirsi le competenze per diventare autonomi, dunque, per essere liberi.
L’errore è una tappa insostituibile per conquistare l’autonomia (sì, l’autonomia non si “acquisisce”, si conquista!), la sicurezza e, perché no, anche la gioia di saper fare. Per gli adulti spesso è più semplice sostituirsi ai bambini (“faccio io”, “lascia fare a me”) per mancanza di tempo, spesso, o per necessità di sentirli sempre un po’ piccoli.
Sulle autonomie oltre i 6 anni ho scritto spesso e tanto. Qui vorrei invece raccogliere riflessioni sulle autonomie da 0 a 3 anni. Difficile sostituirsi a un bambino che sta imparando a camminare, a parlare, a mangiare. Forse è più facile lasciarli liberi di sbagliare, di cadere, di sporcarsi quando hanno 12 mesi.
Però si può fare sempre qualcosa in più per sostenerli in questo percorso verso l’indipendenza, che inizia da quando ce li appoggiano sulla pancia e finisce…già, quando finisce?
Se penso ai miei figli, una delle prime competenze che mi viene in mente è stata l’acquisizione della capacità di soffiare con il naso e, dunque, di soffiarsi il naso.
Hanno imparato da piccolissimi, anche con l’aiuto della nonna montessoriana, un po’ stufa di ritrovarseli all’uscita dall’asilo con il moccolo alla bocca. Come?
Con una candelina.
Chiudi la bocca e spegni la candelina con l’aria che esce dal nasino.
A volte è più semplice di quel che si possa ipotizzare.
Quando sono così piccolini, crescono essenzialmente giocando. Ci sono giochi che stimolano l’autocorrezione, quindi che escludono a priori l’intervento del genitore. Sono giochi progettati appositamente perché loro si accorgano da soli di avere sbagliato e, provando e riprovando, possano capire anche a 12 mesi dove e perché.
Le classiche scatoline impilabili, ad esempio, sono perfette in questo senso, così come le forme geometriche da inserire negli spazi appositi o gli anelli impilabili a diametro progressivo.
In fondo, basta ascoltarli. Loro sanno crescere, noi dobbiamo solo accompagnarli e imparare a fidarci. Cosa sono i terrible two, se non una continua, potente richiesta di autonomia?
Grazie. Mio figlio ha quasi 6 anni, quindi non ha più problemi relativi questa età, ma comunque grazie per riuscire con parole semplici a spiegare il perché è importante lasciarli volare. E vedere quanto possono essere bravi anche da soli.
Magari insegnano loro a noi a mettere le ali…grazie.
hai ragione silvia….dagli errori si impara…… mi ricordo che le mie pesti quando giocavano sul tappeto e volevano alzarsi per andare sul divano si arrabbiavano quando non ci riuscivano….e ancor più ricordo il loro sorriso quando ce la facevano da soli..la tentazione di aiutarli è forte ma bisogna trattenersi…
quando la piccola , che di aiuti ne aveva da vendere da parte dei fratelli, ha imparato a mangiare da sola dopo mille tentativi che la bocca veniva lisciata ….. il suo sorriso ha illuminato tutti…… e la sua autostima si è fortificata….
grazie silviaper questa riflessione…..
veronica
Grazie a te per questo racconto!