Domanda
Gentile Dott. Torcetta,
le scrivo per mio figlio che ha appena iniziato le elementari. Il problema è italiano. L’alfabeto lo sa tutto cosi come leggere ma-me-mi/la-le-li e via dicendo. Ma quanto si tratta di mettere insieme le lettere per formare la parola tipo pa-ne nascono i problemi. Legge le due parti della parola ma invece di dire pa-ne dice ne e basta come se si scordasse la prima parte. Il bimbo mi ha detto che la maestra non si spiega bene, che vuole vada veloce e lui non capisce gli esercizi. La cosa un pò mi preoccupa…le dico la verità ho il terrore di dislessia o disturbo dell’apprendimento.
In matematica e le altre materie va bene. Premetto lui è settimino e a livello linguistico è stato un po’ lentino. A tre anni parlava male ma nei tre anni di asilo, grazie alla maestra che aveva, è migliorato tanto recuperando tutto e ora parla benissimo anche troppo. Ha pero’ avuto bisogno del suo tempo. Anche a camminare siamo arrivati a 19 mesi. Non so se queste difficoltà in italiano dipendono anche da questi ritardi.
Lui poi ha bisogno di dolcezza e forse la maestra dopo un po’ perde un pochetto la pazienza e questo viene sentito dal bambino. È inoltre un precisino e ha bisogno dei suoi tempi perchè vuole fare bene le cose e la richiesta di velocità per stare nei tempi lo stressa.
Io ho provato a casa ma non so quale sia il sistema migliore per insegnargli a leggere e scrivere.
Cosa ne pensa? Mi sento un pochetto disperata.
Grazie.
Risposta
Cara Signora,
L’idea che la dislessia “si cura” è assolutamente sbagliata e veicola informazioni non corrette ai genitori. La dislessia non è una malattia, ma si può intervenire intervenendo sulle abilità specifiche e su quello che sta alla base della lettura, scrittura e calcolo.
Cara Rossella, accetto la critica su un termine non corretto come cura, è piu preciso dire si TRATTA con metodi e insegnanti adatti. Ho però precisato che: “Non è un disturbo intellettivo con ritardo ma è un disturbo selettivo con intelligenza assolutamente conservata”.
Questo proprio per rassicurare che la dislesia non sia una malattia ma un disturbo selettivo.
Commenti simili mi spingono a una sempre maggiore cura nell’uso dei termini appropriati.
Grazie
pregherei anche io di cambiare il termine “si cura”, perchè genera aspettative irrealizzabili in chi si imbatte in questo disturbo; troppe volte si sente dire “ma sei ancora dislessico?” o “ma poi passa, la disgrafia?” e questo genera in pazienti e genitori un senso di inadeguatezza, come se avere ancora difficoltà dipendesse da cattiva volontà o cattiva sanità.
grazie
Ho già rettificato e concordo con il commento. La dislessia si tratta ma non si cura non essendo una malattia ma un disturbo selettivo