Rimbalzano su siti e blog riflessioni, polemiche considerazioni sull’allattamento.
Ci sono donne che lo sostengono a spada tratta, donne che sdrammatizzano con ironia.
Ci sono donne che hanno allattato 3 anni che, giustamente, difendono le loro scelte e donne che non hanno potuto allattare o non hanno voluto che, altrettanto giustamente, articolano le loro posizioni.
Ci sono donne che comprendono, donne che additano, madri che giudicano, madri che sostengono le loro scelte come fossero imperativi universali.
Io, come più volte ho detto su questo blog e altrove, sono per l’assoluta libertà personale.
Qualche giorno fa mi è capitato di commentare un post sull’allattamento con queste parole, che riassumono un po’ il mio pensiero:
” È necessario sempre fare distinzioni categoriche tra madri e modi di vivere la maternità?
Se non è vero che le cosleepers, le sostenitrici dell’allattamento al seno prolungato, le portatrici di bambini sono eccessivamente asservite al ruolo, non è , però, permettetemi, nemmeno realistico identificare le madri che hanno deciso di non allattare per 3 anni e di non farli dormire nel lettone come madri che hanno paura di “sgualcirsi il vestito” o madri che “fanno dei figli un accessorio”.
Deve sempre essere tutto bianco o nero?
Non può esistere una donna che allatta 12 mesi, che non li fa dormire nel lettone ma accanto al lettone, che li porta nel passeggino anzichè addosso, che li manda al nido a 13 mesi, che, insomma, si cucia addosso la SUA maternità senza per questo sentirsi ingabbiata in distinzioni un po’ superficiali?
Non può esistere una madre che non vuole allattare ma a cui si possa riconoscere di essere una buona madre?”
In sostanza, per concludere, io penso che ciascuna donna debba cucirsi addosso il suo modo di essere madre e cercare, navigando a vista o meno, di sentirsi a suo agio e anche un po’ felice e serena.
Se questo lo si ottiene con un allattamento di 4 anni o con un biberon (pur essendo perfettamente consapevole che l’allattamento al seno sia l’alimento migliore per un buon sviluppo fisico, emotivo e psicologico del neonato), poco importa.
Con il desiderio di mostrare un volto morbido del sostegno all’allattamento, io ho cercato una mamma vicina all’ambiente de La Leche League (ringrazio Cristina Fiore perl’aiuto e Ilaria per la disponibilità) , che Flavia di Veremamme ha poi intervistato.
Intervista a Ilaria Giromini
R – Ciao! Ho 33 anni, una bimba di due anni e mezzo, due gatti e anche un marito. Vivo in provincia di Genova in aperta campagna, diciamo pure in mezzo al bosco, ma sicuramente non è la sistemazione definitiva: sogno di abitare in città, in una qualsiasi città, con tutte le comodità e opportunità del caso. Sono laureata in biologia e lavoro da casa per un’azienda americana, ho fatto questa scelta per passare del tempo con mia figlia appena nata e per non essere legata ad orari particolari.
D – Cosa ti spinge a diventare consulente de La Leche League?
R- Quando una mamma partecipa agli incontri de La Leche League impara molte cose e riceve molto sostegno, al di la delle scelte personalissime che poi decide di fare. Questo sostegno da mamma a mamma spesso è fondamentale soprattutto durante i primi mesi. Alcune mamme che condividono in pieno la filosofia dell’associazione decidono di prestare gratuitamente il loro aiuto proprio per rendere un pochino di quel bene e di quella sicurezza che hanno ricevuto.
D- Conosci il motivo per cui ti abbiamo contattata. E’ un po’ delicato: vorremmo provare a fare chiarezza su alcune questioni che riguardano l’allattamento in generale e La Leche League in particolare. Solo chiarezza di informazione, senza alcuna polemica. Che ne dici, ci proviamo?
R- Una cosa di cui sono sempre stata convinta è che ogni mamma è in grado di allattare il proprio bambino dall’inizio e nella maniera corretta, ma deve ricevere le informazioni esatte e il sostegno necessario. Questo ovviamente se questa mamma decide di allattare, perchè qui nessuno cerca di convincere nessuno.
Quando partecipi ad un incontro de La Leche League la prima cosa che ti viene detta è: prendi quello che ti serve e lascia perdere le cose sulle quali non sei d’accordo. Se una mamma vuole allattare, ma non ha la minima intenzione di condividere il sonno farà suoi i consigli su come attaccare al seno il bimbo e lascerà perdere il resto. Chiunque partecipa ad un incontro si rende conto di questa piacevole atmosfera di accettazione e di condivisione delle idee.
D- I tentativi di ironia sulle cosiddette estremiste dell’allattamento scatenano reazioni furibonde perché considerati offensivi, si degenera addirittura in insulti e ci si divide in fazioni. Ho capito a mie spese che non ci si può prendere in giro bonariamente su questo tema. Ma perché secondo te è diventato un tema tanto scottante e cosa pensi di questi litigi?
R- A me fanno ridere queste cose. Ma come fai a dire ad una mamma cosa deve fare con suo figlio e cosa non deve fare? Ma scherziamo, davvero? Ogni mamma è la migliore mamma per suo figlio e solo lei prenderà le decisioni migliori per lui.
Dobbiamo imparare a non giudicarci tra noi ma a darci sostegno indipendentemente dalle nostre scelte. Poi io sono una che difenderà alla morte l’allattamento al seno, il cosleeping, il marsupio e tutte queste cose che a molte sono sicura fanno rabbrividire, ma questo è il MIO modo di fare la mamma e non ammetto che qualcuno mi dica che è sbagliato perchè io non mi permetterei mai di dire a una mamma che sta sbagliando. Detto questo tutte le mie amiche mi chiamano mamma mucca e ne sono felice. Non è vero che non ci si può scherzare, e chi non ci scherza semplicemente non ha il senso dell’umorismo.
D – Parliamo di La Leche League, che spessissimo viene tirata in ballo nelle lotte tra le sue strenue sostenitrici e altre mamme invece fortemente critiche. Parlaci un po’della tua esperienza con loro
R – Io ho iniziato ad allattare la mia bimba senza troppi problemi, ma ogni volta che lei si attaccava io avevo una nausea terribile. Ho iniziato a perdere peso perchè non riuscivo più a mangiare e ci siamo preoccupati.
Ho cercato aiuto su internet e ho trovato il loro sito. Ho telefonato e mi ha risposto una consulente molto gentile e preparata e mi ha invitato agli incontri. Alla fine la nausea non mi è passata, ma ho capito l’importanza dell’allattamento e ho tenuto duro, modificando la mia alimentazione in modo da non perdere più peso. Mi hanno dato molto sostegno in un momento in cui ne avevo bisogno e mi sono sentita subito in famiglia, ho imparato a seguire il mio istinto in molte cose e di non ascoltare le tantissime voci che una neomamma alle prime armi deve sopportare.
Continuo a partecipare agli incontri, per noi è un piacevole rito ed una giornata in cui staccare dal lavoro e da tutto il resto; anche la mia befanina non vede l’ora perchè può giocare con gli altri bimbi e prendersi tanti complimenti.
D – In generale, esistono rischi di affidarsi a persone non ben preparate, in particolare sul Web? Che tipo di credenziali deve ricevere una mamma che sta cercando un aiuto? Quali sono le figure più affidabili dentro o fuori LLL e che qualifiche hanno? Io ho le idee un po’confuse su questo.
Per diventare consulente de La Leche League bisogna studiare almeno un paio d’anni e sostenere un esame. Se mi devo affidare a qualcuno per avere dei consigli pretendo che abbia le conoscenze e la preparzione che deve. purtroppo sul Web in tante si spacciano per quello che non sono e l’ufficio legale del La Leche è spesso impegnato a sistemare queste cose. Lo so è una cosa allucinante ma avviene anche questo. Se vuoi essere sicura che la persona con cui stai parlando è davvero una consulente basta andare nel sito della Leche e cercarla nell’elenco delle consulenti.
D – Secondo te l’allattamento è una scelta personale o un dovere morale?
R – Una domanda da un milione di dollari che mi costringe a dare una risposta che mi esporrà a fustigazioni. Il vero dovere morale è informarsi da persone preparate che sanno cos’è l’allattamento e andare oltre al consumismo che spesso ci porta ad effettuare scelte inconsapevoli. Una volta informata, una mamma deve fare delle scelte tenendo conto di mille fattori ma soprattutto della salute di suo figlio e della propria e poi deve essere disposta a cambiare idea anche un milione di volte se vede che per lei quella soluzione non va bene.
D – L’incoraggiamento e il sostegno di una consulente possono diventare pericolosi per una mamma? Se sì, in quali casi e cosa viene consigliato?
R – Incoraggiamento e sostegno che diventano pericolosi? Scusami ma mi pare un controsenso…incoraggiare significa sostenere una persona che ha deciso di fare una cosa, in questo caso allattare al seno. Quello che credo che non sia chiaro, è che noi non siamo lì a far delle crociate del tipo “dai la tetta sennò sei mamma a metà“.
Ma a chi decide di farlo diamo tutto l’appoggio e il sostegno necessario. È logico che poi magari io preferisco scambiare opinioni ed esperienze con una mamma che fa le mie stesse scelte, ma credo che questo sia umano no? Se mi chiedi un parere su cosa credo sia meglio io dico la mia, se mi chiedi aiuto io ci sono e so come dartelo.
D – Insomma, alla fine lo so che ha il valore solo di un’opinione personale, ma esiste il rischio di “integralismo” secondo te? E quando?
R – A me piace definirmi mamma mucca allattona e un po’ talebana. Tante amiche mi chiamano così e so che lo fanno con affetto. Insomma io ho fatto delle scelte quando è nata la mia piccola e le porto avanti perchè seguo il mio istinto. L’integralismo è questo: se imposti un certo discorso di allattamento e di mothering di solito ti trovi addosso mezzo mondo che ti critica e quindi devi farti un po’ dura…non so come spiegarmi, è difficile. Devi abituarti a difendere le tue idee sempre e con tutti e quindi è possibile che ti resti un po’ di atteggiamento aspro.
Faccio un esempio: mia figlia ha due anni e mezzo e prende il mio seno; se tu mi chiedi “ma allatti ancora?” io probabilmente mi irrigidisco quel mezzo secondo perchè è una domanda che mi fanno troppe volte e troppo spesso tutti e si permettono di giudicarmi . E’ possibile quindi che io mi chiuda a riccio con le persone che non hanno le mie stesse idee: lo so che è sbagliato, ma è un meccanismo di difesa come altri.
La cosa che tutti dobbiamo imparare è il rispetto verso le scelte che ogni mamma fa per il suo bimbo perchè solo quelle sono giuste, solo lei sa cosa è meglio . Ecco qui sono talebana sul serio 😉
D – Infine uno scambio di vedute, del tutto personale. Ti dico di getto alcuni miei pensieri e tu mi dici le tue reazioni. Pronta? Allora: Io non me la sentirei mai di allattare fino a due, tre o quattro anni un bambino, lo vivrei come un attaccamento morboso per lui e per me. I miei figli sono stati allattati al seno circa sei mesi, poi sono rientrata al lavoro. Hanno avuto uno svezzamento facile e rapido, sono fortunata. Hanno dormito i primi mesi nella culla nella nostra camera e poi nel lettino nella loro stanzetta.
Se piangevano (e il primo ha avuto il sonno molto difficile) io mi alzavo, e poi mi rialzavo, e poi ancora, facendo a turno col papà. Non ho mai neanche lontanamente pensato che il loro bene fosse stare con noi nel lettone, né l’ho mai desiderato io. Mi piace pensare che il mio obiettivo come mamma sia quello di renderli indipendenti, mi piace pensare che una mamma e un papà possano e debbano essere interscambiabili.
E poi ci sono i momenti di coccole e i momenti in cui…aria!! Questa sono io e so benissimo che ci sono mamme molto diverse da me. Ma detto ciò, significa che sono una madre “innaturale”, fredda e distaccata, di una generazione superata e sbagliata che mi ha allevata male, una madre che non sa cosa sia l’affettività e i cui figli soffriranno di gravi traumi? Ho letto questo tipo di commenti in giro e mi viene un po’ da ridere. A te la palla…Picchia pure!!!
R – Scrivo di getto pure io? Bello bello.
L’organizzazione mondiale della sanità e l’UNICEF hanno dato delle linee guida. Allattamento al seno esclusivo sino ai sei mesi e in aggiunta a qualche alimento solido almeno sino all’anno d’età e sino ad oltre i due anni come integrazione all’alimentazione normale. Quindi come vedi non siamo delle pazze furiose che si inventano delle cose 😉 (aspetta, un po’ pazze furiose si, ma non ci inventiamo le cose).
Io sono d’accordo con te che il compito di una mamma sia rendere indipendente il proprio figlio. Ma credo anche che si debbano seguire i suoi tempi, quindi se tu hai visto che i tuoi bimbi stavano bene nella culletta, io personalmente per sopravvivenza ho preferito tenermela nel lettone. Sarei impazzita dopo pochi giorni e poi io sono una mamma un po’ animale, mi piace annusarmela toccarla farmi mettere i piedini in faccia.
Credo che per renderli autonomi dobbiamo farci trovare quando ci cercano e lasciarli fare da soli quando ne hanno voglia. Che meravigliosa cosa sarebbe trovare questo equilibrio.
E poi la cosa dei gravi traumi è una panzanata. I bimbi hanno una capacità di adattamento che noi ci sogniamo, ogni mamma fa le coccole come crede e come è capace. Io la mia la coccolo tenendomela sulla pancia e facendola dormire con me perchè comunque lei non è ancora pronta a dormire da sola, e io questo lo accetto: a volte è pesante tenerla con me di solito non lo è.
Informazioni
QUI trovate qualche riferimento utile.
Ciao, ho tre bimbi, il primo non l’ho allattato (10 gg) per fiducia mal riposta nel pediatra e per mia ignoranza e faciloneria, la seconda 1 anno, il terzo ha ora 19 mesi e puppa quando torno dal lavoro e sera/notte, per ora siamo contenti tutti poi si vedrà.
Amo tutti e tre i miei figli ma so che non ho rispettato in egual modo i loro bisogni, pur facendo quanto credevo giusto e con tutto l’amore possibile. Ma tutti e tre sono stati molto comprensivi con me, il primo più di tutti, (succede spesso… :love: ) e ce la siamo cavata lo stesso. Diciamo che poteva andare diversamente ma è andata così, non si nasce “imparati” nemmeno in questo…
Qui però vorrei dire una cosa, più che da mamma da educatrice, cosa che faccio da 20 anni e che mi ha dato la possibilità specialmente negli ultimi 10 anni, di vedere tante storie mamma/bambino, tanti modi, tanti allattamenti e non allattamenti, nanne diverse ecc….
Vorrei dire qualcosa circa la sicurezza un pò romantica con cui si afferma che ogni mamma sa, ogni mamma è in qualche modo competente e farà il meglio x il proprio bimbo (uso la frase di davide “Ogni mamma è la migliore mamma per suo figlio e solo lei prenderà le decisioni migliori per lui. Io queste frasi proprio non le sopporto. Una mamma lo sa, ogni mamma fa quel che è giusto.”)
Penso che davide abbia toccato un punto importante, io da mamma con tre esperienze diversissime la frase la sopporto benissimo 😉 , tuttavia mi pare in parte una mistificazione e un paravento.
Io penso che ogni mamma ami il proprio figlio, ma che alle volte le sue scelte non coincidano con i bisogni del bambino, benchè le motivazioni possono essere le più varie e tutte rispettabili o quantomeno comprensibili e circostanziate.
Però dietro queste scelte non c’è un “sapere”, un “comprendere”, c’è che si fa un pò come si è capaci, un pò come abbiamo letto, un pò come vogliamo, un pò come possiamo anche per cause di forza maggiore, vedi lavoro, come per tutto nella vita, non è che aver partorito fa di noi madri persone immuni dai condizionamenti del mondo, magari…
Perchè sennò stiamo dicendo che per alcuni bambini l’allattamento è importante e per altri no, che per alcuni bambini è importante essere accompagnati al sonno con dolcezza (nel lettino, nel lettone nel dove vi pare) e che per altri vada bene estivill, che per qualcuno vada bene la mela a tre mesi e per altri a sei…che 10 ore di nido a 6 mesi vanno bene per quei bambini le cui mamme hanno “capito” che va bene e che una simbiosi assoluta per 3 anni va bene per quelli le cui madri hanno “capito” che è giusto così…
Non voglio dire che non esistano madri consapevoli delle proprie scelte, anzi…ce ne sono sempre di più, ma sono poche le madri che hanno il “coraggio” di dire che la scelta è stata loro, dell’adulto! perchè così potevano e/o volevano fare, senza pararsi dietro a istiniti/intuiti materni o a qualsivoglia teoria. Tanto di cappello a chi si prende questo tipo di responsabilità. E’ il più grande ragalo e il più grande insegnamento che possiamo dare ai nostri figli.
Perchè così non neghiamo i loro bisogni (che con mille sfumature certo ma hanno una base comune a tutti i bimbi) ma semplicemente e consapevolmente decidiamo che possiamo rispettarlo solo fino ad un certo punto perchè questo è il NOSTRO limite di adulti, personale o legato alle circostanze sociali.
Detto ciò un abbraccio a tutte le mamme di qualsiasi “orientamento”, abbiamo tutte in comune la gioia e la fatica quotidiana di esserlo e solo noi sappiamo quanto cuore e quanto fegato occorre!!!!!!
mara
Ciao, sono mamma di un bimbo di 33 mesi…fino a 6 mesi ho allattato in modo esclusivo, fino ai 12 mesi davo la pappa a cena e allattavo a colazione, pranzo e merenda (pre nanna e notte nulla), ai 18 mesi davo pappa a pranzo e cena e allattavo a colazione e merenda, verso i … circa 24 mesi ho continuato così poi verso i 29 mesi solo più a colazione (la merenda spesso o dormiva o non voleva nulla o voleva qualcosa di alternativo al latte materno!). Per altri 2 mesi circa allattavo a colazione solo nel week end (in settimana voleva fare colazione con noi a tavola). Ora è da circa 2 mese che praticamente anche se offro il mio latte lui dice no e vuole il latte vaccino (me lo ha chiesto lui ancora un paio di mattine e io l’ho attaccato! ed era ben nutriente perchè poi non ha voluto più nulla della solita colazione!)…come ha detto mamma Ilaria, agli incontri (come dei vari consigli che si ricevono dalle persone che ci circondano) si prende quello che serve…io ho preso quello che serviva a me e soprattutto….il fatto che si potesse allattare anche lavorando, il fatto che il latte fosse nutriente anche con il tempo (confermato anche da pediatri), il fatto che si potesse decidere liberamente quando, come e per quanto tempo allattare seguendo il proprio istinto e desiderio (nostro del bimbo e anche del papà…che ha la sua importanza nel successo o meno dell’allattamento!).
Ogni mamma è libera di fare le proprie scelte e soprattutto (come già detto) deve avere la conoscenza per farle e la volontà…e secondo me l’unico appoggio utile è quello del papà (le altre persone non contano nulla, possono dire quel che vogliono…quante volte mi hanno detto “ma che fai ancora?”… ma io ero convinta di quel che facevo e sono contenta di essere arrivata ad oggi e avere ancora latte se mio figlio lo chiedesse…e non ho intenzione di mandarlo via (andrà via in modo naturale e se il cucciolo lo vorrà e ci sarà…allora eccolo pronto a disposizione…ANCHE SE PER LE MIE DECISIONI SARA’ COME ALIMENTO E NON COME COCCOLA!)
Grazie per questa bella testimonianza.
Sono contenta di sentire finalmente parole equilibrate, non esiste un unico modo giusto di essere mamma. Ciascuna deve fare le proprie scelte in base alla sua storia, alla sua vita, alle esigenze sue e del bambino. Io non ho allattato il primo figlio che pochi giorni. Poi mi sono venute le ragadi e i capezzoli tutti tagliati. Tutti dicevano insisti, il latte verrà e i tagli si chiuderanno. 10 giorni dopo la nascita del mio picccolo, dopo un ennesimo attacco al seno ho visto la sua bocchina sporca del mio sangue, che usciva dai tagli e ho detto basta. Ho deciso di non attaccarlo per un giorno, per vedere se le ragadi si chiudevano e dopo un giorno, quel poco di latte che c’era se ne era completamente andato, finito. E sono passata al biberon. Con la seconda mi sono preparata con creme e massaggi per rinforzare i capezzoli e sono riuscita ad allattarle per 2 mesi (scarsi), è stata un’esperienza bellissima e sono felice di averla fatta, ma evidentemente io non sono una grande produttrice di latte, pazienza, non me me ne sono mai fatta un problema, ma certo non accetto di non essere considerata una brava mamma per questo. Le coccole ai miei bambini le ho sempre fatte, tantissime. L’allattamento è importante per la salute del bambino nei primi mesi, ma sono pochi mesi su una vita. Il vero dovere morale è farli crescere amati, in un ambiente sano, dargli la possibilità di imparare ed esprimere le proprie inclinazioni,renderli autonomi, proteggerli dai pericoli, dargli valori e regole, che li aiutino a diventare adulti realizzati e felici.
Da marzo nessuna ha + scritto? Bene, scriverò io!
2 maschietti, di 9 e 6 anni.
Primogenito non allattato al seno, per scelta, credo. E non era vero che avrebbe fatto più di 3 ore, perchè comunque dopo 2 si agitava già e dopo 2 e mezzo era un altro bibi di latte! E non era neanche vero che così lo avrei potuto lasciare alla nonna e/o al papà, perchè lui, il primogenito, NON MANGIAVA SE NON ERO IO AD ALLATTARLO!. Lo svezzamento è stato ritardato ai 9 mesi per il pranzo, e terminato a 2 (DUE) anni per la cena.
Secondogenito allattato al seno esclusivamente fino a 10 mesi, a richiesta, 1000mila ciucciate al giorno, un’esperienza travolgente, bellissima, ma lo svezzamento è stato ritardato lo stesso, perchè lui, il secondogenito, non voleva altro che la titta…
In finale: sono stata felicissima di aver allattato almeno una volta nella vita, è stata l’esperienza più bella che io abbia vissuto, ma non mi sento in colpa per non averla fatta con il primo, ci vuole resistenza, al dolore inizialmente (perchè allattare fa malissimo ai capezzoli e all’utero all’inizio!), agli orari inesistenti poi. Bisogna essere pronte.
Complimenti per l’articolo, veramente interessante.
Sull’allattamento… che dire?
Assieme ai mille altri “impegni” della maternità sembra che per alcune (troppe forse?) rappresenti l’esemplificazione massima dell’essere “brava mamma”.
Trovo davvero terribile questa competizione che si ammanta di compassione e comprensione apparente per chi non ha potuto (per svariati motivi) allattare.
Ancora una volta devo constatare con grande rammarico che la tanto sbandierta “solidarietà femminile” è soltanto un’invenzione (maschile?).
Ah, per la cronaca, non mi riferisco a nessun commento qui postato, ma all’idea che mi son fatta dell’argomento oggetto di discussione in anni e anni di frequentazione di scuole, parchi, pediatri, amiche e quant’altro.
Brava! Mi è piaciuto questo post e mi piace il tuo blog. Mi ritrovo molto nel tuo modo di scrivere e di pensare.
Bell’articolo e bella discussione,ce n’è tanto bisogno quando non è possibile individuare regole uguali per tutti.
Quello che credo sia importante è pungolare la riflessione individuale per portare ogni singola mamma (e papà)a star bene facendo quello che fa.Credo che solo così sia possibile far star bene i nostri pupattoli.
Quando è nata Greta è stato tutto un fuori programma….a partire dal cesareo che non era per niente programmato.
Mi sono ritrovata nel giro di 15 min. dal letto alla sala operatoria.
Quando sono uscita e me l’hanno data la prima cosa che l’ostetrica mi ha chiesto è stata: la vuoi attaccare?
E io: ma certo se mi fai vedere come si fa.
Non c’e’ stato bisogno di armeggiare molto Greta ha trovato la tetta con il suo fiuto e per 12 mesi non l’ha mollata.
Quando avevo dubbi telefonavo a “Latte e coccole” ogni tanto ci andavo di persona e niente…….che dire. Ho fatto un po’ quello che mi hanno detto di fare e un po ho seguito l’istinto materno.
Mio marito mi chiamava la mucca…..dovunque si girava avevo Greta attaccata alla latteria. Mi regalo persino una maglietta con una mucca e tanti cuoricini e quando la indossavo la mucca si posizionava proprio sui miei tettoni. Non credo sia facile nulla dal concepimento in poi pero’ credo che non ci siano regole. Ognuna deve andare dove la porta il cuore o l’istinto per non sbagliare mai.
Personalmente credo che nella maggior parte dei dibattiti in tema maternità, siano essi più o meno infuocati, si perda di vista una elemento fondamentale: prima di essere madri siamo persone con una propria indole, un carattere definito fatto di pregi, difetti, egoismi ecc… Con la maternità non si resetta tutto e non ci trasformiamo in persone completamente differenti; soprattutto, non diventiamo subitaneamente migliori per il solo fatto di aver generato. Ognuna affronterà la maternità, fatto che necessariamente impatta in maniera prepotente sulla nostra vita, con le proprie certezze, le proprie debolezze, facendo i conti con i propri pregi e difetti. Così una persona ansiosa di natura sarà più facilmente portata ad essere una madre ansiosa, una persona individualista farà più fatica a sopportare il legame che deriva dall’allattamento, una persona mentalmente flessibile sarà più propensa a mutare i propri convincimenti per adattarsi alle esigenze del proprio bambino ecc… Certo, c’è anche chi i figli li fa per moda, come c’era chi un tempo in campagna li faceva per avere braccia in più da impiegare nei campi.
La varietà del genere umano è una caratteristica ineluttabile che supera ogni rigidità mentale. L’importante è alimentare un sano confronto dal quale si può scoprire che esistono sempre “altre vie”, magari non adatte a se stessi, ma comunque presenti.
mi sono sbagliata citando “una domanda di Silvia”…non era qua, ma su FB 😉
Ciao! Questa intervista è stata discussa con Silvia e poi realizzata da me varie settimane fa (quindi ben prima del post di EquAzioni che per quanto mi riguarda non è per niente “incriminato” ma semplicemente mi ha chiamata in causa e quindi mi ha spinto a commentare di là). Lo spunto per questa intervista sono stati invece quei flame clamorosi e veramente sgradevoli originati tempo fa da incauti 😉 tentativi di ironizzare sull’argomento allattamento, o MEGLIO, visto che sull’ironia – giusta o sbagliata, che si capisca o meno – si può discutere senza risultato per l’eternità, diciamo il tentativo di stigmatizzare ridendoci su quegli atteggiamenti esagerati ed eccessivi che possono (dico solo che in alcuni casi possono) fare del male a una madre non rispettando la sua psicologia e sottoponendola a troppe pressioni. (vedi la giusta domanda di silvia sopra: “perchè ancora ti scusi? perchè ti senti in colpa?”)
Ho pensato che dobbiamo riappacificarci con noi stessi e con gli altri su questa roba, perchè proprio non ha senso farsi del male.
Il dibattito da Davide è stato, in confronto a quei flame, molto tranquillo 🙂 resta una grande differenza di vedute tra noi, che rispetto, ma è molto grande: il non-giudizio a priori e la tolleranza considerati da una parte come disvalori e ipocrisie, e da parte mia considerati invece valori superiori e irrinunciabili.
E infine una cosa che mi rattrista molto: si finisce sempre per usare gli argomenti dell’amore materno e della centralità dei figli nella nostra vita, che per me sono questioni assolutamente intime, private (oltre che scontate: per me non si questionano nemmeno, ed è questa la fiducia, questa l’empatia verso il prossimo..) e non devono essere oggetto di giudizio nè di discriminazioni: come se ci fosse un amore di serie a – quello della mamma che “si sacrifica” – e un amore di serie b – quello delle “mamme egoiste che mettono al primo posto se stesse”. Questa è veramente una cosa triste.
Mi sono appena riletta: vado a curarmi la dislessia da PC….
Io ho allattato 15 mesi. L’ultimo è stato molto duro ma non trovavo il modo giusto di smettere. Mi ha aiutato una gastroenterite 😀
Belvetta è stata nella carrozzina e nella fascia, ha usaton pannolini lavabili e usa e getta, è andata al nido a 9 mesi ma solo al mattino…e ognuna di queste scelte è stata criticata. TUTTE indistintamente.
E’ folle? Sì.
Io ho amiche che hanno allattato come me, più di me, meno di me o per niente.
Ho amiche che tengono i bimbi nel lettone anche a 4 anni, altre che mai nella vita, altre che li hanno fatti piangere e disperarsi pur di “non cedere”, altre che fanno un po’ e un po’ come me.
Sono tutte scelte.
L’unica cosa che ho sempre criticato onestamente e il far piangere i bimbi per dormire. Sarà che le mie nipoti hannoa vuto questo “trattamento” e entrambe hannos viluppato problemi in merito una diventando sonnambula e l’altra con una balbuzie psicologica (detto da medici mica da me!!!!) e questo mi ha fatto molto riflettere. E poi non mi sembra naturale non rispondere alle esigenze di un bambino, soprattutto piccolo.
Su questo sì, sono MOLTO prevenuta.
E credo anche io che sia impossibile non igudicare MAI. Andiamo non siamo santi!
Ma ammettere che se anche disapproviamo qualcosa non disapproviamo necessariamente tutto quello che fa o che è la perosna che ha scelto quell’atteggiamento credo sia IL MINIMO dovuto ad un altro essere umano.
Per Davide: l’allattamneto è qualcosa di molto molto molto personale legato a una mamma e un bimbo. Mi spiace ma gli uomini non hanno la possibilità di farlo e quindi dovrebbero sostenere le proprie compagne nelle loro scelte punto e basta perchè è come partorire: non sapete davvero cos’è.
Suggerite magari con doclezza e delicatezza, ma se lei vuiole altro…mi spiace ma siete onestamente fuori dal discorso.
E’ vero che il padre dovrebbe avere una funzione “separatoria” ad un certo punto, ma l’allattamento è una cosa troppo elgata al corpo agli ormoni e in generale alla biologica mamma-bambino perchè qualcuno, anche se è il papà, abbia il diritto di intromettersi.
L’argomento di cui tratti oggi è davvero delicatissimo. Complimenti! Anche io sono per le vie di mezzo. Anche se credo che sia difficile rimanere imparziali perchè chi crede fermamente in qualcosa, che sia l’allattamento al seno prollungato o il dormire insieme nel lettone, in maniera molto esplicita o con battutine e messaggi ambigui, cerca di convincere altre persone a seguire ciò che difende con tanto entusiasmo. Perchè crede che sia la cosa migliore da fare. A volte manca davvero un pochino di rispetto in più verso le idee diverse dalle nostre. Sarebbe proprio bello potersi confrontare ma non giudicarsi a vicenda. Io con alcune persone che hanno idee diverse dalla mie ci riesco, con altre no! E questo vale non solo per le questioni da mamma ma per tante altre cose. Io ho allattato al seno solo per un mese circa per vari motivi e non mi sento una cattiva mamma, ma spesso mi hanno fatto sentire così i giudizi di altre mamme.
Benvenuto Davide, ti aspettavo.
La partenza poco obiettiva, permettimi, è la tua, nel senso che qui non si parla del tuo post ma di quello che, ormai da anni, rimbalza, rimbomba e colpisce i vari luoghi digitali.
Io ho citato il mio intervento da te, perchè è uno dei pochi post a tema a cui ho partecipato (me ne tengo solitamente alla larga, sempre nella convinzione che, essendo la libertà il primo criterio, sia anche, a volte, insensato trascrivere posizioni).
Flavia, ad esempio ha citato altri due post, decisamente più penetranti sull’argomento.
Il paragone con la religione mi pare un po’ fuori contesto, nel senso che non chiarifica la tua posizione.
Detto questo, ho letto Bernardi (quasi tutto), ho letto Gonzales, ho letto e riletto quasi tutte le pubblicazioni sulla maternità.
Ma questo non cambia la mia FIDUCIA nelle madri e nei padri.
Perchè partiamo dalla fiducia no? O partiamo dall’idea che noi siamo brave mamme e bravi papà ma che il mondo è pieno di gente inaffidabile (e che quindi sta a noi “brave mamme e bravi papà” lanciare qualche dictat)?
Partendo dalla FIDUCIA, l’idea che ciascuna coppia sappia da sé quello che deve fare mi sembra quasi tautologico.
Sul terzo punto sono d’accordo, nel senso che lo comprendo. Ma vale anche il contrario. Sai quante critiche deve sentire chi non ha potuto nè partorire spontaneamente, nè allattare, nè stare con suo figlio 3 anni?
Ti ringrazio per l’intervento.
ciao. sono Davide di Equazioni. L’autore del post incriminato.
Si un uomo, un papà che parla e da talebano della tetta di allattamento, giudicando e criticando le altre mamme?
Si, ebbene si..
Ho letto questo interessante articolo e volevo anche io fare alcune considerazioni.
1)Innanzitutto la frase iniziale “Ci sono donne che lo sostengono a spada tratta, donne che sdrammatizzano con ironia” la trovo già in partenza poco obiettiva.
Un po come parlando di religione (visto che parliam sempre di integralismi e talebani) dicessi “beh c’è chi si fa esplodere gridando Allah Akbahr e chi invece parla e dà da mangiare agli uccellini…”
2) Ogni mamma è la migliore mamma per suo figlio e solo lei prenderà le decisioni migliori per lui. Io queste frasi proprio non le sopporto. Una mamma lo sa, ogni mamma fa quel che è giusto. Scusate, ma sono tante tante ipocrisie e tante belle cose che servono a lenire le nostre ansie. Tutti i genitori in quanto persone, possono compiere errori e visto che lo fanno, non stanno prendendo le decisioni migliori per lui! Consiglio a tutti di leggere Gli imperfetti Genitori di Bernardi (ne parlo anche in un altro articolo sul nostro Blog)
3) Quoto interamente la parte in cui la consulente dice perchè racchiude tutto il senso del nostro sfogo nell’articolo incriminato “di solito ti trovi addosso mezzo mondo che ti critica e quindi devi farti un po’ dura…non so come spiegarmi, è difficile. Devi abituarti a difendere le tue idee sempre e con tutti e quindi è possibile che ti resti un po’ di atteggiamento aspro.”
a presto
Ecco finalmente un discorso chiaro, senza patemi, e soprattutto, esente da critiche verso l’una o l’altra “categoria”!!!! Che non se ne può più delle battaglie tra tutte quelle che pensano di essere migliori delle altre perchè allattano/perchè non allattano, perchè lavorano/perchè stanno a casa, perchè si tengono i figli nel lettone/perchè “subitissimo nella culla che poi li vizi” !!!! Brave brave brave a entrambe!
Credo profondamente nell’allattamento al seno, ma credo anche che la maggior parte delle volte le future mamme non ricevano abbastanza informazioni di valore per effettuare la “giusta” decisione in piena coscienza.
Comunque è un argomento molto personale ed importante e penso, che ogni futura mamma ha il DOVERE almeno di informarsi leggendo libri, piuttosto che seguendo consigli di esperti….e poi seguire in tutto e per tutto il SUO ISTINTO di mamma!!!
Grazie per il contributo, ci voleva proprio. Il mio pallino è il “non-assolutismo” in tutto ciò che riguarda la relazione con i figli e gli aspetti educativi, incluso il famigerato allattamento e mi sembra che Ilaria abbia proprio questo approccio. Bella l’idea del coraggio di cambiare posizione.
Io ho riscontrato lo stesso atteggiamento dalla consulente e dal gruppo LLL che ho avuto la fortuna di incontrare.
Grazie, elisa
Mi è piaciuto un sacco questo post!!! Davvero davvero … Dovremmo metterci tutte nell’ottica che siamo diverse e che ognuna di noi deve poter essere mamma a modo suo … mamma, moglie, donna … secondo le proprie inclinazioni, le proprie esigenze …
grazie davvero!!!
grazie dopo aver letto, credo, la stessa posizione che citi, avevo voglia di posizioni più morbide verso la maternità come divenire, come possibilità di mettere in dialogo se stesse, un bimbo, una coppia, la vita quotidiana, e le possibilità che si hanno… senza preguidizi
Bell’articolo Silvia, davvero. E’ necessario sottolineare sempre che non c’è UN solo modo di essere mamma, io come pedagogista non mi stanco mai di ripeterlo…neppure a me stessa!
quando si parla di allattamento, mi sembra si tenda sempre a concentrarsi piu sulla mamma che sul bambino…
ma il tipo di mamma che diventiamo è dettato solo in parte da decisioni personali, e altrettanto dal carattere del bambino
vale anche per l’allattamento: io ho avuto due esperienze molto diverse tra la mia prima e il piccolo, legate al loro carattere diametralmente opposto
per questo, piu che tutto, ogni forma di giudizio o estremismo in merito è poco sensata: i bambini sono diversissimi e imprevedibili – che poi è quello che li rende così affascinanti!
ciao!
Elle
Sono assolutamente d’accordo con te. Troppe etichette, troppi requisiti, troppi sguardi addosso, troppo.
Io non amo gli integralismi in genere, né in un senso, né nel’altro. Ad ogni madre la libertà di gestire la propria relazione con il figlio senza essere influenzata o giudicata dagli altri.
la conosco questa donna! 😀
ciao Hy** ! 😉
detto questo.
io ho allattato fino ai 6 mesi correndo poi, in entrambi i casi, verso un rapido svezzamento per tutte le cose già dette e perchè ho presto capito che questo era l’unico modo che avrei potuto sostenere, non sarei riuscita ad essere felice e serena (per retaggi culturali) come “allattatrice” di un bimbo più grande di 1 anno.
detto questo, mi si potrà tacciare di scegliere solo quello che mi fa comodo, però non sono così convinta di tutta questa libertà di scelta che andiamo sventolando.
abbiamo messo al mondo degli esseri umani. non ce l’hanno chiesto loro e, di conseguenza, dobbiamo fare tutto quanto è in nostro potere per fare le scelte più giuste per loro. Su questa cosa non riesco a smuovermi, nonostante legga e rifletta sempre sui vostri scritti e dibattiti.
E se su 500 milioni di casi nessuno sa quale sia la scelta più giusta, in questo caso invece è proprio evidente.
altro discorso sono i sensi di colpa, questi vanno banditi MA possiamo parlare di bandire i sensi di colpa SE ci siamo informate, se ci abbiamo provato, se ce l’abbiamo messa tutta e siamo arrivate fino al nostro limite. Allora è assurdo crogiolarsi.
insomma mi sentirei proprio di giudicare (questo predicare l’assenza di giudizio mi sembra utopico e finanche controproducente, ne parlerò prima o poi in un post) chi lo decide a priori perchè NO. Punto.
Già meno (o per niente) chi non ce la fa a superare le ragadi o a sopportare un bambino mai completamente sazio che si attacca 100 volte al giorno e dorme 20 minuti per volta. (come vedete parlo con cognizione di causa :-D)
per quanto riguarda le mamme allattone e il loro modo di porsi, credo che l’analisi di hy..ehm..dell’intervistata sia corretta. Hanno però sviluppato una capacità di sintesi dell’acidità da premio nobel! solo alcuni giorni fa leggevo di un allattamento prolungato, alla domanda: “ma come fai, io non ce la farei mai” risposta: se lo fai con amore…
ZAC!!! che piaccia o no, questo insinua che chi non lo fa non abbia amore.
complimenti per la sintesi!
😉
tornerò a vedere gli altri commenti e magari scriverò dell’altro.
grazie silvia per questo post: avevo queste cose da dire da un po’, ma a forza di botte/risposte/post/post di risposta/facebook, etc non sapevo più dove scriverle 😀