27 febbraio 2009
C’è qualcosa di più bello, quando ci si sente un po’ nervosi-incazzati-delusi-stanchi dell’allegria e dei baci bavosi di un figlio?
Io credo di no.
E non per retorica da Mulino Bianco (che non mi appartiene), ma perchè, davvero, rientrare a casa e trovare un naso colante con annessa otalgia e un faccia a pois con febbre a 39 tutte per te è un balsamo che cura ogni stato d’animo.
Se, in preda al nervosismo, provo a fare qualcosa legato alla concentrazione (leggere, studiare, scrivere) e loro mi girano intorno inevitabilmente mi saltano i nervi.
Il segreto della pazienza qual è? E lo stesso della cura: è quello di non fare niente che non sia dedicarsi a loro.
E così capita di trascorrere un pomeriggio indimenticabile a rispondere a domande buffe come: "attavoliamo, mamma?" (apparecchiamo);
di crogiolarsi in complimenti che solo un bambino non più tanto piccolo ma non ancora grande ti sa fare: "perchè tu sei così diversa dalle altre mamme? Sei bella";
di ridere di espressioni come: "per fortuna che hai covato Niccolò forte";
di fare pace con la figura materna che si rappresenta, di imparare ad amare la madre che si è, di chiudere un occhio benevolo su ciò che si vorebbe essere e che non si resce ad essere.
Perchè, dopo tutto, a ben guardarli, sono sereni, felici, educati, svegli, rompi palle, testardi, sensibili.
Sono vivi. E io con loro.
Varese, 28 febbraio 2009
E c’è qualcosa di peggio, quando si è in un albergo soli, dopo una intensissima giornata di studio (ANEP con Michel Odent, metterò un post), con la febbre a 38, di sentire i bimbi al telefono che ti chiedono "quando torni?".
Il distacco fisico riposiziona i tasselli delle priorità e degli affetti lì dove le circostanze e gli eventi le hanno fatte scivolare giù e, al contrario, riporta giù ciò che nella concitazione del quotidiano ti sembrava avere qualche importanza.
pura verità.
Quanto è vero che ogni cosa cambia prospettiva. Soprattutto le cose brutte, i momenti neri, le seccatura e i mostri che gli altri ti buttano addosso quando roberto mi sorride e mi guarda con quello sguardo che dice "finalmente, siamo tu e io" sfumano lentamente e non c’è bisogno di null’altro. è una cosa che abbiamo la fortuna di provare solo noi mamme. saluti
Silvia…..adesso non hai scuse…visto che si può fare….fallo! (sai di che parlo!!!!!!!!) eh eh eh!
Oggi seguo il tuo consiglio. Non puo` che farmi bene.
Papi, sono commossa.
Certamente. Le risorse femminili sono senza fondo. E anche la forza.
Un abbraccio.
Spero di riuscire a costruire qualcosa di buono con mio figlio, pur essendo da sola.
Io di mamme come te ne ho viste poche….
Non ci sono parole…
Quando uno si mette in discussione, guarda ai propri atteggiamenti con senso critico e guarda ai propri figli conme un miracolo irrinunciale….quando fai tutto questo non c’è errore a surclassarti, non c’è sbaglio mettere in ombra la luce che emani…
Mamma….perfetta
E’ la figlioterapia. Non sbaglia un colpo.
si’ si’ si’ si’ si’ e ancora si’!
silvia è proprio cosi’
meravigliosamente cosi’
e quanto siamo fortunate noi? quanto?
hai perfettamente ragione.Orami è la terza settimana che faccio con febbre, tosse and company di SUperT.
Due giorni fa stavo impazzendo. Non ce la facevo più…
E poi mi sono messa a giocare giocare giocare giocare. Fare solo la mamma. Mettendo da parte tutto quello che avrei dovuto fare.
E alla fine ci sono dei momenti indimenticabili da ricordare.
Dove non arrivo io, dove non arriva la testa, la sensibilità, la forza di un adulto, di una mamma, a volte arrivano loro, gli implumi. Loro così piccoli, acerbi, eppure talmente pieni di cose, sensazioni, emozioni allo stato brado e puro da precederci. Cosa ci siamo persi noi, crescendo-così stiamo recuperando, ascoltandoli giorno dopo giorno.
Quando si va via anche per poche ore la tonalità del ritorno diventa meravigliosa. Il caldo del pensiero di casa diventa un languore consapevole. I piccoli sono colori dell’anima
No Carla, capita anche a me. Però i giorni vermente neri sono stati rarissimi in questi anni.
Diciamo che l’arrivo dei bimbi ha ridimensionato la "tonalità" cupa delle circostanze sfavorevoli.
Ciò che prima di loro, sarebbe stato nero, poi ha assunto sfumature diverse perchè sono cambiate le priorità.
E anche perchè obiettivamente grandi problemi non ne abbiamo avuti in questi anni.
Però conosco quel voler stare rinchiusi e lontani da tutto.
A me capita, però, che quando ci sono giorni veramente neri, di quelli in cui non riesco a vedere fuori di me, non riesco neanche ad acquistare quel minimo di forza interiore per cui resisto a stare accanto al nano, ma mi viene solo una grande voglia di starne lontano e rinchiudermi nel mio buco nero. Ma forse io sono solo più pessimista di te, o ho meno forza interiore che mi sostenga.
Che bel post….mi ci rivedo nei miei nervosismi, nel tentativo di fare mille cose mentre ilBebone mi vuole per se. Io invece per ora mi sento delusa di me per questi miei "egoismi"…non ti offendi se cerco di imparare dai tuoi post un po di serenita`, vero?
Riesci sempre ad emozionarmi come nessun altro…
riguardo il telefono, può anche essere angosciante talvolta. Giorni fa Pezzetto mi ha chiesto "quando arrivi?" e al mio "tra poco amore, il tempo di volare da te con l’aereo" è inspiegabilmente scoppiato a piangere. era la prima volta e mi ha spiazzata!