Articolo scritto con la supervisione scientifica del
Dott. Francesco Torcetta – Pediatra e Neonatologo
Una delle (tante) preoccupazioni dei neogenitori è rappresentata dalla medicazione e caduta del moncone ombelicale, sebbene, a differenza di un tempo, oggi l’onfalite (infezione del moncone) sia diventata estremamente rara.
Perché va medicato
Nonostante le condizioni igieniche delle famiglie non siano più carenti come nei tempi passati, la cura del cordone non va sottovalutata, proprio perché una infezione localizzata dovuta a scarsa igiene o alla separazione tra mamma e neonato -condizioni che impediscono il normale sviluppo di una flora saprofita protettiva- potrebbe trasformarsi in sepsi (infezione generalizzata ). La medicazione agisce, pertanto, su più fronti: accelerare la caduta ed evitare la proliferazione di germi.
Come va medicato
Innanzitutto, lavatevi le mani (questa è l’accortezza principale per evitare infezioni). Successivamente, passando delicatamente una garzina sterile, controllate se resta pulita o se si sporca, ma non vi allarmate: poche secrezioni sierose e un po’ di sangue possono essere segnali di imminente distacco e non di altro.
Una volta pulito, avvolgetelo in una nuova garza sterile. È importante che resti il più asciutto possibile, dunque, se quando cambiate il bimbo vi accorgete che la garza è bagnata, ripetete l’operazione. Nei maschietti, per evitare che le urine inumidiscano la garza, lasciate il moncone esternamente ripiegando la porzione superiore del pannolino.
Negli anni, i suggerimenti di puericultrici e pediatri, hanno subito notevoli cambiamenti e tuttora sono spesso divergenti.
- Alcool denaturato: è il disinfettante più diffuso ma sembra che allunghi i tempi di distacco poichè contiene parti di acqua che ritardano la mummificazione del moncone
- Mercurocromo: il colore rosso potrebbe rendere difficile il riconoscimento di eventuali arrossamenti localizzati e, soprattutto, contiene anch’esso parti di acqua
- Zucchero salicilato: alcuni ricercatori italiani hanno sperimentato un’ulteriore modalità di trattamento basata sull’applicazione di zucchero salicilato [1]. Questa sostanza sembra utile nell’accelerare il distacco del moncone per le proprietà disidratanti dello zucchero unite a quelle cheratolitiche dell’acido salicilico. Lo studio, pubblicato nel 2003 e che ha coinvolto 244 neonati pretermine ricoverati in un reparto di terapia intensiva (quindi a maggior rischio di sviluppare infezioni), ha registrato il distacco del moncone dopo 6±2 giorni nel gruppo trattato con zucchero salicilato e dopo 9±2 giorni nel gruppo trattato con clorexidina.
L’unico caso di onfalite si è verificato nel gruppo clorexidina. Una maggiore soddisfazione per il trattamento con zucchero salicilato, piuttosto che con clorexidina, è emersa da parte delle infermiere addette alla cura dei neonati (98% vs. 67%).
L’unico effetto collaterale evidenziato era la maggiore frequenza di sanguinamento della cicatrice nel gruppo trattato con zucchero salicilato (7.8% vs 4%), senza peraltro nessuna conseguenza o rilevanza clinica. [2]
In realtà, uno studio Cochrane [3] sulle infezioni (revisione di 21 studi per un totale di 9 mila neonati) suggerisce che, in ambienti puliti, dove la mamma è vicina al neonato e si occupa personalmente dell`igiene (dunque non se il neonato viene ricoverato o trattenuto presso il nido) non è necessaria nessuna sostanza disinfettante (la cosiddetta dry care) ma è sufficiente tenere il moncone asciutto e pulito.
Nel caso in cui si sporchi con urina e feci, occorre semplicemente pulire la zona con acqua e sapone, asciugare e cambiare la garza.
Caduta del moncone ombelicale
Non tutti i monconi ombelicali cadono nello stesso momento: il tempo è ragionevole sino ai 20 giorni.
Bagnetto sì o no?
Generalmente si sconsiglia il bagno completo finché il moncone non è caduto. Questa raccomandazione tuttavia non è basata su alcuna evidenza scientifica e non è universalmente adottata: in altri paesi, come la Germania, il bagnetto viene fatto fin dai primi giorni.
E dopo il distacco?
Dopo la caduta del moncone ombelicale è sufficiente un lavaggio della cicatrice con normale acqua ossigenata a 12 volumi, ma anche questa pratica varia da pediatra a pediatra: a volte è suggerita e altre è sconsigliata.
Rivolgetevi al pediatra se…
- la zona appare arrossata
- notate secrezioni gialle
- sentite un cattivo odore
- il bambino manifesta dolore quando è toccato nella zona ombelicale
- compare febbre superiore ai 38°
- ha 3 settimane di vita e il cordone non si è ancora staccato
- sul fondo dell’ombelico tastate un granuloma (una piccola pallina di tessuto cicatriziale rossa e umida).
Il pediatra procederà ad una diagnosi ed eventualmente prescriverà una terapia antibiotica o, in caso di granuloma, medicherà la lesione con toccature di nitrato d’argento.
Fonti
[1] Pezzati M, Rossi S, Tronchin M. et al. Umbilical Cord Care in Premature Infants: The Effect of Two Different Cord-Care Regimens (Salicylic Sugar Powder vs Chlorhexidine) on Cord Separation Time and Other Outcomes. Pediatrics 2003;112:275-9
[2] www.saperidoc.it
[3] Zupan J, Garner P. Topical umbilical cord care at birth (Cochrane Review). The Cochrane Library 2004, Issue 3. John Wiley & Sons Ltd
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