Tutte le mamme hanno il latte – Non dare il ciuccio che confonde la suzione – Non dare aggiunte – Bevi la birra – Non fare la doppia pesata – Allatta a orari – Allatta a richiesta…e così, via, per tutti i 24 mesi di allattamento complessivo.
Non so voi, ma io ricordo tutto questo come un incubo, soprattutto nei mesi di allattamento del primo figlio.
La verità dove sta? Da nessuna parte. Allattare non è nè facile nè difficile. Fa bene al bambino, al legame mamma-bimbo e fa bene anche alla mamma. È un nutrimento d’amore, nonostante l’amore non passi esclusivamente da qui.
Io sono uscita dalla sala parto con la cartina geografica dei Pirenei al posto dei capezzoli. Le due ore in sala parto sono state sufficienti a farmi venire ragadi su ragadi.
Evidentemente in sala parto si sono dimenticati di dirmi qualcosa (tanto lei è figlia di ginecologo e di ostetrica…ok, ma in sala parto ero sola!)…come ad esempio che:
- il bambino si deve attaccare prendendo in bocca l’intera areola e non solo la punta sporgente del capezzolo;
- nella posizione corretta, durante la poppata una parte dell’areola sarà visibile al di sopra del labbro superiore del bambino, mentre sotto il labbro inferiore l’areola scomparirà;
- il labbro inferiore deve essere rovesciato all’esterno come una ventosa;
- il bambino non va staccato dal seno tirandolo. Anzi, diciamo che quando è sazio si stacca da solo. Ad ogni modo, qualora fosse necessario staccarlo, tale manovra va effettuata infilando il mignolo all’angolo della bocca e spingendo il seno verso il basso;
- è oppurtuno cambiare ogni volta la posizione del bambino durante la poppata: non esiste una posizione ideale, l’importante è che stiate comode, potete aiutarvi con i cuscini o anche con l’apposito cuscino da allattamento.
Voi avete avuto problemi di ragadi? Che cosa vi aiutava? Che esperienza di allattamento è stata la vostra?
Il momento più doloroso, in presenza di ragadi, è l’attacco, l’inizio della poppata. Io stringevo un fazzoletto in bocca per non urlare. La presenza di ragadi comunque non deve far sospendere l’allattamento: non c’è bisogno di utilizzare medicinali perché tendono alla guarigione spontanea (a meno che non siano sanguinanti).
Occorre solo un po’ di attenzione nella cura del seno dopo le poppate. Vediamo come fare:
- non utilizzare saponi per pulire i capezzoli, ma le apposite salviettine (prima accertatevi che l’INCI sia buono, senza tensioattivi e profumi) oppure della semplice acqua bollita da passare sul seno con l’auto di una garza:
- al termine della poppata, se riuscite, lasciate asciugare i capezzoli all’aria. In ogni caso non sfregateli con asciugamani e fazzoletti;
- l’uso dei cicatrizzanti o di creme ammorbidenti è discusso. Io usavo un po’ d‘olio di mandorle oppure qualche goccina del mio stesso latte che è un ottimo lenitivo.
Questo post fa parte del Lab della nutrizione e della crescita, progetto che vuole creare contenuti che siano di aiuto, sostegno e confronto per le mamme che cercano informazioni in Rete. Abbiamo già trattato Le coccole nel pancione e, nelle prossime settimane parleremo di svezzamento, terrible two e formazione del linguaggio.
Su ciascun tema avrete l’occasione, oltre che di confrontarvi, anche di dialogare con esperti psicologi e medici che leggeranno i post e le vostre conversazioni e saranno a vostra disposizione per dubbi e domande per tutta la durata del progetto.
annalisaw dice
Bhe insomma… allattare non è semplicissimo, spt all’inizio, spt se è il primo figlio, spt se hai male dovuto alle ragadi. E’ vero che l’importante è avere un attacco corretto però è molto importante anche trovare dei rimedi efficaci da subito se purtroppo capita di soffrirne. Per esperienza personale io mi sono trovata molto bene con due soluzioni naturali che sonio state spalmare bene il capezzolo con la lanolina 100% dopo ogni poppata perchè ammorbidiva molto la pelle e dava una sensazione di grande benessere + utilizzare dei reggiseni in tessuto dermasilk perchè molto morbidi e non irritanti la pelle ed in più evitavano il rischio sovrainfezioni perchè agiva un antimicrobico intriso nel tessuto. Poi certo che ci vuole pazienza, adattamento, tenacia, però togliere il dolore dovuto alle ragadi è fondamentale secondo la mia esperienza.
Paola dice
Io credo di essere nata per allattare!Sono al secondo figlio, tra pochi giorni cominceremo con le pappine, ma fino ad ora c’è stato solo il mio latte, una bomba, a giudicare da come cresce!A parte gli scherzi sono stata davvero fortunata perchè non ho mai avuto problemi e ancora oggi il mio primo figlio quando ha bisogno e voglia di coccole si avvicina furtivo, sorride, infila la mano sotto la maglietta e quando ha raggiunto la meta fa una faccia assurda, la felicità in persona!Giusto una toccatina e poi riparte per i suoi giochi..insomma, mi conferma che è piaciuto molto anche a lui!!
Sono stata fortunata perchè ho mantenuto la calma nelle prime settimane, il periodo assolutamente critico per determinare la buona riuscita di un allattamento. Mi sono attaccata come una cozza alla mia mamma, che di figli ne ha fatti abbastanza e che mi ha trasmesso una calma e una serenità pazzesche necessarie per affrontare i bombardamenti quotidiani e gratuiti: “10 minuti da una parte e 10 dall’altra, succo di pera a volontà, e acqua niente??, cosi si strozza, prima a detsra poi a sinistra, niente colpi di freddo….”e io con la voglia di gridare solo: E CHE PALLE!!!!!
Una cosa che non smette mai di meravigliarmi è, a dire il vero, la mancanza di sostegno da parte dei pediatri, io ho un pediatra molto carino ma tante amiche mi raccontano dei loro pediatri che le hanno scoraggiate al massimo e sono partiti col benedetto latte artificiale alla prima difficoltà, tante, davvero.
Per questo secondo me è fondamentale farsi aiutare bene, e come ha detto qualcuna, selezionare l’aiuto, altrimenti si rischia una crisi isterica di brutto.
Qualcuna mi ha parlato molto bene degli incontri della Lega Latte, ma non ci sono mai stata.
Invece per quanto riguarda le ragadi, per fortuna sono riuscita a bloccarle sul nascere, ho trovato ottima la pomata Purelan della Medela, ne ho fatto una pubblicità sfegatata tra le amiche che mi hanno sempre ringraziato.
Insomma, per me l’allattamento è stato ed è tuttora un momento magico, ho sofferto un pochino quando ho smesso col primo figlio, a 14 mesi, mentre ricordo la felicità che ho provato quando ho attaccato la boccuccia del mio secondo al mio seno per la prima volta, ho pensato e vai!ci risiamo! Un esperienza formidale, non posso definirla in altro modo!
Chiara dice
Per me è stata un’esperienza bellissima perché sia io sia mia figlia siamo state molto fortunate… lei ha succhiato da subito con forza e vigore e questo ha permesso dopo un giorno di succhiate quasi ininterrotte di avere una bella montata lattea… i capezzoli mi dolevano e tutte le volte che lei si attaccava in principio sentivo dolore, ma in seguito il dolore diminuiva e il contatto esclusivo con la mia bimba lo ha reso uno dei momenti più belli dopo la nascita. Spero tanto di trovarmi nelle stesse condizioni anche con il bimbo che deve nascere a gennaio… perché se tutto va bene l’allattamento è davvero magico, faticoso perché ti spossa e porta via tante energie ma è meraviglioso…
MammaImperfetta dice
Valentina, l’areola chiara mi mancava nel novero delle “spiritosaggini” sai? :sideways:
Anche Niccolò ha tanto sofferto di reflusso e l’allattamento è stato un calvario. Capisco tutto quello che scrivi.
Arianna, anche per me la posizione a “palla da football” è stata risolutiva. Anche in fase di mastite per aiutare lo svuotamento completo.
Lux, in effetti, come ho scritto, trovare una competenza sull’allattamento è complicato. Bisognerebbe forse informarsi prima sui punti di sostegno della propria città. Anche il corso preparto è stato ben poco utile su questo fronte… :ermm:
lux in fabula dice
io ho avuto le ragadi entrambe le volte. La prima è stata terribile, piangevo al solo pensiero che dovevo riattaccare la bambina. Ne sconoscevo l’esisetnza, quindi non mi ero informata sul cosa fare. Nessun medico mi ha dato consigli utili, solo di mettre l’olio Vea. Ma le ragadi sanguinavano e anch’io avevo una cartina geografica al posto dei capezzoli!!!!!!!!!!!! Quindi, mi sono curata da sola: olio Vea, paracapezzoli e garze di Connettivina per fare cicatrizzare. Sono guarite in 15/20 giorni che non dimenticherò mai. Ho continuato ad allattare fino a 4 mesi in modo esclusivo, poi ho svezzato la bimba, ma ho continuato fino all’anno.
Sto ancora allattando il secondo bimbo che adesso ha 3 mesi. Stavolta ci ho pensato per tempo. Olio vea prima della nascita ogni giorno. Ho avuto ugualmente le ragadi, ma mooooolto meno dolorose, meeeeeeeno estese e noooooon sanguinanti. in 4/5 giorni è passato tutto. Diciamo che la seconda esperienza ha rimesso le cose a posto, nel senso che mi ha restituito un’idea di allttamento più serena e piacevole.
ma ancora penso a quei medici. Mah!!!
Arianna dice
Ok, allora: con i gemelli ricordo qualche ragade, ma niente di eccessivamente doloroso, son guarita in fretta perché era piena estate e se non avevo persone attorno me ne stavo beatamente in topless! 😉
Nessuna crema, solo aria ed è tutto passato in pochissimi giorni.
Col terzo ho visto i sorci verdi, anche io dovevo stringere qualcosa tra i denti per non urlare. Tra l’altro per le prime due-tre settimane almeno, nel momento in cui attaccavo mio figlio neonato e sentivo arrivare la montata, la sensazione era paragonabile a un paio di aghi che mi trafiggevano dall’interno: iniziavo a perdere latte ovunque da entrambi i seni e dovevo tamponarmi con un asciugamano per fermarne uno. Era davvero doloroso, ma col tempo si è attenuato e infine è passato.
Lui l’ho avuto a febbraio, ma cercavo di uscire più che potevo, quindi almeno per uscire, sotto al reggiseno, ricorrevo a dischetti appositi con un gel lenitivo. Funzionavano abbastanza, ma ero molto cari e soprattutto non mi pare che mi aiutassero a guarire prima, semplicemente evitavano che i capezzoli si “incollassero” agli abiti (o ai tradizionali dischetti di ovatta). Ho anche tentato con varie creme, ma credo che anche quella volta sia stata semplicemente l’aria ad aiutare la guarigione.
Allo sportello allattamento mi hanno poi insegnato la posizione a palla da football che, a quanto pare, aiutava il mio piccolo ad attaccarsi spontaneamente in modo corretto, senza farmi male. Scoprire e adottare quella posizione è stata una svolta per noi, e l’ho allattato per circa un anno.
Ciao!
manuela dice
é Amore allo stato liquido!!!vedevo uscire i cuoricini insieme al mio lattone!e loro si incicciano con il tuo Amore!!!è fantastico..poesia allo stato puro.. :wub:
Valentina dice
L’allattamento….lo considererò per sempre la mia occasione persa! Non sono mancate ragadi sanguinanti già in seconda giornata e non si sono fatti attendere consigli vari sul fatto che avevo l’areola troppo chiara e quindi il bambino non si attaccava bene (come se il bambino dovesse vederla per attaccarsi bene col labbro inferiore!)……poi già dalla prima nottata da sola in ospedale mi rendevo conto che il bambino non riusciva a poppare bene: più lo attaccavo e più piangeva, io lo riattaccavo quando piangeva e lui piangeva sempre di più, fino a che non stava attaccato senza ciucciare anche 2-3 ore di fila. Ho supplicato ostetriche e infermiere di aiutarmi, perchè vedevo le altre compagne di stanza e mi rendevo conto che nell’avvio del nostro allattamento c’era qualcosa che non andava e mio figlio aveva un aspetto sempre più sofferente e la risposta era…..signora ci sono passate tutte, stia calma! Già, già….
Il primo giorno a casa dall’ospedale il bambino ha pianto dalle 2 del pomeriggio fino alle 10 di sera rifiutandosi di mangiare e schivando il seno con tutte le sue forze e più lui piangeva e più io piangevo e cercavo di allattarlo. Non volevo assolutamente chiamare nessuno perchè “Allattare è facile e naturale, ogni mamma ce la può fare, ci siamo passate tutte, basta stare calme…”, fino a che il mio compagno ha caricato in macchina me e il bambino e ci ha portato in ospedale. Soluzione: paracapezzoli e aggigiunta. Soluzione fallita!
Insomma, per farla breve, dopo il mese più spaventoso della mia vita mi spiegano perchè mio figlio non vuole essere allattato: esofagite da reflusso! Io ho rinunciato all’allattamento perchè ormai era davvero tardi per recuperare, ma forse se avessi avuto il giusto supporto avrei potuto allattarlo….Occasione persa!
Ma non basta tutto il corredo di sensi di colpa che mi sono addossata da sola…..ci vogliono anche quelli che ti regalano quelle persone che dicono “Basta volerlo veramente…..”.
Mio figlio non è stato allattato al seno. Ha continuato a perdere peso. A soffrire. Il trauma dei tentativi di allattamento falliti e del dolore provato nel nutrirsi è stato tale che lui si è rifiutato anche di mangiare dal biberon. A un mese di vita lo imboccavo con il cucchiaino dandogli latte e crema di riso……ma questa è un’altra storia!
Mammaimperfetta dice
Ivana, meno male! Grazie per questo bel racconto…non vorrei passasse il concetto che le donne che allattano sono “martiri” 🙂
In realtà è solo questione di conoscenza e di un po’ di sostegno, cosa che non sempre avviene, o per lo meno non in tutti gli ospedali di ogni città.
Imperfetta, ma ti ricordi? “Eh…piange il bambino. Non hai più latte!” “Ti sta calando, hai il seno vuoto, non mangi/non bevi/non balli/non canti abbastanza”. TUTTI mettevano il becco. Per me è stato estenuante. :ninja:
Grazie per questa condivisione.
Mammaimperfetta dice
Lì quanto hai ragione. Come dicevo sopra, la mastite è un altro bello scoglio. Febbre a 40, antibiotici. Il dramma era capire cosa fare. La pediatra mi disse di non attaccarlo se avevo febbre. Mia madre, il contrario: attaccalo in ogni posizione perchè il seno ha bisogno di essere svuotato. Ho dato retta a lei ed è andata bene, ma…
Mammaimperfetta dice
Franz, a me i paracapezzoli li avevano consigliati per allattare. Ci ho provato una volta ma era peggio, per lui e per me. Olio Vea è buonissimo, ne ho usato anche io.
Mammaimperfetta dice
Nadia, hai fatto benissimo ad appoggiarti allo sportello allattamento. Io non l’ho fatto perché confidavo nelle competenze “familiari”, solo che ormai era, come dire, tardi. Le ragadi c’erano già e poi è subentrata anche una bella mastite (e anche alla mastite bisognerebbe dedicare qualche parola). Però ce l’ho fatta ugualmente.
Raffaella, in effetti è pazzesco. Nel senso che con le ragadi il flusso non è perfetto per cui il bambino tende a staccarsi. E quando si deve riattaccare…beh, lasciamo stare!
Imperfetta eccome! dice
I primi 15 giorni di allattamento in effetti sono faticosi! Ho allattato i miei figli per 6 mesi in modo esclusivo e poi con l’inizio dello svezzamento nel giro di un mesetto il latte mi è andato via. Sono molto fiera di essere arrivata in modo esclusivo ai 6 mesi! Non avrei mai pensato di farcela, proprio perchè è un’impresa non semplice. Quello che scrive Silvia alias mamma imperfetta è giustissimo e sono la prima a condividerlo data la mia esperienza, tuttora, infatti, lo ripeto sempre:” se non avessi avuto quell’infermiera seduta per ore a fianco del mio letto d’ospedale ora forse potrei parlare solo di latte artificiale”.
Lei, che con pazienza mi ha presa per mano ed è rimasta lì aiutandomi a capire il mondo dell’allattamento perchè, diciamocelo, mica nasciamo “imparate”!
Ora so che:
-la posizione della bocca del bimbo è importantissima
– i primi giorni di allattamento sono ahimè dolorosi, bisogna stringere i denti
– il capezzolo si adatta nel giro di una decina di giorni e poi non si sente assolutamente più male
– pulire il capezzolo a ogni poppata secondo me non è necessario, anzi, l’odore di mamma è il preferito!
– non usare profumi o creme che poi il bimbo dovrebbe ciucciarle
– per aprire la bocca al neonato e staccarlo dal seno è giusto il consiglio di infilare un dito nella bocca in modo da far entrare aria dato che il piccolo si attacca “a ventosa”
ma soprattutto ricordarsi che:
– non esiste nulla di migliore per il bimbo che il proprio latte
– se piange non è perchè il latte non è abbastanza nutriente o perchè “ce n’è poco” dato che la produzione e la composizione del latte materno si regola perfettamente in base alle esigenze
– se ci si sente “più sgonfie” basta attaccare più spesso il bimbo al seno e la produzione aumenterà
– non guardare l’orologio! Il bimbo se non ha fame (o sete) si gira dall’altra quindi si sa regolare da solo
– non ascoltare i consigli di chi fa terrorismo :oddio non hai più latte, oddio non è latte buono…. non ascoltateli!
– mangiare e bere quello che si vuole, con moderazione sì, ma quello che siete abituate a mangiare e bere in gravidanza, il bimbo riconoscerà i “suoi” sapori
– cercare di essere serene e non ansiose
:happy:
Ivana dice
La mia esperienza di allattamento (durata fino ai 16 mesi) è stata fantastica: era la 1° figlia ed io mio terrore era quello di non riuscire ad allattarla ed invece tutto è andato secondo natura, senza ragadi (solo un pochino, a dire il vero, ma quasi impercettibili), senza traumi, con allattamento a richiesta, sempre, giorno e notte! Purtroppo dopo pochi giorni dalla nascita della mia bimba mia mamma è mancata e forse, per paura che il trauma mi facesse perdere il latte (mi han detto che poteva succedere) la mia testa ha avuto uno scrollone ed ha comandato a tutto il corpo di reagire: forse per questo ho iniziato una gran produzione di latte 😆 che è andata avanti fino ai 16 mesi.
Sono felicissima ed orgogliosissima di aver allattato così tanto, anche quando ricevevo critiche e commenti!
oggi che la mia bimba ha 20 mesi non si ricorda nemmeno piu come ci si attacca, ma sa che “lì” c’era la “pappa-nanna” (lattuccio) ed ogni tanto si appoggia al seno e sorride…
Lì dice
La mia esperienza di allattamento è stata bella e brutta. Quando ho dovuto smettere al terzo mese, causa ascesso a seguito di una mastite curata male, ho detto: ” a nessuna mamma dovrà nel 2012 accadere quello che è accaduto a me”. Se avessi avuto UNA persona di riferimento e di fiducia me la sarei cavata ed invece: i consigli del pediatra poco effiaci, lei vedo solo bambini malati…, i consigli delle ostetriche all’ospedale efficaci ma rubati, perchè una volta che esci non è un loro dovere seguirti nell’allattamento, i consigli a pagamento di un’ostetrica privata efficaci ma non potevo permettermi di pagarla tutti i giorni nella fase di avviamento dell’allattamento, i consigli della mamma e della suocera da evitare… Insomma la mia esperienza è stata bella nel contatto con mio figlio ma assolutamente devastante per tutto il resto. Ho provato nell’ordine: ragadi, mastite con febbre poi rientrata, allattamento misto prima settimana poi con fatica tornata a quello mio, tiralatte di tutti i tipi, cremine per ragadi varie, spugnature calde che quell’anno lì penso di aver consumato tutta l’acqua del pianeta e per giunta calda con costi aggiuntivi sulla bolletta, un nocciolino post mastite che non se ne andava nel secondo mese di allattamento curato in mille modi e che alla fine prima mi ha fatto ritornare la febbre e poi mi ha lasciato con un solo seno ad allattare, poi si è infiammato talmente tanto che è diventato un ascesso su cui sono intervenuta prima con antibiotici in puntura potentissimi e poi visto che non c’era più nulla da fare per togleiere l’infezione con una bella incisione. Faccio notare che il dolore del parto non è stato nulla a confronto. Insomma non dico altro per non tediare le belle mamme che stanno avviando il loro allattamento. Ma dico solo: scegliete una persona di riferimento, una sola non 100, e fatevi seguire finchè l’allattamento non è avviato bene e vi sentite sicure.
franz dice
Anche a me sono venute le ragadi, sia con il primo, sia con la seconda. Io ho risolto così: olio Vea e copricapezzoli in silicone. Questi ultimi non li usavo durante l’allattamento ma li mettevo appena finito di allattare e dopo aver spalmato bene i capezzoli di olio Vea, dopo tre/quattro giorni le ragadi sono guarite.
Nessuno in ospedale mi ha detto che fare in caso di ragadi e capisco quelle mamme che, sfinite, insicure e senza nessun aiuto, decidono di smettere. Il dolore, in effetti, è terribile.
Mi ha aiutato la mia caparbietà, riuscendo a trovare da sola la soluzione più adatta a me e allattando poi per circa 13 mesi ciascuno.
raffaella dice
Le mie ragadi sono rimaste storiche e me le sono trascinate dietro per circa un mese. Ricordo ancora con terrore quando il pupo cominciava a lamntarsi che aveva fame ed io piangevo per il dolore che sarebbe arrivato.
Le mie ragadi comunque erano molto profonde e sanginavano molto. Ringrazio ancora la santa infermiera belga che alla fine me le ha volute controllare con piu attenzione per scoprire che una era veramente profondissima. Alla fine mi ha dato delle strisce adesive che si usano per gli ustionati di terzo grado. Mi davano molto sollievo ed evitavano qualsiasi tipo di sfregamento.
Certo devo dire che bisogna essere molto determinate nel volere allattare e non ego di aver pensato spesso “ma chi me lo fa fare”, specie quando attaccavo il bimbo= dolore sovraumano= urla da iena = bimbo spaventato che si stacca= riattaccare il bimbo= dolore sovraumano etc etc etc
Alla fine pero sono molto orgogliosa di aver persistito e allattato il mio bimbo per piu di un anno
nadia dice
Bel post! Io ho avuto una esperienza bellissima di allattamento, non senza qualche intoppo ( un inizio di mastite ). Ho visto tante mie amiche che hanno abbandonato presto l’allattamento per i più svariati motivi, ma quello che univa le loro esperienze è il fatto che non hanno ricevuto l’aiuto giusto. Io posso ringraziare ( e senza di loro forse non ce l’avrei fatta ) le ostetriche dell’ospedale dove è nato mio figlio. Ogni settimana, con la ” scusa ” di pesarlo andavo allo sportello che avevano appositamente creato per l’aiuto all’allattamento e loro mi aiutavano con i miei dubbi, mi sostenevano se ero scoraggiata, correggevano qualche errore dovuto all’inesperienza e soprattutto mi trasmettevano serenità. Sono state veramente i miei angeli custodi in quel periodo delicato. Grazie a loro l’allattamento fa parte del rapporto con il mio bimbo, come un momento di gioia e per questo mi rattrista molto quando vedo che alcune mamme che potevano provare le stesse cose sono state lasciate sole .
Nadia