Fatico. Fatico a tradurre le emozioni in parole. Per me è strano. Ma stavolta mi sento davvero zoppicante.
Sono stati i due giorni forse emotivamente più intensi della mia vita.
Come dicevo, una discesa, rapida, ma al contempo lenta, tra le pieghe (e le piaghe) della mia vita.
Cosa ha a che fare questo con il bambino prenatale? Tanto. Tantissimo. Perché noi non nasciamo il giorno del nostro compleanno ma molto prima.
Sono stati due giorni di lavoro: intenso, personale, faticoso, emozionante.
Non si può diventare Prenatal Tutor se prima non si mettono insieme i pezzi della propria esistenza, se prima non si riannodano saldamente alcuni fili penzolanti, se prima non si chiude il cerchio.
Per questo, il lavoro è partito da noi: una inesorabile e inarrestabile discesa dentro i vuoti della vita, quelli che a volte nemmeno sai di avere.
Due persone affascinanti a guidare questi viaggi: Gabriella Ferrari e Maria Grazia Terreni. Figure che in un qualche modo e per differenti risvolti, riescono ad entrarti dentro e ad ascoltarti come se, quello con te, fosse l’ultimo dialogo della loro vita.
È l’empatia: empátheia, cioè sentire dentro. Mettersi nei panni di chi parla, senza barriere e senza GIUDIZIO, percependo la realtà così come la percepisce lui.
Questo è uno degli elementi che mi hanno maggiormente toccato. Chissà se ne sarò mai capace?
Leggere tutti i vostri commenti mi ha reso gioiosa e confermato di essere su una strada buona. Faticosa ma buona.
Chi mi ha scritto mail, per dirmi: vai, non ti chiedere perché, ma vai se senti di doverlo fare.
Chi ha scritto: sei stata per me una tutor (parola che oggi ha un sapore tutto nuovo).
Chi si è messo in attesa di ascoltare il racconto, chi ha detto la sua.
Chi ha raccontato storie di fantascienza sul rispetto della donna, storie straniere, non perché parlano dell’Olanda, ma perché sono estranee ad una cultura che DOBBIAMO far riemergere tra le donne e tra gli operatori sanitari, la cultura della consapevolezza della storia di chi nasce. Eh, già, perché il bambino che nasce ha già 9 mesi da raccontare.
Se un bambino
durante i primi nove mesi della sua esistenza intrauterina
è stato desiderato
perché è stato concepito responsabilmente…
durante la gravidanza ha ricevuto l’accettazione e la gioia materna
perché era desiderato…
è stato ascoltato
perché i suoi genitori sapevano che era capace di comunicare…
è stato capito
perché è stato ascoltato…
è stato accarezzato
perché i suoi genitori sapevano che era sensibile…
è stato accudito
perché è stato desiderato, ascoltato, capito e coccolato …
questo bambino, che è sempre stato accolto,
nascerà e crescerà pensando di valere molto,
si rispetterà e amerà se stesso,
perché è sempre stato rispettato e amato
sin dall’alba della sua esistenza,
quando per la prima volta si è affacciato alla vita
nel grembo di sua madre.*
* Gabriella Arrigoni Ferrari, La comunicazione e il dialogo dei nove mesi. Guida all’ascolto attivo, al dialogo e alla comunicazione psicotattile con il bambino durante la gravidanza. Edizioni Mediteranee, 2005.
Silvia dice
In bocca al lupo Paola.
Anche se non ti porterà da nessuna parte, ti accompagnerà comunque dentro te stessa, così come sta accadendo a me nel corso ISPPE.
paola dice
Ciao Silvia,
ti ho di recente ri-scoperto grazie al tuo link sul blog di Ecomamma e sono subito rimasta folgorata dal tuo articolo sul cesareo (ti ho anche lasciato un lungo commento). Poi scartabellando qua e la ho scoperto questo tuo impegno di Prenetal tutor. E` innegabile che un’esperienza come la maternita` ti prenda cosi fortemente l’anima ed il cuore da volerne poi approfondire i vari aspetti anche, perche` no, da un punto di vista scientifico e professionale.
Mi ha colpito la tua scelta, perche` propio non conoscevo l’esistenza del prenatal tutor e sono felice che anche dei medici si impegnino in un percorso simile.
Per quanto mi riguarda io invece mi sto appassionando a tutto cio che riguarda la crescita dei bambini. Fino alla nascita del Bebone non abbiamo letto libri di nessun genere, credendo (e ci crediamo ancora) che essere genitori sia qualcosa di istintivo ed unico per ogni individuo. Poi invece iniziando a frequentare vari blog di mamme ho trovato una curiosa corrispondenza tra aqlcuni aspetti dei vari "metodi" citati (attachmen parenting, giusto per dirne uno) ed il modo in cui noi ci comportiamo con il nostro bimbo.
Mi piace quindi adesso leggere testi, ricercare su internet aspetti a questo riguardo. Certo la tua scelta e` molto piu` impegnativa, ma chissa dove mi portera` questa mia curiosita.
Arianna dice
Grazie delle belle parole Silvia! Mi sento un pochino più sollevata. Ancora in ospedale non ho parlato con nessuno, poiché in più medici mi hanno confermato che prima di poter valutare un parto naturale va considerato lo stato della precedente cicatrice negli ultimissimi tempi di gestazione, anche se navigando in internet ho trovato pareri discordanti (strano che c’è sempre chi dice una cosa e chi l’opposto!) in più ho anche la placenta un pò bassa, e se non si alza… va beh, vedremo!
Grazie ancora
Arianna
Silvia dice
Arianna,
non stare a preoccuparti e a farti domande che ti possono fare male.
La seconda gravidanza è diversa già di per se, anche se è stata cercata.
E’ diversa perchè non si è più in due ma si ha un’altro bimbo a cui vanno rivolti pensieri e attenzioni.
E’ diversa perchè si deve asoltare il bimbo fuori dalla pancia e quello dentro.
E sembra sempre di non riuscire a fare bene nè una nè l’altra cosa.
La sensazione di "trascurare" il secondo quando è nella pancia e il primo quando il secondo è nato credo sia propria di tutte le madri, a prescindere dal fatto che la gravidanza sia stata cercata o meno.
Tu, Arianna non l’avrai cercata, ma poi l’hai accettata e stai dando amore a questo bambino.
Per il parto naturale dopo un cesareo hai già parlato con qualcuno in ospedale?
Ti lascio due link
http://www.anep.org/
http://www.il-dono.org/
…e anche un abbraccio.
Arianna dice
Ovviamente la settimana è la 24esima, non la 44esima… sorry…
Arianna dice
Ciao Silvia. Ho letto il tuo post il giorno dopo, ma ho aspettato a commentare. Ho aspettato perché sono un pò tristolina. Io questo terzo bimbo non l’ho cercato responsabilmente, all’inizio ammetto di non essere stata felice, perché con i gemelli avevo già molto da fare e stavo giusto assaporando le loro prime autonomie e mi sono sentita di retrocedere tutto d’un botto. Poi con il passare dei mesi (ormai sono alla 44esima settimana) mi ci sono abituata. Ma questa gravidanza è diversa rispetto a quella dei gemelli, lì avevo un sacco di tempo per coccolarci (io e loro) rilassarmi, preparare il nido… mentre ora mi sembra di dedicarmi molto a Dani e Samu e poco al piccolo che sta crescendo dentro. Emotivamente intendo. L’unica cosa che questa volta mi sento di voler combattere è quella di un parto naturale (almeno il tentativo) a dispetto dell’abitudine di far seguire un nuovo cesareo e un cesareo precedente. Ma a parte questa cosa, per la quale sto cercando di informarmi e prepararmi il più possibile, temo di non essere riuscita a creare un vero legame. Cosa aspetta dunque al mio bimbo? Una vita di insicurezza e dubbio sul mio amore per lui? Sono un pò preoccupata, anche se anche i primi due non erano stati davvero cercati (avevo 25 anni e non ero sposata) ma il mio amore per loro è folle e credo che loro lo sappiano bene…
Mi interesserebbe sapere se c’è qualche tecnica particolare non tanto per creare un legame, ma per acquisire una maggiore consapevolezza e aiutare quindi questo processo che dovrebbe essere naturale, ma che aimè, faccio così fatica a sentirlo!
ps: io in gravidanza non soffro alcun sintomo particolare, perciò credimi se a volte mi ritrovo a "dimenticare" di essere incinta (tipo quando faccio la spesa e mi viene da sollevare i pesi, devo fare mente locale, prima!)
Silvia dice
Grazie! Io ero rimasta al maschio! E’ cambiato qualcosa???
MadreSnaturata dice
Saranno gli ormoni della gravidanza, ma mi hai fatto commuovere.
A leggere quelle parole mi sono resa conto di come io ami già questo bimbo che sta crescendo nella mia pancia (maschio o femminuccia che sia…).
Ti vengo spesso a trovare, anche se non commento mai, e trovo sempre informazioni utilissime e confortanti. Non è vero che la seconda gravidanza si vive meglio!
Silvia dice
La "nostra crescita" è bellissimo.
felix dice
ciao, silvia. il tuo racconto molto emozionante. anche io durante i nove mesi ho cercato di fare il bonding e mia figlia ed io abbiamo imparato da subito una comunicazione che ancora ora ci aiuta tantissimo in ogni fase della ‘nostra crescita’. ho una amica prenatal tutor. e un giorno spero di poter fare anche io il corso. nel frattempo leggo volentieri il tuo ‘diario’..
Silvia dice
Monica, hai colto. L’empatia è quanto di più difficile e ammirevole ci sia come atteggiamento verso le persone.
Io ho tanti amici, ma di persone capaci di empatia ne conosco 2, forse 3. Io stessa mi rendo conto, per quanto mi si dica il contrario, di sapere ascoltare poco con i sensi.
Quando mi metto in ascolto lo faccio o troppo con il cuore o troppo con la testa.
Abolire il giudizio è quanto di più bello si possa fare.
Sono in cammino, però. Vedremo dove arriverò e…se arriverò soprattutto.
Grazie Manu, sei cara come al solito.
manu dice
davvero sarebbe stato meglio leggere queste cose quando ero incinta ma come dici tu, meglio tardi che mai
leggerò il libro che consigli e seguo davvero con passione questo percorso a ritroso ma verso il futuro che stai facendo.Ti ammiro molto, come sempre
brava brava
manu
monica dice
ho pensato a lungo questo post. riconoscendomi nell’entusiasmo di questa scoperta, nell’incontro con persone che diventano dei "maestri", nell’emozione di un lavoro che parte da te per giungere all’altro.
si è vero è importante diffondere la cultura della consapevolezza della storia di chi nasce … ma credo sia altrettanto importante costruire una cultura dell’empatia.
è la sfida più difficile. e ti auguro di riuscire a farlo. con tutte le mamme che magari non hanno scelto di fare un figlio, quelle a cui è capitato, quelle che lo hanno subito, quelle che non hanno delicatezze o sensibilità, quelle che in contraddizione con se stesse il figlio lo detestano, quelle che hanno avuto un figlio disabile …. imperfetto, difficile … etc etc
è li che si colloca l’empatia. lavoro difficilissimo e fondamentale.
un grande augurio
monica
Mondopapy dice
Sai Silvia, nella vita si fanno scelte moldo difficili, scelte che ci possono anche portare via per alcuni periodi dai nostri affetti….ma sono scelte propedeutiche alla costruzione del futuro…che è ben più lungo del presente….ma se ogni cosa la facciamo con serenità, con dedizione e attenzione, ci sarà poco da recriminare. Io ti appoggio, per quel che vale e penso che tu sia una buona madre. Lo percepisco da ciò che dici, dalle riflessioni, dall\\\’attenzione che poni anche alle piccole cose. Tutto il resto è noia….il dubbio rimane, ma si accompagna alla certezza che quello che vuoi fare sia anche per la famiglia, per la sua stabilità e per la tua personale realizzazione, che ti porterà cetamente ad essere una persona più serenza, più completa. Quando abbiamo meno di cui pentirci abiamo più da dare agli altri….eccolo li, che il tempo che tolsi da una parte torna 1000 volte dall\\\’altra….
Auguri, per ogni cosa…….
Silvia dice
Ma che meraviglia tutti questi racconti! Tutti questi bimbi che comunicano, che si fanno sentire, che vi dicono: ehi, tu mi dai ascolto e io mi metto in relazione con te!
Grazie per queste testimonianze, sono emozionanti.
E grazie anche a Vale per il complimento. Sai, Vale, come dicevo, le passioni non si imbrigliano, anche se renderle stavolta è stato faticosissimo e sono consapevole di averne trasposto sul blog solo una piccola percentuale.
Anna dice
Non si può diventare Prenatal Tutor se prima non si mettono insieme i pezzi della propria esistenza, se prima non si riannodano saldamente alcuni fili penzolanti, se prima non si chiude il cerchio.
Ti dirò di più… alla prima ecografia che confermava la gravidanza, la dottoressa mi ha detto: "Vedrai che il diventare madre ti costringerà a rielaborare il tuo essere figlia"
Quindi, quello che stai facendo è un percorso che conscio o inconscio, ogni genitore deve/dovrebbe fare.
Anche io ho sul comodino il libro della Ferrari "La comunicazione e il dialogo dei nove mesi" e mi ha accompagnata per tutta la gravidanza. Oramai sono a termine e spero proprio di essere riuscita a stabilire un buon contatto con la mia bambina.
P.S. Anche lei seguiva la mia mano quando bussavo sulla pancia in risposta ai suoi primi calcetti 😉
e… non è mai troppo tardi!
barbara dice
Non vedo l’ora della fine, per leggere emozioni consensate e ragionate, sensazioni diventate una cultura che ti appartiene. Nell’attesa mi godo le foto che inserisci nei tuoi post-ma che belle sono???
valentina dice
è tutto una magia, ma so che lo è anche perché sei tu che la stai vivendo… non tutti sono capaci di vivere le emozioni come te…
bstevens dice
interessantissimo ed emozionante quello che fai, perbacco, continuiamo a leggerti!
Silvia dice
Marina, grazie. E’ l’augurio più bello.
Gabry, non è mai troppo tardi. E non è una frase di uso comune.
Davvero non è tardi. Mai. Nemmeno dopo che i figli sono nati.
gabry dice
è da oggi che ci rifletto, mi interrogo. Spero non sia troppo tardi per iniziare. Vorrei che questo bambino percepisse l’amore che proviamo per lui. Nonostante si sia presentato all’improvviso è stata la sorpresa più bella della nostra vita.
Marina dice
Sono contenta che le tue aspettative siano state confermate e addirittura superate. Spero che questo percorso ti porti, se non lontano, lì dove tu vuoi andare! 🙂
Silvia dice
Grazie Elena. E lo credo che ti interessa.
L’avessi fatto prima di rimanere incinta…ma, come si dice, meglio "tardi"…
Un bacio.
wwm dice
Sono tanto felice per te. E tienici aggiornate. A me interessa molto quello che fai…
Silvia dice
Mi viene da piangere. Pensavo di averle esaurite ma evidentemente no. 🙂
Fai bene a non insistere quando non le va. E’ una bella forma di rispetto.
Marì dice
Si cerco di comunicare con lei.. soprattutto con il pensiero. Immagino di visualizzarla e accarezzarla illuminadola, le trasmetto il mio pensiero positivo, il mio amore.
Poi c’è un botta e risposta gestuale.
Quando mi tira un calcetto io le rispondo sullo stesso punto e lei di seguito e così via. Non sempre avviene è? Ma quando ne ha voglia interagisce. Anch’io poi non è che sono sempre lì a stuzzicarla. Però dieci minuti al giorno me li prendo per entrare in contatto con lei.
Io e Glauco le cantiamo la ninna nanna scelta per lei.. facciamo il girotondo coinvolgendola (disegnando dei cerchi sulla mia pancia), le facciamo sentire il carillon che lei riconosce e puntualmente ce lo fa capire.
Sono convinta che lei percepisca il mio, il nostro amore.
Silvia dice
Grazie Cri.
Marì, ciao.
E lo fai? Lo fai il bonding? Comunicate tu ed Elettra? Come?
Cristina dice
beh… benvenuta a bordo
Marì dice
Ti aspettavo. E il tuo racconto, le tue parole sono quelle che mi aspettavo. Giorni di emozioni. Come quelle che mi ha trasmesso G. Ferrari nel suo libro "Il bonding dei nove mesi". Libro che è sul mio comodino da sette mesi ormai… anzi no da prima.