Sul tema della febbre nei bambini circolano ancora tanti falsi miti e paure fra le mamme. Qualche giorno fa abbiamo partecipato all’incontro Che Giungla Questa Febbre, organizzato col Patrocinio dalla Casa Pediatrica Fatebenefratelli-Sacco di Milano e il contributo non condizionato di Reckitt Benckiser, per far conoscere la ricerca SWG sul comportamento delle mamme italiane al manifestarsi della febbre nei propri figli.
Qui il Dott. Jacopo Pagani, responsabile del servizio di Pronto Soccorso Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma ha risposto alle più comuni domande sulla febbre, guidandoci in un percorso di informazione per fare chiarezza sui dubbi più comuni sull’argomento.
A quale temperatura si può parlare di febbre?
Si comincia a parlare di febbre quando il termometro supera i 37.5, prima può trattarsi di una variazione di temperatura non patologica.
La febbre è una malattia?
La febbre non è una malattia, ma una reazione. Sono i sintomi che si sviluppano attorno alla febbre che devono essere oggetto di osservazione e/o preoccupazione da parte di genitori e medici.
Come va misurata la febbre nei bambini?
Il modo migliore per misurare la temperatura nei bambini di qualsiasi età (neonati compresi) è la misurazione ascellare o con termometro infrarossi ma solo in studio pediatrico o in ospedale. La misurazione sublinguale e quella per via rettale sono invece da evitare perché non abbastanza attendibili.
Quando bisogna chiamare il pediatra o andare al Pronto Soccorso?
- Se il bambino ha meno di 30 giorni, in caso di febbre, è necessario che venga visitato immediatamente da un pediatra.
- Se il bambino ha meno di 3 mesi, in caso di una temperatura pari o superiore a 38°, bisogna contattare con urgenza un pediatra oppure recarsi al pronto soccorso.
- Tra i 3 e i 6 mesi è importante valutare il comportamento del bambino. Se è sereno e vigile si può attendere anche 24 ore, se invece ci sono altri sintomi e il bimbo appare prostrato e sofferente, contattare tempestivamente il pediatra.
- Sopra i 6 mesi la febbre non rappresenta di per sé un’urgenza. Se non sono presenti altri sintomi significativi, si può attendere anche fino a 3 giorni prima di chiamare il medico.
Come si deve trattare la febbre?
In caso di febbre, è molto importante che il bambino sia idratato e beva molti liquidi. Se rifiuta l’acqua, si può anche offrire spremute o altre bevande senza zuccheri aggiunti.
Le terapie farmacologiche a disposizione per trattare la febbre sono l’ibuprofene (che è analgesico, antinfiammatorio e antipiretico) e il paracetamolo (antipiretico e analgesico) e vanno somministrate previo consulto medico in base al peso del bambino e alla fascia d’età.
Quali rimedi della nonna sono da evitare?
Quando il bimbo è bollente può essere una buona idea appoggiare una pezzetta bagnata sulla fronte, come coccola, ma la borsa del ghiaccio è da evitare, perché ha l’effetto di abbassare la temperatura solo a livello periferico.
Il malato non va nemmeno coperto troppo e non va avvicinato stufe, altrimenti il suo corpo non riesce a disperdere il calore, provocando di conseguenza l’innalzamento della temperatura corporea.
Sono invece vietate categoricamente le spugnature con l’alcool che sui bimbi molto piccoli non solo sono inutili ma anche pericolose.
Quando si deve somministrare il farmaco antipiretico?
Dopo i 38,5 di febbre e/o se il bambino appare prostrato o sofferente. Se un bimbo maggiore di un anno ha la febbre alta, ma mangia regolarmente ed è vispo, si può aspettare.
Ibuprofene o paracetamolo e in quale formulazione?
Per trattare la febbre con i farmaci, è possibile utilizzare indistintamente ibuprofene o paracetamolo, secondo le indicazioni del pediatra. L’ibufrofene è generalmente ben tollerato a livello gastrointestinale e può essere somministrato con sicurezza ai bambini maggiori di 6 mesi, tranne in caso di varicella.
Entrambi i farmaci si somministrano a seconda del peso del bambino, preferibilmente per via orale. Per via rettale infatti è più difficile dosare il farmaco in rapporto al peso del bambino e si rischia che il tappo delle feci ne comprometta o ritardi l’assorbimento.
Cosa fare in presenza di convulsioni febbrili?
Le convulsioni febbrili sono motivo di ansia per quasi tutte le mamme. In realtà sono piuttosto comuni fra i bambini e devono preoccupare solo se si presentano in bambini di età superiore a 5 anni.
Purtroppo non si possono prevenire le convulsioni, ma si può intervenire in modo corretto senza panico o allarmismi.
Ecco le mosse da fare:
- Controllare la durata della crisi, prendendo il tempo.
- Mettere il bambino su un fianco senza aprire la bocca né muovere la lingua.
- Portarlo subito al pronto soccorso solo se è il primo episodio o se la crisi dura più di cinque minuti o se il bambino ha più di sei anni.
Annapaola Stampanoni
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