Domanda
Egregio Dottore,
sono la mamma di una splendida bimba di 2 anni e Le scrivo in merito ad un dubbio che mi è sorto parlando con altri genitori di bambini piccoli. Io ho fatto vaccinare mia figlia per tutte le malattie per le quali il vaccino è previsto, compreso la dose aggiuntiva di Prevenar 13 perché credo nella prevenzione e nella possibilità di evitare contagi e diffusione di malattie grazie ai vaccini.
Alcuni amici, invece, hanno scelto di non fare vaccinare completamente il loro figlio, altri ne hanno fatti fare solo alcuni. Sono molto convinti e, tra l’altro, la loro posizione è relativamente diffusa. Le motivazioni da loro addotte sono molteplici:
- I vaccini fanno male ad un bambino piccolo o piccolissimo (visto che possono essere somministrati a partire dal 61° giorno di vita) che ha un sistema immunitario perfetto (salvo naturalmente presenza di conclamate patologie).
- I vaccini costituiscono un business per le case produttrici.
- Non è vero che i vaccini evitano contagio e diffusione di malattie ed alcune statistiche lo confermano.
- I vaccini fanno male perché contengono mercurio.
- I vaccini hanno causato la morte di bambini.
- I vaccini comportano il rischio di sviluppare encefalite ed autismo.
- I vaccini sono pericolosi per i bambini allergici.
Dicono anche che le scuole devono accettare le iscrizioni di bambini non vaccinati. E’ vero?
Vorrei avere le idee più chiare in questo mare magnum in cui ognuno dice la sua e, soprattutto, vorrei fare la cosa giusta per la mia piccola e per il futuro fratellino/sorellina quando arriverà.
Spero di non essermi dilungata troppo e di poter giovare anche ad altri genitori.
Grazie mille.
Risposta
Gentile Signora,
l’argomento che Lei propone richiede una ampia riflessione nella risposta in quanto, proprio come Lei dice, negli ultimi anni assistiamo a polemiche spesso inutili sui vaccini.
Le posizioni personali in genere vanno rispettate ma alcune delle motivazioni presentate non hanno grande base scientifica.
Sgombriamo subito il campo da un primo problema che riguarda le case farmaceutiche. La ricerca sui vaccini costa e, soprattutto la ricerca di vaccini sempre più specifici, efficaci e sicuri di tipo ricombinante e non derivati da virus o batteri vivi richiede investimenti. Da qui il sospetto di lucro delle case produttrici. Ricordiamo però che le Aziende devono comunque avere dei profitti e che sostengono comunque un indotto di lavoro; molti vaccini vengono comunque venduti a prezzi scontati ai servizi sanitari per ridurre la spesa. È chiaro che il marcio può essere ovunque ma non è possibile generalizzare casi isolati di malaffare.
Alla domanda 2 ho quindi risposto. Passo ora a esaminare le altre una per una:
- Non si capisce perchè i vaccini facciano male a bambini in piena salute. Il sistema immunitario dei bambini è perfettamente competente a due mesi circa per sopportare il carico vaccinale di composti peraltro ormai privi di derivati di batteri vivi e tossici e pertanto sufficientemente sicuri. Se pensassimo che il sistema immunitario non sia competente a quella età dovremmo pensare di fare vivere i bambini sotto una campana sterile per evitare contatti con agenti batterici o virali che troviamo ovunque.
Il vaccino stimola semplicemente il sistema immunitario a riconoscere eventuali infezioni contro cui agire senza sviluppo di malattie altrimenti mortali. - Vedi sopra
- Riporto dal sito del Ministero della Salute: “Ben prima di altri Paesi europei l’Italia ha eliminato la poliomielite (ultimi casi indigeni nel 1982), di cui è stata ufficialmente certificata l’eradicazione a livello europeo nel giugno 2002.
L’ultimo caso di difterite in età pediatrica in Italia (peraltro in una bambina non vaccinata), risale, infatti, al 1991 e da diversi decenni non si registrano casi di tetano in età pediatrica o adolescenziale; inoltre, l’incidenza dell’epatite virale B ha subìto, dal 1991 ad oggi, una drastica riduzione, superiore all’80%, nei gruppi di età destinatari dell’intervento vaccinale (0-14 e 15-24 anni).
Anche nel campo delle vaccinazioni raccomandate sono stati realizzati progressi, particolarmente evidenti nel caso della pertosse che, a partire dalla seconda metà degli anni ’90, ha raggiunto valori elevati di copertura (90%), mentre la percentuale di bambini adeguatamente vaccinati contro morbillo, rosolia e parotite e contro le infezioni invasive da Hemophilus influenzae tipo b era ancora insoddisfacente (rispettivamente 56% e 20%) fino a pochi anni fa, con grandi differenze tra Regioni.”
Il periodo esprime in modo semplice e efficace l’importanza di una politica vaccinale adeguata su base mondiale e locale. L’Italia con la sua copertura vaccinale elevata (almeno per le obbligatorie) ha debellato completamente alcune malattie altamente pericolose come la difterite e il tetano e altamente invalidanti come la poliomielite. La pertosse, malattia sottovalutata, è però altamente mortale nei primi mesi di vita e già la prima dose di vaccino dà una buona risposta immunitaria. Da tutto quello che emerge esistono pochissimi dubbi sull’efficacia delle vaccinazioni. - Rimando alla lettura di una serie di trattazioni sull’argomento in questione.
Ciò che emerge da queste letture è che è vero che i vaccini contengono una quota di mercurio ma la dose somministrata non è sufficiente a provocare gli effetti collaterali così temuti. Comunque dal 1999 è stata chiesta la graduale rimozione del mercurio dai vaccini anche se ancora non è totalmente raggiunto l’obiettivo. Credo che forse il mercurio che ingeriamo attraverso altre fonti sia molto più abbondante e pericoloso e soprattutto cronico. Anche in questo caso i discorsi vanno pesati attentamente.
- Sempre dal Ministero della Salute: “Come tutti i farmaci anche i vaccini possono causare effetti indesiderati, ma questi sono, nella maggior parte dei casi, di lieve entità e transitori, consistendo per lo più in febbre e reazione infiammatoria nel punto di inoculazione: tali effetti collaterali possono essere agevolmente trattati e prevenuti con antinfiammatori ed antipiretici.
Eventi avversi più seri si manifestano solo molto raramente, con frequenze dell’ordine di un caso ogni migliaia o milioni di dosi somministrate. Alcuni eventi segnalati in associazione con le vaccinazioni sono così rari che è impossibile valutare la dimensione del rischio e provare l’esistenza di un effettivo rapporto di causalità con queste.
Un reale rapporto causa-effetto tra lesioni invalidanti e vaccinazioni è stato dimostrato soltanto nel caso dell’associazione tra vaccinazione antipoliomielitica orale (OPV) e polio paralitica associata a vaccino.
I ceppi virali viventi presenti nel vaccino OPV possono, replicandosi nell’intestino del ricevente, andare incontro a mutazioni che fanno loro riacquistare caratteristiche di virulenza perse con l’attenuazione; per questo, con una frequenza stimata in un caso ogni 2.000.000 di dosi somministrate, il vaccino antipolio orale può provocare una malattia del tutto simile alla poliomielite da virus selvaggio.
In situazioni in cui la poliomielite da virus selvaggio è presente allo stato endemico, il rischio di polio paralitica da vaccino è, entro certi limiti, accettabile, in quanto il rischio di ammalarsi per un infezione da virus selvaggio è immensamente superiore a quello derivante dalla vaccinazione.
Inoltre, in situazioni in cui la poliomielite è presente in forma endemica o epidemica, il vaccino antipolio orale non solo presenta il vantaggio di creare una barriera, a livello delle mucose orale e gastrointestinale, alla diffusione delle infezioni da virus selvaggio ma, diffondendosi nell’ambiente, può immunizzare indirettamente anche le persone non sottoposte alla vaccinazione (immunità di gregge): per questo l’OMS ha sempre raccomandato che si usasse tale vaccino per arrivare all’eliminazione della poliomielite.
Dove la polio grazie all’OPV è già stata debellata, per evitare i casi di paralisi associata alla vaccinazione si può ricorrere al vaccino antipoliomielitico inattivato (IPV), almeno per le prime dosi del ciclo di vaccinazione: è quanto è stato fatto in Italia con il cambiamento del calendario delle vaccinazioni per l’infanzia messo in atto con la Circolare ministeriale 7 aprile 1999.
L’interruzione definitiva della vaccinazione antipolio è una decisione che va attentamente ponderata proprio sulla base degli elementi derivanti dalle attività di sorveglianza epidemiologica e virologica. Le importazioni di virus selvaggio in territori indenni sono infatti sempre possibili fin tanto che esisteranno serbatoi di infezioni e, nel passato, sono stati numerosi gli episodi di importazione di virus selvaggi in territori già indenni. A certificazione avvenuta della Regione Europea, è stato operato in Italia, un ulteriore cambiamento della schedula vaccinale antipolio, ritornando all’uso del solo vaccino IPV per tutte le dosi del ciclo di vaccinazione (Decreto Ministeriale 18 giugno 2002).
In tempi passati si è fatto spesso riferimento ad un presunto rapporto tra sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e vaccinazione antidiftotetanopertossica (DTP). Approfonditi studi scientifici ed epidemiologici hanno smentito con sicurezza l’esistenza di qualsiasi rapporto tra tali eventi. La maggior parte dei decessi SIDS avviene nell’arco di tempo in cui abitualmente viene completato il ciclo di base della vaccinazione DTP ed è, quindi per mera coincidenza temporale che, in alcuni casi, la somministrazione di una dose di DTP preceda di alcune ore o di alcuni giorni la morte improvvisa di un bambino.
Gli studi di cui sopra, condotti negli anni ’80, hanno invece dimostrato che il numero dei decessi SIDS associati temporalmente alla vaccinazione DTP rientrava nell’ambito degli eventi attesi per quella fascia di età: in altre parole, SIDS si sarebbero manifestate anche se non fossero state fatte le vaccinazioni. Inoltre, alcuni di questi studi hanno anche messo in evidenza un maggior numero di SIDS tra i bambini vaccinati rispetto ai non vaccinati e, quindi, un minore rischio di SIDS nei vaccinati.
La SIDS può essere in effetti dovuta a più cause, tra cui la posizione sbagliata in cui viene fatto dormire il bambino, ma la causa principale sembra ormai accertato essere dovuta al alterazioni del ritmo cardiaco.
Dato che è sempre necessario un giusto equilibrio tra rischio e beneficio, se le vaccinazioni non portassero alcun tipo di beneficio, sia su un piano individuale che su un piano collettivo, anche un solo evento avverso grave sarebbe ingiustificabile ed inaccettabile.” - Una pubblicazione su The Lancet ha stabilito nel 1998 una connessione tra vaccinazione contro il morbillo e sintomi gastrointestinali e disturbi dello sviluppo. Ciò ha portato ad ansia diffusa in Gran Bretagna, in merito alla sicurezza del vaccino morbillo-parotite-rosolia (MMR) . L’acceso dibattito tra i critici e sostenitori della vaccinazione continua fino ai giorni nostri.
Il 20 febbraio 2004 Il Lancet ha descritto questo studio come “viziato” da un “fatale conflitto di interessi” e ha dichiarato che mai avrebbe dovuto essere pubblicato. Nel frattempo le autorità britanniche mediche si stanno preparando a revocare la licenza all’autore principale, con l’accusa di corruzione.
Secondo una dichiarazione ufficiale dell‘Istituto di Medicina, un nesso causale tra la vaccinazione MMR e l’autismo può essere escluso, sulla base di una meta-analisi [¹].
Riporto anche i dati del CDC di Atlanta che confrontano i rischi della malattia naturale ai rischi della vaccinazione.Morbillo Polmonite 1 ogni 20 casi Encefalite 1 ogni 2.000 casi Morte (paesi industrializzati) 1 ogni 3.000 casi Morte (paesi in via di sviluppo) 1 ogni 5 casi Parotite Encefalite 1 ogni 300 casi Rosolia Sindrome da rosolia congenita 1 ogni 4 casi Vaccinazione trivalente M.P.R. Encefalite e reazioni allergiche gravi: 1 ogni 1.000.000 di casi I dati mi sembrano chiari e senza bisogno di commenti. Il morbillo è una malattia importante e che, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, rappresenta una delle cause maggiori di morte infantile.
- In riferimento alla percolosità dei vaccini nei soggetti allergici, le elenco gli studi in cui si parla si parla di riduzione del rischio atopico piuttosto che di aumento:
- Paunio M, Peltola H, Virtanen M, et al. Acute infection, infection pressure, and atopy. Clin Exp Allergy. 2006;36:634–639. [PubMed]
- Nakajima K, Dharmage SC, Carlin JB, et al. Is childhood immunisation associated with atopic disease from age 7 to 32 years ? Thorax 2006; Nov 7 zit. nach Bonhoeffer J, Heininger U: Adverse events following immunization: perception and evidence. Curr Opin Infect Dis. 2007;20:237–246. [PubMed]
- Bernsen RM, Koes BW, de Jongste JC, van der Wouden JC. Haemophilus influenzae type b vaccination and reported atopic disoders in 8-12- year-old children. Pediatr Pulmonol. 2006;41:463–469. [PubMed]
- Bernsen RM, de Jongste JC, Koes BW, et al. Diphtheria tetanus pertussis poliomyelitis vaccination and reported atopic disorders in 8-12-year-old children. Vaccine. 2006;24:2035–2042. [PubMed]
Riguardo l’obbligo vaccinale per l’iscrizione scolastica il Decreto del Presidente della Repubblica n. 355 del 1999 dichiara che è necessario richiedere da parte della scuola una certificazione o una autocertificazione delle vaccinazioni obbligatorie. La mancata presentazione di questi documenti non compromette l’iscrizione ma obbliga il Dirigente a comunicare il dato alla AUSL di competenza per gli opportuni provvedimenti da prendere. Ciò non vuole dire che poi le Autorità non prendano provvedimenti diversi con azioni di vario tipo.
Piuttosto vorrei ricordare che vaccinare è anche un servizio alla comunità perchè i risultati ottenuti fino a ora si devono alla copertura vaccinale estesa che abbiamo raggiunto. Rompere la catena può voler dire ricominciare a vedere malattie considerate ormai non più presenti.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro anche se non molto conciso nella risposta ma l’argomento richiedeva molto più che una semplice e veloce risposta
Dott. Francesco Torcetta – Pediatra
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