Due sono i fattori che io ritengo vadano tutelati prima di tutto: la libertà di ciascuna donna di partorire come desidera e il diritto all’informazione.
Al sacrosanto atto di libertà occorrerebbe far precedere un’adeguata formazione che restituisca alla gravida gli strumenti corretti per capire e scegliere il percorso più adeguato.
Essere informati, studiare, seguire un buon corso di preparazione alla nascita con operatori adeguatamente formati, permetterebbe alle donne di scegliere con consapevolezza.
Non sempre i percorsi che si credono migliori per sé durante la gravidanza sono quelli che poi si confanno effettivamente al nostro essere in fase di travaglio di parto.
Per il primo parto mi ero messa in contatto con l’anestesista 9 mesi prima. Convinta di partorire con l’epidurale, per niente preparata psicologicamente ad un parto naturale, la notte del travaglio mi viene detto che l’anestesista non è disponibile.
Pensavo che sarei rimasta schiacciata da un evento inatteso di portata biblica. Ricordo le lacrime di paura durante quell’ultimo e indimenticabile monitoraggio delle 4 del mattino di quel 29 maggio 2004.
Invece no. Non sono rimasta schiacciata da niente. Credo di essere ben riuscita a gestire il dolore, la sofferenza e ad accompagnare Matteo verso la vita.
Mi sono resa conto, in quel momento, che il dolore aveva davvero un significato: mi spingeva nella direzione obbligata della separazione da lui. Non si può trattenere un figlio, la nascita è un momento ineluttabile. È il paradigma della vita.
E la soddisfazione di avercela fatta che mi ha pervaso poi aveva qualcosa di magico.
Nonostante tutta questa consapevolezza e questa soddisfazione, quando è stata ora di partorire di nuovo cosa ho scelto?
L’epidurale, naturalmente!
Davanti alla paura non esiste coerenza.
Ma anche stavolta qualcosa è successo, qualcosa di difforme dal percorso che normalmente segue un’analgesia epidurale.
L’anestesista mi ha inserito il catetere nella schiena, ha iniettato lidocaina e morfina…e non è successo assolutamente NULLA.
Erano le 16.15, le contrazioni sempre più forti, la ginecologa mi chiedeva più volte se non cominciassi a sentire meno il dolore ma il dolore cresceva e alle 17.30 nasce Niccolò.
L’epidurale non ha fatto effetto alcuno, anzi ha costretto poi la ginecologa a farmi un po’ di ossitocina per aiutare il secondamento (distacco della placenta), bloccando così la sua produzione naturale proprio nel momento del suo picco.
Ben mi sta.
Sapevo che sarei stata in grado di accompagnare anche questo secondo figlio senza farmi sopraffare dal dolore ma non ho avuto fiducia in me stessa.
Sono però stata contenta di aver potuto scegliere.
Il non poter scegliere un’epidurale trasforma il parto in analgesia un’oasi irraggiungibile e conduce ad un senso di impotenza ed ingiustizia che pone la gravida davanti al travaglio come un condannato che attraversa il miglio verde.
Nessuno dovrebbe imporre niente, soprattutto in un momento così unicamente violento e sacro.
Ora, dopo due parti, so che sono capace di spostare il dolore per far spazio al distacco,
so che sono capace di gestire la paura e di ammantarla di pienezza. Ora so che, se mai ne partorirò un terzo, sarò in grado di contenere le emozioni più violente.
Ora so che yes, we can, so che gli anestetici fisiologici (adrenalina, ossitocina, endorfine) aiutano a tollerare il dolore e conducono la donna ad uno stato alterato di coscienza che aiuta il superamento della sofferenza. Ora so che questo stato alterato è dovuto al “riposo” della neocorteccia, che durante il travaglio deve essere lasciata in pace (parlando poco, favorendo una situazione tranquilla e intima) per far in modo che non si attivi, permettendo alla donna di restare nel suo “cervello ancestrale” legato all’istintualità.
Ora so tutto: esperienza pratica, letture, studi, approfondimenti.
Ma c’è un ma.
Ma non so se all’inizio di questo eventuale travaglio che condurrà il mio terzo bambino dal “mare” alla terra, io saprò avere fiducia in me stessa. So che vorrò sentirmi di nuovo libera. Quindi è probabile che si, anche per la terza volta, ostinatamente, io decida per l’epidurale.
E qualcosa andrà storto di nuovo. Perché così dovrà andare.
Ma mi sarò sentita senza briglie: nel momento più importante della mia vita io avrò sentito di poter scegliere.
Nel momento in cui più niente può essere ammanettato dalla volontà: il bambino deve uscire, il tuo corpo sta subendo una attacco viscerale pari a una scala Richter 15, la tua femminilità deve essere tagliata per poi essere cucita…io avrò avuto l’unica libertà concessa in quel momento: scegliere come accompagnare mio figlio verso la vita.
Informiamo ed informiamoci sulla possibilità oggettiva di imparare gestire il dolore e di partorire senza uso di farmaci, ma pretendiamo anche la possibilità di scegliere.
Il non poter scegliere amplifica il desiderio. Su una base di libertà si ragiona meglio e, soprattutto, ci si abbandona e ci si affida con meno resistenza.
Una cosa è certa: il dolore del parto è l’unico evento fisiologico doloroso compensatorio della vita. Pur essendo doloroso e traumatico, per certi versi, porta con sé la nostalgia di ripeterlo e di dare alla luce altri figli.
Le donne sono magiche, uniche, sacre.
Sono capaci: di dare la vita, di “morire” per rinascere.
Sono piene: di vita, di amore, di passione.
Le donne sanno vivere, perché sanno cos’è la vita.
Durante il passaggio dal vecchio blog a questo sono andati persi i commenti a questo post, che riporto qui sotto.
COMMENTI
wwm
Sì hai ragione. Anche per me, nonostante avessi fatto tutte le visite e avessi richiesto l’epidurale, non ho fatto in tempo. Non si poteva.
E sì è importante essere liberi di poter scegliere. E ancora una volta sì il dolore è qualcosa di pazzescamente sopportabile. Ha un fine. E come scrivi tu benissimo “porta con sè la nostalgia di ripeterlo e di dare alla luce altri figli.”
La paura c’è, Silvia. Se ci penso ora…ho paura. E vedremo.
Luca
che bella questa tua esperienza, la faro’ leggere a mia moglie. Lei ha partorito 2 volte con un cesareo (non voluto) e per lei e’ stato un trauma (per dire poco…).
Grazie, questo tuo scritto ci sara’ di grande aiuto.
Ciao
Luca
vale
IgorB
sicuramente anche a mia moglie farò leggere questa pagina.
sia perchè il primo parto è stato per lei una vera sofferenza (un lungo travaglio seguito da un cesareo d’urgenza)
sia perchè adesso non vuol più sentir parlare di parto naturale (se e quando arriverà il secondo figlio…)
Ma forse mi sono perso una puntata o due: è in arrivo un terzo figlio?
Bellissimo questo pezzo.
Al tuo innato carattere scientifico, si sta aggiungendo una nota di psicologia e di grande sicurezza. Non che prima non ne avessi, tutt’altro, ma oggi di più. Ed è una sicurezza per niente prepotente, ma serena e palpabile.
Ciao Silvia, bacio ai bimbi.
daniela spiller

E’ bello ritrovarti Silvia e sentire nelle tue parole l’emozione per la vita e l’amore materno che ci contraddistingue. A presto, compagna di viaggio!
Laura
Cara Silvia, sottoscrivo pienamente ciò che scrivi e ti posso assicurare che aver avuto la possibilità di scegliere durante il travaglio di Elia, è stato molto molto rassicurante, perchè almeno mi hanno risparmiato il dolore fisico e mi è stato permesso di lavorare così più approfonditamente sulla parte pscicologica, di assaporare di più la comprensione e il dolore di mio marito, di avvertire anche il lato umano degli operatori sanitari, di poter pensare al “dopo” e al suo nome, che ancora era incerto. In determinate circostanze l’analgesia diventare la regola, perchè comunque utile e necessaria ma ti posso assicurare che non in tutte le strutture ospedaliere è “normale” concedere l’epidurale nei casi di MIF, io ho avuto la fortuna di trovarmi in “un’isola felice”!
Grazie per questo bellissimo post!
Con affetto
Laura
Paola

Grazie per questo post. Mi sono rispecchiata molto nella tua esperienza: anch’io come te ho scelto l’epidurale e, anche per me, poi le cose sono andate diversamente 😉
Credo che poter scegliere ma anche essere rispettati in questa scelta e poterla vivere con serentità siano cose molto importanti.
Grazie ancora
Paola
Silvia
Marina
Ciao Silvia,
rileggerò questo post, quando sarà il momento…:-)
Cristina
Raperonzolo
Io sono stata il massimo dell’incoerenza. Per il primo NON volevo l’epidurale e poi quando sono stata lì ho implorato che me la facessero e benedetto il santo anestesista che me l’ha fatta (per me è stata la pace dei sensi!). Per il secondo ero partita con EPIDURALE ASSOLUTAMENTE e quando sono stata lì non l’ho voluta e ho partorito senza (ma i dolori erano di un’altra pasta rispetto al primo). Qui in GB devo dire che la libertà è garantita a tutte. L’epidurale la fanno gratuitamente in tutti gli ospedali e non c’è bisogno di contatti preventivi con l’anestesista. Insomma, anche se decidi all’ultimo momento te la fanno. La libertà è fondamentale perché la fiducia in noi stesse non può bastare. Ogni parto è diverso e ci sono dolori e dolori. Tutto si sopporta alla fine perché non si ha scelta, ma ci sono dolori con cui almeno troviamo una sintonia e ci fanno vivere il piacere della nascita, altri invece che traumatizzano. La possibilità di un travaglio come nel secondo caso rende l’epidurale un diritto sacrosanto.
Luca
grazie x avermi inserito nel tuo blogroll. Io lo avevo già fatto perchè mi piace parecchio come scrivi.
Ciaoooo
elisa
Ciao Silvia, che bel post, dopo qualche giorno a discutere di epidurale su Ecomamma e sul mio blog trovo un post, IL TUO, che girerò alle mie amiche incinte.
Io ho partorito il mio primo figlio con un parto naturale e vorrei che fosse così anche per il nuovo(nuova?) in arrivo. Mi sta molto a cuore la libertà di scelta in tutti i campi. Su parto ed allattamento mi preme molto che le mamme si informino BENE e da diverse fonti perché il rischio che si corre spesso è di scegliere senza l’adeguata informazione!
Arianna
Pure io avevo pensato all’arrivo dl tuo terzo bimbo!
ps: mi son messa in contatto col Palmer, trovata una ginecologa da urlo (la Dall’Ara, mi piace un tot!) e iscritta al corso preparto… dopo un cesareo stavolta provo a fare da me, e anche se è tutto un’incognita e i rischi ci sono, non vedo l’ora che arrivi il momento… che paura!!!!!
Silvia
nicoletta
Quando l’anno scorso, proprio in questo periodo, ho avuto la certezza che sarei diventata mamma per la terza volte, uno dei miei primi pensieri è andato al parto. Sì, perchè avevo giurato che non avrei partorito mai più. Ho il terrore del parto e dei suoi dolori.
Tutto è collegato credo alla mia prima esperienza, quando a 27 anni ho partorito Sara. Purtroppo era morta la mia mamma da appena un mese e, probabilmente, i dolori del parto e quelli del cuore uniti insieme, mi hanno lasciato il ricordo di un’esperienza terribile. Otto anni dopo, è nata Bianca, sempre con parto spontaneo che mi ha lasciato ancora il ricordo di dolori sovrumani ed insopportabili.
nicoletta
Così, quando è arrivato (a sorpresa) Matteo (il bimbo del reflusso), ho giurato che avrei partorito solo con l’epidurale. E così è stato. Ho cambiato città e ospedale, perchè nel mio, sebbene siamo nel 2008!!!! non si poteva ancora fare questa esperienza. Ero così motivata, che non mi è importanto niente di tutti coloro che cercavano di dissuadermi dal farlo (chissà poi perchè), per strani pregiudizi: chi mi diceva che potevi rimanere paralizzata, che l’anestesia provocava mal di testa incredibili, che l’ago era enorme….
E così, di consiglio in consiglio, il primo agosto è nato Matteo con parto spontaneo e anestesia epidurale. E finalmente, questa volta il ricordo del parto, è pieno di tenerezza e di gioia, per la prima volta ho voluto mio marito accanto ed è stata un’esperienza indimenticabile.
nicoletta
E’ un’esperienza che mi sento di consigliare caldamente a tutte le mamme che desiderano provarla. Non lasciatevi frenare da falsi pregiudizi. Non fa male, non lascia strascichi, e, nel mio caso, mi ha permesso finalmente di godermi la nascita di un figlio.
Un abbraccio a tutte coloro che devono ancora partorire.
Silvia
roberta

cara silvia mi hai fatto piangere…
grazie!
roberta e sofia 22+4 (w le donne!)
gekina73


Stiamo tentando di raggiungere 50000 firme per il diritto di scelta della donna a partorire senza dolore.
Se possibile fate circolare.
Trovo scandaloso che a Venezia se partorisci di notte non hai diritto ad un trattamento analgesico nemmeno pagandolo!
E io avevo richiesto l’epidurale e mi ero sottoposta (sborsando soldi ovviamente) a tutti gli esami del caso.
Siamo delle “semplici” mamme e delle donne italiane stufe di vedere negato un diritto sacrosanto. Quello di poter scegliere!
Alessandra
Ciao, pensa che io con l’epidurale fatta col secondo bimbo sono stata a letto 1 mese, e dico 1 mese, per foratura dura madre. Una cosa indecente. Tra l’altro credo che poche sappiano che con la foratura della dura, si rischia meningite e si rischiano danni gravi. Insomma io la boccio totalmente e cio’ che dico sempre e’ che i dolori dei miei due parti io li ho “dimenticati” o comunque superati, il dolore della foratura dovuta ad imperizia del medico, beh, devo dire che se ci penso mi viene da piangere. Sono molto fortunate quelle a cui riesce bene. beate loro.
Silvia
Alessandra
Ciao, credo che lo spazio in cui si fa l’epidurale sia diverso da quello della spinale no?Comunque nel mio caso sono stata dimessa nonostante non camminassi, (infatti sono tornata a casa in ambulanza) e successivamente ricoverata in neurochirurgia per ematoma subdurale, praticamente il cervello che non era piu’ immerso nel liquido che fuorisciva dalla foratura, aveva rotto una vena in testa. Blood patch e a letto immobile una settimana (che si aggiunge alla settimana in ostetricia) e a letto alzata di 50° per altre 3 settimane…un delirio. Con un neonato e una bimba di 3 anni…
Luisa

Grazie Silvia,
la tua esperienza mi ha aiutato tanto.
Proprio in questi giorni sto riflettendo sulla possibilità dell’epidurale.
Mi chiedo spesso perchè non potercela fare se la natura ci creati così perfetti per generare la vita, il mio è più una sorta di orgorglio nel voler essere capace di farcela da sola a tutti i costi.
Ma la paura del dolore fa capolino. Altrettanto quella degli effetti collaterali dell’epidurale.
Allora sono nella fase “leggo tutto e divento una spugna”.
Chissà cosa farò, ma come dici tu, mi piace molto avere la possibilità di scegliere!
A presto!
Grazie a te.
Se puoi scegliere sei in una botte di ferro. Lasciati la libertà di decidere sul momento.
In bocca al lupo e un abbraccio!
Ciao!Piacere, sono Federica, mamma da appena un mese di una bambina!Anche io ho scelto l’epidurale, dopo aver provato anche il travaglio in vasca. Nel mio ospedale sono per il parto naturale e la mia scelta dell’epidurale non era ben vista, ma mi hanno dato questa libertà. Poi è andata male, perchè la bambina non scendeva nel canale e mi hanno dovuto fare il cesareo. Come te ho preso la cosa come una punizione divina, forse se non avessi scelto l’epidurale sarebbe andata meglio e avrei partorito in modo naturale?non lo so, ma penso che per un prossimo figlio sceglierò il cesareo programmato!baci e complimenti per i tuoi due splendidi bambini! 😉