Quindici giorni al mare con due bambini piccoli sono obiettivamente infiniti. La dimensione ristretta dell’hotel (che differentemente dal villaggio riduce gli spazi e le distanze biologiche) non aiuta a far scivolare i giorni strutturati in colazione-spiaggia-pranzo-nanna-spiaggia-cena.
Due bambini che non passano 5 minuti soli con le animatrici appesantiscono ulteriormente. Ma…ma guardare gli occhi dei tuoi figli che ridono per 15 giorni ininterrottamente, sentire le urla che si amalgamano al rumore dei tuffi, saperli sereni perchè finalmente ci hanno a loro disposizione 24 ore su 24 è una sensazione impagabile. Di gioia, di orgoglio e di pienezza.
Matteo prima di partire ha decretato: “io vengo in vacanza per stare con voi”. Come dargli torto? E alla fine anche io sono andata in ferie per quello. Non per riposarmi, non per rilassarmi, non per abbronzarmi ma per dedicare loro il tempo consuetudinariamente dedicato al lavoro (e al PC ).
Ho visto cose…
Ho visto bambini maleducati quasi come i genitori;
ho visto bambini di 4 anni sul seggiolone;
ho visto bambini di 5 anni in passeggino;
ho visto bimbi di 5 anni con il biberon;
ho visto bambini incapaci di masticare a 3 anni e incapaci di bere dal bicchiere;
ho visto madri trascinare per i capelli bambini di 3 anni;
ho visto maschi di 4 anni menarsi e fare a pugni (e mi sono chiesta come sopravviverà Matteo tra questi suoi futuri “colleghi”);
ho visto persone parlare solo di soldi e lavoro.
Ma ho visto anche…
Belle famiglie numerose con 3 figli, tutti piccoli;
padri insabbiati fino al collo chinati ore a fare buche e piste;
padri felici di poter finalmente stare con i propri figli senza l’assillo dell’ufficio;
madri puntuali all’appuntamento con la quiete, sotto l’ombrellone con un libro in mano dalle 14 alle 16;
ho visto belle pance pregne di vita;
ho visto Matteo innamorato dell’animatrice (che ha visto solo da lontano), diventare rosso ad ogni suo sguardo e nascondersi sotto le mie maglie ad ogni sua parola;
ho visto Gianni, il propietario dell’Hotel Bologna trasformarsi 3 volte a settimana nella mascotte dell’albergo, l’Orso Bo.
Per non dimenticare
Matteo e Niccolò che giocano in spiaggia;
che si rincorrono la sera a tramonto spalmato;
che, appena svegli, chiacchierano come vecchi amici.
La mattina del mio compleanno Simone e Matteo entrano in stanza da me e Niccolò appena svegliati con un mazzo di TRE rose rosse, una per maschietto e una bella dedica.
Matteo che mentre io e Simone siamo in bagno a lavarci i denti, si rivolge a Niccolò piangente dicendo:
“Niccolò, ci sono io nella vita“.
Bentornati.
Mi immagino la tua macchina fotografica piena di foto, di sorrisi e gioia, di ricordi!
E la frase di Matteo “Niccolò, ci sono io nella vita“ è davvero la cosa più bella che un fratello potrebbe mai dire.
ps: grazie per il tuo commento <3
Grazie a te per il passaggio. Sei nel Blogroll ora! Non ti conoscevo.
Silvia
Che bellissimo post. Grazie.
Grazie Lisa, davvero.
che belli i tuoi appunti che raccogli vivendo.
e che bella famiglia!!!!
un abbraccio