Io lavoro part-time. Faccio in teoria 5, in pratica 6 ore al giorno.
Esco di casa alle 7.20 e rientro alle 14.
Oggi avevo una riunione alle 18. Ho preso i bambini alle 16, li ho portati al parco, poi alle 17 ho comunicato che era ora di andare perchè io avevo una riunione.
Matteo ha dato di matto e mi ha detto:
– non stai mai con me.
Ho sorriso, perchè so che non è ver. Ho scelto di rinunciare e resettare, per il momento, la carriera per passare con loro i pomeriggi.
Ma ho riflettuto.
E di più, ho riflettuto al rientro. Erano le 19.30. Simone aveva apparecchiato e li aveva lavati. Mi sono corsi in contro come se non mi vedessero da giorni.
Ho pensato che ero meno stanca fisicamente di quando sto con loro. E anche meno stressata.
Poi ho pensato che stanchezza e stress fanno il paio con i loro sorrisi, i loro abbracci le loro domande e mi sono sentita fortunata. Di aver ottenuto un orario che mi permette di (rubo la stupenda metafora di Piattini) roteare tutti i piattini cinesi senza farne rompere nemmeno uno.
Ho anche pensato a quelle madri a cui non è concesso il part-time o che non se lo possono permettere (non solo per questioni economiche, ma anche professionali).
Ho pensato che dev’essere durissimo vedere i propri figli solo due ore al giorno.
Ho pensato che potrei morire, nonostante io sia famosa per non essere una chioccia.
Ho pensato che è ingiusto vivere per lavorare.
Ho pensato che ho sempre detto: “io mai a casa con loro tutto il giorno”.
Però stasera ho avuto la bruciante percezione che se potessi o dovessi scegliere se lavorare tutto il giorno o stare con loro tutto il giorno, nonostante ami moltissimo il mio lavoro, sceglierei la seconda.
Infine ho pensato ai padri. Ai padri che spesso rientrano da 12 ore fuori casa con la faccia stanca e la testa pesante. Ho pensato che sono sfortunati.
Pechè i figli sono piccoli solo una volta.
federica dice
passo, silvia.
stavolta passo
Silvia dice
Giovi, in un modo o nell’altro dobbiamo subire sempre la pesantezza di scelte che in teoria avremmo tutto il diritto di fare.
Buona fortuna.
giovi dice
Capisco cosa vuol dire poter condividere il proprio tempo con i figli.Anch’io da due anni ho scelto e ottenuto il part-time.La nota triste è che pur lavorando con bambini piccoli, a crearmi dei problemi sull’orario sono le colleghe.Penso mi credano una privilegiata,dicevano che per questo lavoro bisogna "non avere coscienza"per chiedere la riduzione d’orario.Al contrario i "capi"mi avevano accordato l’orario e sono una persona aggiunta al personale già numericamente a norma di legge.Ho dovuto scegliere tra scomodità di orario (più per mia figlia e mio marito che per me),il mobbing e le dimissioni.Per ora mi tengo stretta la mia riduzione,sperando di trovare di meglio.
Suria dice
Leggendoti mi e’ presa un po’ di malinconia, questo problema e’ un punto fermo nella vita di ogni donna, spesso mi sento in colpa per aver scelto il part time condizionando mia sorella a sostituirmi per le altre ore di lavoro, forse avrei potuto farcela, forse avrei DOVUTO farcela da sola, pero’ leggere quello che scrivi e i commenti mi hanno aiutata a sentirmi meno responsabile per una scelta inevitabile
Silvia dice
Grazie Mammalisa.
In effetti un blog è, oltre che un piacere (anche un po’ catartico) un impegno.
Lanciare parole su un blog significa anche raccoglierle e rilanciarle.
Sennò tanto vale tenere i post chiusi e dialogare con se stessi.
Io cerco di fare il possibile, vivo i commenti come un REGALO. E quando si riceve un regalo il minimo è dire grazie.
mammalisa dice
Caspita Silvia, che giornata! E, nonostante tutto, trovi il tempo di fare un salto qui sul blog e commentare…. A questo proposito vorrei proprio farti i miei complimenti; ho notato infatti che rispondi prontamente ai commenti, anche solo per ringraziare, e non è così scontato… Chapeau
(già che ci sono, i complimenti li estendo all’impostazione del blog, allo stile, e alla bellissima presentazione nell’header, che mi ha colpita e ‘arpionata’ appena approdata qui, qualche settimana fa!)
Silvia dice
Eccomi. Fnisco ora dieci ore di lavoro. Tra ufficio e casa credo oggi di aver toccato il record dal 2003.
Alla base di scelte così fondamentali ci stanno sempre valutazioni che intrecciano esigenze familiari, economiche e affettive.
C’è chi potrebbe lavorare meno ma preferisce lavorare 10 ore, c’è chi vorrebbe lavorare meno e non può, c’è chi non può ma lo fa ugualmente.
L’importante è, come dici tu, sentire di aver imboccato la strada giusta per noi.
Silvia dice
Mammalisa, sto andando (appunto 😀 ) a prendere i bimbi a scuola.
Ci torno con calma, stasera.
Intanto, grazie.
mammalisa dice
Quanta verità c’è nel tuo post, Silvia… Io mi sto rendendo conto, sempre di più, che puoi sperare di conciliare lavoro e famiglia solo se hai una professione ben qualificata, magari anche un titolo di studio tale da permetterti di scegliere anche di lavorare da casa, a progetto, come consulente (lo terrò presente per le mie bimbe, come consiglio ). O di fare un part-time senza vessazioni. Lavorare per diversi anni come impiegata nel settore degli studi professionali (diploma di maturità), ad esempio, mi aveva fatto capire che la partita lavoro/bimbi per me sarebbe stata senza storia. Ho scelto i bimbi, e prima ancora di restare incinta. L’ho scelto dopo aver respirato un ambiente nel quale una gravidanza è una sorta di tabù impronunciabile, un affronto che fai al datore e che devi studiare bene come fare a dirglielo quando scopri di essere incinta, rientrare quando il bimbo ha tre mesi, efficiente come nulla fosse, perchè il lavoro non deve risentire del fatto che tu abbia voluto un bambino. Dopo aver condiviso gli affanni delle colleghe più ‘grandi’, alle prese con i loro ragazzi (cresciuti dalle nonne), per lo più figli unici (sarà stato un caso?), che cercavano di controllare telefonicamente (stai studiando o stai guardando la tele? ma sei sicuro?…). Dopo averle viste umiliate dai capi al minimo sbaglio e ignorate quando si facevano in quattro per loro nove ore al giorno, nonostante genitori malati che assistevano in casa (<<è ingiusto vivere per lavorare>>, con queste soddisfazioni poi è terribile). Mi sono chiesta cosa avrei scelto e non ho avuto dubbi. Nemmeno se i nonni fossero stati disponibili a tenere le bimbe. Certo, va da sè che per le mie colleghe sono quella ‘fortunata che non fa un cavolo dalla mattina alla sera’, anche un pò pazza, perchè ‘chi rinuncia oggi ad un impiego fisso’? Si vede che i soldi mi escono dalla finestra. Ovviamente non è così, facciamo dei sacrifici ma, per ora, non mi pento assolutamente. Magari sono solo incosciente, e prima o poi rinsavirò, ma intanto questi anni non me li leverà più nessuno 🙂
Una soluzione per tutto questo non la vedo a portata di mano. Se le donne lavorassero tutte un pò meno per seguire i figli, i padri dovrebbero lavorare ancora di più (forse), e il problema parzialmente resterebbe. Diciamo che questi sarebbero i problemi concreti dei quali dovrebbe altrattanto concretamente (e con competenza) occuparsi la classe politica di un paese.
Michela dice
Anche io ho sempre detto "mai a casa tutto il giorno". Ma nache io, come te,sono una fortunata, lavoro sei ore al giorno ed, a volte, mi sembrano comunque troppe.
Bellissimo poterseli godere il pomeriggio, aiutrali con i compiti, portarli a praticare le loro attività, o semplicemente fare un gioco insieme.
Mammafelice dice
A me piace tanto lavorare.
Morirei senza lavorare.
Mi piace essere indipendente, e mi piace sapere che sto facendo qualcosa anche per me, qualcosa che è tutto mio.
Ma ancora prima di avere Dafne ho deciso che l’avrei cresciuta, che le avrei dedicato il tempo necessario, e che mi sarei goduta (perchè non è un sacrificio) almeno i primi due anni della sua vita, e poi almeno metà della sua giornata.
Ho la fortuna di poter lavorare da casa.
Chiaramente il lavoro è poco, spesso è difficile da trovare.
E quando c’è è difficile riuscire a lavorare, giocare, studiare, cucinare e rimettere a posto casa… ma sono tanto felice.
Oggi ha 9 mesi.
E non c’è stato un giorno, in questi mesi, in cui mi sia scocciata, o stressata, o annoiata, o pentita della mia scelta.
Mai ragione: gli uomini sono sfortunati.
Mio marito soffre molto, ad averla distante per tutto il giorno.
Se potessimo lavorare da autonomi tutti e due… senza avere l’angoscia del mutuo da pagare!
Saskia dice
Ciao Silvia,
ho fatto la stessa scelta: avevo un buon lavoro presso un’importate azienda americana ma quando mi sono visto negare il part time, ho salutato tutti e mi sono messa in proprio: ora lavoro 6 ore al giorno, il piccolo va al nido fino alle 16/16.30 e io sono più serena.
Non ti puoi immaginare quanta gente mi ha preso per "fuori di testa" ma io sono straconvinta che ho fatto la miglior scelta della mia vita!
Silvia dice
Tiziana, grazie davvero, sia per il passaggio, sia per la lettura, sia per la testimonianza.
Quanto sono importanti i nonni? Io credo che chi li ha a disposizione (o semplicemente disponibili) abbia un tenore mentale di vita più alto.
Sono figure insostituibili. Credo metterò presto un post.
tiziana dice
scusa, errata corrige: ho scritto genitori arzilli, volevo dire NONNI (i miei genitori) arzilli
tiziana dice
è dura…prima di sposarmi facevo un lavoro "inconsueto"…il marinaio, e così ho smesso di navigare anche perchè avevamo deciso di avere un figlio subito ed eravamo anche daccordo sul fatto che, se non ce ne fosse stata l’esigenza, avrei per almeno tre anni fatto la mamma a tempo pieno…e così ho fatto…poi ho ricominciato, con difficoltà (non essendo più giovanissima) a cercare un lavoro, possibilmente che mi permettesse comunque di stare più tempo possibile con mio figlio…ho fatto varie collaborazioni, qualche sostituzione per maternità, alla fine hanno iniziato a chiamarmi da una graduatoria della quale facevo parte da tempo come assistente tecnico nelle scuole, prima supplenze, poi supplenze annuali (fine settembre fine giugno) e questo che sta per iniziare è il secondo anno scolastico che ho incarico annuale (1°sett-31ago)…non è il lavoro della mia vita nè quello dei miei sogni (soprattutto per la situazione caotica e catastrofica della scuola italiana) ma mi permette di passare i pomeriggi con mio figlio anche se è un full time (36 ore, 6 al giorno -8/14- compreso il sabato)…lui patisce solo il fatto che non lo posso accompagnare a scuola e nemmeno andarlo a riprendere, ma per fortuna ha genitori arzilli e un papà, a prescindere dalla separazione, presente e disponibile e con molto tempo libero dal lavoro (almeno in inverno dato che fa il marinaio) e così Lorenzo, che ha 9 anni e mezzo, il mattino è a scuola, pranza con i nonni o con il papà e il pomeriggio sta con me.
In bocca al lupo per tutto, un abbraccio da donna-mamma a donna-mamma, tiz
p.s. ti linko, mi piace cosa scrivi e come
Silvia dice
Anche io, nonostante le 6 ore, passo con loro il tempo che va dalle 16 alle 21. Alla fine stanno 8 ore al nido e 5 con me. Alla fine la sproporzione c’è sempre…
stefania77 dice
tasto MOLTO dolente Silvia… fortunatamente anche da me le strutture adeguate ci sono , ma proprio non riesco a non pensare alle nove che passo al lavoro contro le due-tre che passo con Leo… è una proporzione che non esite, che non ha senso… non accetto che il lavoro occupi la maggior parte del mio tempo , ma..tant’è…il mutuo s’ha da pagare, purtroppo….
bstevens dice
anche io, forte dei quasi due mesi che sono riuscita a passare questa estate con pik e pop, a volte ci penso, "agli uomini" che "tornano da 12 ore fuori casa….". io mi sono ripromessa di tornare a casa il prima possibile, anche se da noi il part time è un’idea eretica che i vertici proprio non considerano…
Silvia dice
Infatti sono tante le aziende che non concedono il part time.
Noi siamo fortunati perchè dove lavoro io, se lo chiedi, sono obbligati a dartelo e lo puoi prolungare fino agli 8 anni del bambino.
Certo, poi fanno sempre un po’ come vogliono alla fine. Io avevo chiesto le 30 ore e mi hanno obbligato a chiedere le 24, però ne faccio SEMPRE 30…
my dice
è che con un papi che lavora meno (ammesso di trovarne il modo) e una mamma che lavora meno…….come si fa?
i soldini servono.
E non si tratta di scegliere se fare le vacanze o no e come..
si tratta di scegliere come fare la spesa tutti i giorni, se comprare il prosciutto o no.
Io in questo momento non sono pronta a scegliere di fare sacrifici di questo tipo (niente vacanze, niente uscite tutti insieme, spesa con il contagocce, vestiti contati per tutti)…
penso che di questo si parli poco, quando si parla di lavoro delle mamme
Io l’unica speranza che posso avere per il futuro è quella di lavorare 6 ore, ma li’ dove lavoro ora, in modo da riproporzionare sullo stipendio che ho ora, con 10 anni di esperienza.
Praticamente quasi impossibile 🙁
Silvia dice
E fai bene Grimilde. Fai bene a non arrenderti.
E non solo perchè non te lo puoi permettere, ma perchè è giusto che ognuno cerchi di tirare fuori il meglio dalle circostanze che vive.
Grazie del passaggio e della testimonianza.
Grimilde dice
Aiuto, seguo alcui post delle mamme del blog da una settimana e ora toccate proprio un tasto dolente. Sono tra le mamme diciamo sfortunate che non possono avere il part-time. Perché mantengo da sola mia figlia e perché ho trentadue anni e non riesco a rassegnarmi a credere di non avere studiato tutto quello che ho studiato x buttarlo in un cassetto.
Io credo che la nostra Società ci debba davvero troppo. Ci chieda troppo. E non riesco a rassegnarmi e a dire ok mi arrendo.
Silvia dice
Babbo, lo dicevo ieri. Io sono fortunata perchè Simone di pomeriggio è a casa presto, e di più sono fortunati i figli. Ma si vedono sempre le dinamiche da un’ottica "mammocentrica" di solito, in realtà, por un padre che ama stare con i figli, non dev’essere per niente facile.
Rape, l’opposto che qui, praticamente.
A meno che non si scelga il tempo lungo. E qui bisognerebbe aprire una lunga parentesi…
Raperonzolo dice
Qui i bambini vanno a scuola dalle 9 alle 15:00 (con sole 4 ore di lezione). E all’occorrenza le scuole hanno l’orario esteso (8-18:00). Molte mamme lavorano dalle 8:30 alle 14:30, oppure fanno tre giorni da otto ore utilizzando l’orario esteso e facendo fare attività pomeridiane nei pomeriggi liberi. Insomma, qui per fortuna, quando i bambini vanno a scuola, lavorando part-time si può conciliare tutto bene.
babboimperfetto dice
bel pensiero ai padri, ai padri che a volte stanno via per giorni. ai padri che raramente sono a cena e tornano a ore assurde. ai padri che è più facile vederli in televisione che a casa. grazie, per il pensiero ai padri.
b
Silvia dice
Vale, infatti quello che io dico sempre è che i figli liberano.
Lisa, che è durissima lo so. L’estate con entrambi a casa è stata devastante. Ma tra l’una e l’altra…meglio l’una.
Rape, quando andranno a scuola per me sarà peggio, nel senso che alle 13 saranno fuori (e io alle 13 non riuscirò ad essere dall’altra parte della cità) e poi i compiti da fare il pomeriggio, le attività sociali più intense…non so, ho idea che ci sarà ancora più bisogno di me.
Itmom, io lo dico sempre: se non avessi le strutture per l’infanzia che ho qui a disposizione credo che davvero sarei lacerata e non riuscirei a stare in ufficio pensando al lavoro.
Piattini, quello di trascinare il lavoro verso le proprie esigenze è un percorso ad ostacoli. Io sto cominciando a saltarne qualcuno…vedremo.
theitalianmom dice
ieri sera ero stravolta, e pensavo tra me e me che se fossi andata al lavoro sarei stata meno stanca. ho passato il pomeriggio a placare i litigi, i capricci, il caos, e non ero per niente contenta della mia vita.
ma ieri sera ricordavo quando lavoravo, quando avevo le pressioni del lavoro e quelle del figlio, quando giocavo con lui e sapevo che dovevo finire un lavoro al pc entro una determinata ora, e non riuscivo a farlo perchè lui mi voleva con sè. i casi erano 2: o tenevo il lavoro o il figlio, nel senso che avrei dovuto trovare una persona che lo tenesse al posto mio e io andare in un ufficio a lavorare. e la cosa non mi piacque per nulla, così alla nascita di piccolopargolo ho fatto ‘la scelta’, soffertissima, ma adesso so che è stata quella giusta. e mi ritengo fortunata per averla potuta fare. nonostante tutto.
Raperonzolo dice
Sono con te. Io addirittura mi sono andata a trovare un part-time a 12 ore settimanali che mi consente di lavorare solo il sabato per poter stare con loro durante la settimana. Tra due anni, quando il piccolo comincerà le elementari, cercherò qualcosa di diverso con cui fare più ore. Vero è che il lavoro mi stanca e mi stressa di meno che lo stare a casa. Ma non cambierei mai la mia vita e mi ritengo fortunata di aver potuto fare questa scelta.
lisa2007 dice
Giuste riflessioni.
Io dovendo scegliere fra non vederli mai o vederli tutto il giorno, ho scelto la seconda.
E’ durissima, a volte ti sembra di non farcela più, ma l’alternativa sarebbe stato peggio.
Sei davvero fortunata.
valentina dice
quando avevo solo Mattia lavoravo tutto il giorno, spesso rientravo alle sette, per una carriera che non mi soddisfaceva per niente. Era un circolo vizioso e non riuscivo a uscirne. Ora penso che qualcuno abbia scelto per me: l’arrivo di Tommaso e Riccardo mi ha fatto uscire per forza da quel tunnel, e sono felice di esserne fuori e di vedere da lontano i tormenti dei miei colleghi, ora per me banali querelle di insoddisfatti cronici. Quando rienterò sarà con il part time, lì o da un’altra parte. Come te, e come te nemmeno io sono famosa per essere una mamma chioccia. Un abbraccio.